Per non dimenticare

Festa del Beato Angelico


18 febbraio - beato Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico.
E' l'unico santo del calendario ad essere anche un artista di garnde fama e importanza nella storia dell'arte.O, se vogliamo metterla in un altro modo, l'unico pittore ad essere stato dichiarato "beato" (un grando preliminare a quello della vera e propria canonizzazione) dalla chiesa. La proclamazione ufficiale è avvenuta abbastanza di recente, nel 1982.Nato all'inizio del XV secolo, in un paese montuoso della Toscana (probabilmente, però, lo stesso che aveva dato i natali a Giotto), Vicchio di Mugello, il suo nome era Guido di Pietro, in un'epoca in cui i patronimici stavano al posto dei cognomi.Quando si fece frate Domenicano assunse il nome di Fra Giovanni. Era già pittore affermato a Firenze prima di farsi domenicano. Quindi la sua è una cosiddetta "vocazione adulta": quando entra nell'ordine domenicano ha infatti circa trenta anni (età ragguardevole per l'epoca). Vive a lungo nel convento di San Domenico a Fiesole -di cui diventa anche Priore- e in quello di San Marco a Firenze. Per poi spostarsi, più avanti nella vita, a Orvieto e a Roma (dove morirà, nel 1465).La sua tomba è tuttora conservata e onorata nella chiesa romana di Santa Maria Sopra Minerva - la stessa in cui morì (ed è sepolta) Santa Caterina da Siena.L'appartenenza ad una stretta osservanza pauperistica ed eremitica della vita domenicana, non impedì al Beato Angelico di continuare la sua attività artistica, svolta come sussidio alla vita religiosa dei suoi confratelli.
Il motto domenicano "CONTEMPLATA ALIIS TRADERE" (diffondere presso gli altri quello che si è visto e compreso nella contemplazione") può essere preso a motto della sua stessa arte.Il suo mondo popolato di angeli e visioni ultraterrene, ha ispirato ad Antonio Tabucchi uno dei suoi più bei racconti, I volatili del Beato Angelico, in cui lo scrittore immagina che frotte di piccoli angeli popolassero l'orto del convento in cui il Beato Angelico lavorava, imponendo la loro bambinesca prresenza di cuccioli, tanto da costituire poi la materia dei suoi stessi dipinti.
"si scambiavano colpetti di zampe, affettuose occhiate e tocchi di penne, parlando nel loro modo alare e anche ridendo per la gioia di essersi ritrovati".