errando nel mattino

da "la casa dell'incesto"


 Mi hanno strappato le braccia, cantava. Sono stata punita del mio avvinghiarmi. Mi avvinghiavo. mi sono aggrappata a tutti coloro che ho amato, mi sono aggrappata ai momenti felici della vita, le mie mani si sono chiuse su ogni ora perfetta. Le mie braccia si sono strette desiderando l'abbraccio. Volevo abbracciare e possedere la luce, il vento, il sole, la notte, il mondo intero. Volevo accarezzare, guarire, vibrare, cullare, circondare, rinchiudere. E stringevo e trattenevo tanto da rompere tutto. Ogni cosa mi è sfuggita a quel punto. Fui condannata a non tenere più niente.Tremando e barcollando fissava le sue braccia ora di nuovo protese in avanti.Guardava le sue mani serrate e le dischiuse lentamente, le aprì completamente come Cristo, le aprì in un gesto di abbandono e di dedizione. Rinunciava e perdonava, allargando le braccia e le mani, permettendo che le cose scorressero lontano e oltre lei. Anais Nin