CAFFE' AMARO

Appunti da Dubrovnik 2 -


Dubrovnik, 20 agosto 2010
Zip ovunque. Il sole che batte al mattino e che ti fa fuggire fuori quando è ancora presto e silenzio tutt’intorno. Un tavolino pieghevole, un fornellino poggiato a terra, un filo teso tra gli alberi per lasciare asciugare gli asciugamani. Mi piace il campeggio perchè è essenziale, semplice, vero. Ti spoglia del superfluo facendoti assaporare le cose più importanti attraverso gesti più intensi del solito.E’ un po’ come fare un esercizio di decrescita. Un po’ di benessere in meno a volte non significa necessariamente stare male, anzi. L’ho imparato dai miei viaggi nel terzo mondo. E mi è rimasto dentro. Penso a quante persone al mondo vivono senza un tetto di mattoni sopra la testa, a quanti condividono una toilette con altra gente e a quanti nemmeno ce l'hanno, a quanti vivono pur senza un frigorifero e l’elettricità. Tutte cose importanti alle quali non siamo abituati a fare a meno. Mi accorgo che finisco spesso per passare le mie vacanze in condizioni più disagiate del normale. Viaggi missionari, convogli umanitari, campeggio, casa di montagna (ribattezzata anche "Finlandia") senza riscaldamento e senza lavastoviglie. Non ci siamo mai potuti permettere vacanze di lusso, ma non mi interessa e forse nemmeno mi piacerebbe. Il vero lusso è il viaggio in se', è la vacanza, è il poter annusare un nuovo piccolo pezzo di mondo, è incontrare persone, vivere luoghi e città lontani, sentire proprio uno scoglio, una spiaggia, una montagna. Il resto è superfluo.Perciò mi piace il campeggio, nonostante i ragni, nonostante la gente che fa casino di notte e non ti fa dormire, nonostante i sassi sotto la schiena.Mi da un senso di libertà ed essenzialità estrema: costume, pareo, infradito e zero trucco. Zero trucchi.Ancora una volta mi accorgo che per essere felici basta molto poco. Il 99% della felicità è dato dalla persona con cui quel poco lo condividi.