CAFFE' AMARO

Live from Belarus: 10 maggio


Basta non pensarci...Intensa giornata di visite oggi. Siamo stati tutto il giorno nei dintorni di Khoiniki, una cittadina a più di 50 km a sud di Gomel, sul limitare della zona rossa (che è l’area dove si sono concentrate maggiori quantità di radiazioni). Lungo il fitto bosco che abbiamo attraversato in completa solitudine per oltre un’ora e mezza abbiamo visto qua e là dei cartelli che indicavano “zona radioattiva” e che specificavano (come se ce ne fosse bisogno) che in quella zona la raccolta di funghi e bacche è regolamentata (e non vietata!!!).Oltre Khoiniki c’è il villaggio di Vich, poche casette in legno dagli infissi colorati in tinta con gli steccati. Lì abbiamo fatto visita ad alcuni bambini ospitati negli scorsi anni in Italia e alle loro famiglie che ci hanno accolto con grande calore. Per noi hanno tirato fuori il servizio buono e svuotato ogni dispensa, servendo a tavola patate, carne, biscotti, insalate di pollo con maionese, dolci e formaggio, condendo il tutto con succo di fragola, succo di betulla e ovviamente vodka.Il clima di festa faceva dimenticare la presenza delle radiazioni. Dopo pochi giorni che siamo qui già ho come l’impressione di darci meno peso anche io. Questa gente vive qui tutto l’anno per tutta la vita, mangia cibo contaminato, beve acqua contaminata. Io resto qui appena una settimana, bevo acqua di bottiglia comprata in Italia, mangio cibo italiano portato via col camper, venerdi riparto per tornare in Italia. La prima volta che sono stata qui, 4 anni fa, ero molto più preoccupata per le radiazioni, non ho mangiato quasi nulla del posto, unica del gruppo a farmi tanti scrupoli. Quest’anno sono un po’ più informata su come funzionano le radiazioni e la cosa mi spaventa meno, per quel poco che possiamo esserne esposti in pochi giorni e nelle nostre condizioni privilegiate.Forse dall’Italia si ha un’impressione ingigantita e comunque non precisa dei rischi effettivi. Le radiazioni sono difficili da comprendere e da spiegare, è molto più facile capire l’inquinamento di una macchia di petrolio nell’oceano. Il problema è piuttosto che questa gente qui vive la situazione opposta: sottostimano la gravità della situazione, si preoccupano troppo poco, fanno spallucce quando chiedi loro se hanno paura delle radiazioni. Dicono tutti “qui nel mio paese hanno detto che è tutto a posto. E’ nel villaggio più in là che ci sono le radiazioni”. Non possono che cercare di non pensarci, d’altra parte, dato che fuori dalla Bielorussia non possono uscire se non in casi molto particolari. Ci convivono. Come noi con l’inquinamento della Tangenziale. E dato che è passato tanto tempo quasi se ne dimenticano.Però se chiedi a qualcuno di ricordare il 1986 i loro volti si incupiscono. Ricordano la paura, il panico, la gente che scappava, i bambini portati lontano dall’esercito sul Mar Nero in vacanza.<Quando siamo tornati a casa dalla colonia – ha raccontato oggi un’insegnante, allora bambina – ricordo di aver visto sull’albero mele grosse come meloni e fiori alti due metri>.Basta non pensarci...