Un caffè dolce amaro

E ancora...."Donna".


 
Nessuno può immaginareQuel che dico quando me ne sto in silenzioChi vedo quando chiudo gli occhiCome vengo sospinta quando vengo sospintaCosa cerco quando lascio libere le mie maniNessuno, nessuno sa.Quando ho fame, quando parto.Quando cammino e quando mi perdo,Nessuno sa che per me andare è ritornare, e ritornare è indietreggiareChe la mia debolezza è una maschera e la mia forza è una maschera.E quel che seguirà è una tempesta. Credono di sapereEd io glielo lascio credereE creo.Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà fosse una loro concessioneE ringraziassi e obbedissi.Ma io sono libera prima e dopo di loro, con e senza di loroSono libera nella vittoria e nella sconfitta.La mia prigione è la mia volontà!La chiave della prigione è la loro linguaTuttavia la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderioE al mio desiderio non impartiscono ordini.Sono una donna.Credono che la mia libertà sia di loro proprietàEd io glielo lascio credere.E creoJoumana Haddad(scrittrice, poetessa e giornalista libanese)
Nessuno può immaginare ideali, passioni, solitudine; ecco come la donna si fa acqua e scava nella roccia dell'incomprensione alla ricerca costante di una condivisione sociale che puntualmente la tradisce, narcotizzandole sogni e progetti e avvolgendola in un chador di moralismi bigotti. E lei, ignara, abbassa il capo in cambio di promesse, di "sorrisi d'assenso" e di un ruolo di retaggio arcaico. Donna, una mente confusa dal miraggio di un improbabile futuro di zelo e d'amore.
Dam