Per non dimenticare

La maledizione sul genio


4 dicembre 1791: Mozart finisce di comporre la sua Messa da Requiem. Morirà il giorno successivo.
E' nota la leggenda secondo cui la composizione di questo capolavoro sarebbe stata vissuta da Mozart stesso come la sua ultima fatica, destinata a concludere la sua vista stessa, in una sorta di maledizione, avvolta nel mistero che circondava il committente del lavoro.la leggenda nacque dalla biografia di Mozart scritta da Franz Xaver Niemetschek (1808), In realtà la leggenda nacque ad opera di Stendhal che, in Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815), parla di un misterioso personaggio che incarica Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati. Sempre secondo Stendhal, Mozart, non riuscendo ad identificare l'uomo, si convinse che si trattasse della personificazione delal morte stessa.Una ulteriore interpretazione della leggenda risale a Aleksander Puškin che, nel suo racconto Mozart e Salieri (1830), indica in Antonio Salieri, l'antagonista di Mozart, il misterioso committente, con l'intento di provocare uno sforzo psico-fisico letale al musicista già gravemente malato. Questa è anche la versione ripresa da Peter Shaffer in Amadeus (1978) e dal regista Milos Forman (su sceneggiatura di Shaffer) nel film omonimo. (1984) Oggi si pensa che il misterioso committente fosse il conte Franz Walsegg-Stuppach, un nobile con velleità musicali che andava commissionando opere a compositori di professione, tramite degli intermediari, facendole poi passare per proprie. Così risulta dalle Memorie di un suo assistito, il musicista Anton Herzog.Resta comunque tutta la suggestione legata alla elaborazione di una leggenda sull'opera ultima di un genio e, probabilmente, anche collegata alla maledizione che sembra aver seguito la vita del giovane prodigio, fino alla irrimediabile perdita delle sue ossa, nella tomba comune di Salisburgo.