Immagini di terremoti, di distruzione e di morte si avvicendano dinanzi ai suoi occhi, le sembra di respirare l'odore acre del sangue e sente quasi la polvere attraversarle la pelle; possibile che l'Infinito sia fatto anche di lacrime e dolore e che lei debba rassegnarsi ad abbracciare tutto questo e considerarlo come il contenuto inevitabile di una realtà che vorrebbe negare? Muove i passi verso la finestra e si sofferma ad osservare nel buio della sera i rami spogli grondanti luce e piccole gemme di pioggia. Adora quella staticità e quel silenzio, accenna pensieri che le emozionano la mente e che la riannodano al cielo e allo spazio immenso delle sue fantasie lasciandola così, sospesa nel suo esilio immaginato, come una stella che si riflette tremula sull'acqua profumata di salsedine, come una ninfea cerulea che galleggia dolcemente adagiata lungo la riva dei suoi sogni. Smarrimenti, angosce, sorrisi, lacrime, lotte interminabili si fermano lì dove inizia la sua voglia di bellezza. Lei ora tace, socchiude gli occhi, si lascia ferire dalla bellezza sino a morire dei suoi orizzonti rosso fuoco variegati d'oro e del suo inestinguibile ed inseparabile canto muto.
DAM