Per non dimenticare

Peste, dolori, ansie e stress


Un unico santo protettore, attraverso i secoli, per le peggiori malattie che l'uomo antico e moderno può temere. San Sebastiano - 20 gennaio
Non sarà un caso se il giovane legionario romano, che pagò duramente la conversione al cristianesimo, martirizzato a colpi di frecce, è stato lungo i secoli uno dei santi più venerati e più rappresentati nell'arte.Certo la raffigurazione di un atleta morente permetteva ai pittori e agli scultori un esercizio di bravura nella resa anatomica, lo spasmo muscolare, non ultima, la belleza scultorea fine a se stessa.Ma certo c'è stato di più, se attraverso i secoli alcuni santi hanno colpito l'immaginario del popolo fedele, incarnando alcune delle aspettative più comuni, dando espressione ed offrendo speranza contro le maggiori paure, le piaghe più diffuse.
San Sebastiano fu infatti a lungo uno dei venerati patroni contro la peste, spesso raffigurata come un flagello del cielo, saette e frecce che colpivano alla cieca la popolazione inerme, senza distinzione alcuna.Così il giovane santo trafitto da frecce diventava un archetipo della carneficina, qualcuno in cui identificarsi, a cui chiedere, per somigliana della sofferenza, intercessione di fronte a Dio per sfuggire alla morte.Nel tempo, finita la ricorrenza delle pestilenze, cambiano le paure, le sofferenze. E San Sebastiano, le sue sofferenze, diventano epitome delle malattie dai lunghi dolori, le gotte, le artriti, i reumatismi, Si rappresenta sempre di più la storia della sua lenta agonia, i personaggi che si prendono cura di lui moribondo, divenendo all'epoca, nella società, estremamente importante l'opera di carità (volontariato, con termine moderno) dei molti, religiosi e laici, che si occupavano di sofferenti, malati, vecchi.
Per diventare, poi, in tempi più recenti, la rappresentazione del tormento della malattia dello spirito, la depressione, lo stress, il male di vivere, soprattutto la paura.