errando nel mattino

A ritroso negli anni ... in un notturno estivo intinto nell'oblio ...


Notturno estivo Rievoco sensazioni in differita d’una storia vissuta nell’estraneità … La musica mi arriva alle orecchie come un cicalare di banalità confuse, a riempire vuoti che smascherano insostenibili assenze. I ritmi si ripetono: voci familiari nell’esilio solitario della coscienza, volti amici che riportano al circolo circoscritto del noto allontanando incubi notturni. E i corpi ballano … ma non c’è fuoco … L’anonimato si traveste di sorrisi artificiali che procurano passaporti falsi a clandestini in cerca d’assimilazione, d’identità in affitto … Cosa accadrà quando la musica verrà assorbita da silenzio ….? Quando nessuno ti chiederà il passaporto a dimostrare la tua esistenza … la tua identità … ? Hai forse imparato a memoria i dati di quel volto che non ti appartiene, recitandoli a rosario per esorcizzare la notte? E voglio credere che la paura riflessa sul tuo volto sia solo proiezione dei miei dubbi … che tu sia altro d’un sorridente manichino in un mondo di plastica che vive solo finché restano accesi i riflettori. … Poi l’incubo … Unico spettatore in un teatro vuoto, osservo le comparse sulla scena d’una commedia estiva e mi ritrovo a urlare attraverso un vetro che mi isola, mentre una voce metallica alle mie spalle ripete ossessiva - riconosce qualcuno? … e ruotano attorno a me, come un vecchio cartone animato ingiallito, foto segnaletiche che ritraggono sorrisi stampati in serie - ho già visto quei sorrisi, ma no … non riconosco nessuno … e poi cosa vuole questa voce ossessiva … cosa cerca … Lampeggia a intervalli regolari un inquietante ritornello: un sorriso che mi ferisce più degli altri … e il nastro si riavvolge e mi mostra ancora e ancora quella catena di sorrisi in successione … sento crescere un’inspiegabile angoscia … Ora il movimento è diventato vorticoso … Si blocca il meccanismo e un lampo illumina uno specchio che riflette quel sorriso … il mio sorriso.