CAFFE' AMARO

Il colpo di vento di Pomigliano


Esistono momenti storici nei quali le persone sono disposte a sacrificare la loro vita per un ideale. E non è detto che sia sempre giusto.Poi però ci sono i momenti storici in cui ci si abbassa ad accettare ogni sopruso e ogni violazione dei diritti. E questo non è certo giusto, ma a volte è comprensibile.Io non me la sento di giudicare i lavoriatori di Pomigliano che hanno firmato a favore di un accordo che riduce gran parte dei loro diritti in cambio del mantenimento del posto di lavoro. In fondo quando è stata approvata la legge 30 del 2003 (la famosa legge Biagi) ma che comprendeva solo una metà della proposta del povero Biagi e cioè dimenticava completamente il capitolo dei diritti e degli ammortizzatori sociali, nessuno di noi giovani si è smazzato tanto per difendere i propri diritti.Si forse è stato fatto un mezzo sciopero in qualche scuola e in qualche università, un paio di striscioni e poi tutto è proceduto come doveva essere. E tutti noi abbiamo accettato contratti a progetto, stage gratuiti, contratti di collaborazione occasionale, senza alcun tipo di diritti e garanzie.Io personalmente ne ho firmati parecchi, obtorto collo. Ho accettato per necessità e per mancanza di alternative. Perchè altrimenti mi dicevano che sulla scrivania avevano un pacco di curriculum alto così, se io non ero interessata.Scusate, ma i giovani precari lavorano ogni giorno in condizioni ben peggiori dei lavoratori di Pomigliano.Lo accettano e basta, sperando che col tempo le cose si sistemino. E su questo sbagliano, ma non hanno alternative oltre alla rivoluzione di piazza. E non è tempo di rivoluzioni, anche se la base in qualche modo si muove, si mobilita. Non tira un filo di vento, per ora.Purtroppo quello che si osserva è che le cose ad aspettare che cambino da sole non si sistemano affatto, anzi, peggiorano. E quello di Pomigliano è solo un precedente gravissimo. Un po' alla volta lo faranno anche gli altri e di minaccia in minaccia rischiamo di trovarci tutti a smantellare un po' per volta l'intero statuto dei lavoratori. Dovevamo esportare i diritti umani in Cina e finiremo a fare concorrenza alla Cina con le loro stesse regole al ribasso dei diritti. E' cambiato tutto rispetto ai momenti storici in cui per i diritti si lottava a mani nude,e non è cambiato fondalmentamente niente. Certi diritti bisogna conquistarseli, coccolarli, proteggerli come una piantina sul davanzale. Perchè se arriva un colpo di vento sbagliato fanno una brutta fine...E tu neanche te ne accorgi...