errando nel mattino
pensieri liberamente sconnessiMessaggio #2 » |
UN’ANNO D’ORDINARIA FOLLIA Grado capodanno 2001 Ombra solitaria Disegni Passi muti Sulla sabbia, vergine ostinata che sola dona frammenti di sé alle onde insistenti di quel mare che giorno dopo giorno muore e rinasce tra le sue braccia sospirando. Ombra nera Interrompi L’abbraccio insanguinato Del sole, amante respinto che cerca riparo tra le saline onde al sopraggiungere della notte, un tempo alcova di sospirati amplessi ora fredda dimora di sogni interrotti. Ombra anonima Silenziosa Sconosciuta ospite Di un mondo alieno Che ti vuole Testimone involontaria D’invisibili emozioni: geroglifici indecifrati la cui chiave porti nella tua follia. Genova, 17/1/2002 Prima osservazione scritta del nuovo anno…. WOW !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! …. E ripenso agli amici andati…. A quelli lontani: sarà il cerchio che mi stringe la testa a farmi crogiolare (stasera) in una malinconia amara dal retrogusto zuccherino, lasciato depositare sul fondo per non disturbare la crema densa che ricopre la superficie… ma ecco l’intrusione del cucchiaino… una leggera mescolata …distratta… ed eccolo riaffiorare, confuso e presente, timido e visibile … e la memoria attraversa il vetro … e sulle ali del vento viaggia fino a respirare quel profumo che non era poi così lontano… Genova, 24/1/2002 Gocce che si rincorrono per cadere, tutte chi prima chi poi… vorrebbero evitarlo, sfuggire a questa sorte che accomuna il loro funambolico percorso al limitare del vetro, ma… inesorabilmente arriva il momento… sospese nell’aria per un istante Era inquietudine? No… Paura allora? No… Un respiro familiare le avvolgeva, mentre… il richiamo della terra era sempre più forte vi sarebbero giunte alla terra, tutte chi prima chi poi… seguendo percorsi diversi e poi, magari si sarebbero ritrovate tutte di nuovo sullo stesso vetro, ma… diverse, consapevoli, questa volta… che la morte di una goccia non ha nulla di definitivo. Qualcuna sarebbe caduta sull’asfalto per evaporare ai raggi del sole e diventare vento e così viaggiare… per il mondo… Qualche altra sarebbe stata assorbita dalla terra, ne avrebbe percorso le vene nascoste, per riemergere poi in fiume e… forse avrebbe visto il mare… il ritmico movimento delle sue onde… E chi era prima vento sarebbe stata poi mare, chi era mare sarebbe stata vento… morire cos’era poi se non rinascere sotto forme nuove? Forse le gocce che corrono più veloci sul vetro sono proprio quelle che Sanno… che il mondo è al di là del vetro, che la vita inizia proprio là, dove finisce il vetro e la goccia muore sposando il vento che la condurrà verso nuove destinazioni. Genova, 25/02/2002 Anno nuovo, vita nuova… Vecchio detto che sa di vero Almeno per me, ora… Fine febbraio 2002 e tutto è in piena RIVOLUZIONE Molte esperienze si sono concluse e Nel vuoto delle certezze Attraversata dai dubbi del domani Ho un orizzonte infinito davanti a me: mille possibilità mille potenziali direzioni solo devo SENTIRE qual è la mia… Comincio così un nuovo diario di bordo Cercando radici per il mio essere ciò che sono Cercando ragioni per la mia follia… Preparo un viaggio Presupposto d’infiniti viaggi Un viaggio dentro me Per capire i momenti d’un essere che s’annulla e si riafferma nell’esistenza, un essere che cerca se stesso, riuscendo a scorgere il suo riflesso solo nelle pieghe o nelle piaghe del passato. Non so dove arriverò Nella provvisorietà delle certezze Ma avrò consapevolezza nuova e tanto basta… Almeno per cominciare… Genova, 4/03/2002 … "… E ho trovato libertà e salvezza nella mia pazzia: libertà di solitudine e salvezza dall’essere compreso giacché coloro che ci comprendono asserviscono qualcosa in noi…" (Kahlil Gibran, Il folle ) Genova, 6/03/2002 " Ma voi, figli dell’aria, insonni nel sonno, voi non sarete né intrappolati né domati la vostra casa non sarà un’ancora, ma l’albero maestro. Non sarà l’epidermide smagliante che copre una ferita, ma una palpebra che protegge il suo occhio. Non ripiegherete le vostre ali per passare attraverso le porte, né abbasserete le vostre teste per non urtare il soffitto; né tratterrete il respiro per il timore che le mura possano scricchiolare e crollino. Né dimorerete in tombe fatte dai morti per i viventi. E benché magnifica e splendida, la vostra casa non custodirà I vostri segreti Né darà riparo ai vostri ardori. Perché ciò che vi è in voi d’illimitato abita nella casa del cielo, la cui porta è la nebbia del mattino, le cui finestre sono i canti e i silenzi della notte." (Kalhil Gibran, Il Profeta ) Val d’Ultimo 10/03/2002 Ora che la vita tace E si afferma l’esistenza Tra i sussulti D’un pensiero inquieto. Ora che dormono Le ansie del giorno E tacciono Le verità. Dimmi Lo ascolti tu Ora? Ora che Solo t’inchini Al cospetto D’un cielo infinito Ora Che vacillano Eterne certezze Tra sorrisi Di stelle in attesa Avanti dimmi… Lo ascolti? Lo senti Ora Il SILENZIO? IL SLENZIO… Denso Impalpabile M’avvolge Mischiandosi al respiro Mi percorre Impetuoso In fuga Braccato Per aver rinnegato Tre volte Prima dell’alba La Verità Genova, 13/03/2002 Sull’autobus Annoto frammenti di me Sull’onda della memoria Che leviga la coscienza, prima che ammorbidisca gli spigoli e trasformi in lame le rotondità sinuose e sensuali del ricordo, prima che spinte contrarie s’annullino in un fui indistinto.
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Inviato da: Hans_tu_curr
il 04/08/2010 alle 21:40
Inviato da: poppysoviet
il 04/08/2010 alle 13:41
Inviato da: Hans_tu_curr
il 04/08/2010 alle 08:16
Inviato da: poppysoviet
il 04/08/2010 alle 00:10
Inviato da: allelujastellina
il 12/04/2009 alle 15:24