Per non dimenticare

The Day After del tempo di "pace"


26 aprile 1986 - CHERNOBYLnella foto la spaventosa nube radioattiva rossa che coprì buona parte dell'Europa e dell'Asia.Trentuno morti subito in seguito all’incidente, centinaia di altri (in gran parte "liquidatori", ossia persone inviate sul luogo per tamponare il disastro) ricoverati in ospedale con i classici sintomi di malattia da radiazione, cinque milioni di persone, sparse sui territori delle Bielorussia dell’Ucraina e della Federazione russa, esposte al fallout radioattivo, costituito soprattutto dagli isotopi di iodio e cesio: sono le cifre brute dell’immediato dopo esplosione. Che però da sole non rendono conto della gravità della situazione. A questi casi infatti vanno aggiunte le migliaia di bambini che, dopo anni, sono stati colpiti da tumori della tiroide dovuti al contatto con lo iodio radioattivo, per non parlare delle ricadute a livello psicologico che tutta la popolazione coinvolta sta ancora scontando.Wilfried Kreisel, direttore esecutivo del Settore salute e ambiente dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato che "l’eredità di Chernobyl rimarrà con noi per lungo tempo sotto forma sia di malattie direttamente indotte dalle radiazioni sia di disturbi di origine psicosomatica".Come ricordava l'ex-segretario generale delle Nazioni unite, Kofi Annan, in occasione del quattordicesimo anniversario dell’esplosione: "L’incidente di Chernobyl ha riguardato finora più di sette milioni di persone. Tre milioni di bambini oggi hanno bisogno di continue cure mediche, ma dovremo aspettare fino al 2016, al più presto, per capire il numero esatto di coloro che avranno sviluppato malattie causate dall’esplosione del reattore di Chernobyl".