SESSO: A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE E TANTI APPROFITTANO Molti uomini, all’apparenza normali, si travestono da donna provando un brivido Dicono di farlo solo per divertimento, tanto per ridere. Eppure guardando bene nei loro occhi si può scorgere un filo di malizia, un piccolo autocompiacimento. Sono i tanti uomini che approfittano del carnevale per vestirsi da donna truccandosi vistosamente, indossando una parrucca il più realistica possibile e magari rubando indumenti alle mogli o alle amiche. E’ facile incontrarli nei reparti lingerie dei grandi magazzini, mentre fingono di cercare un regalo per la moglie". Trattandosi di indumenti, la domanda è di rito: cosa ci sarà sotto? Semel in anno licet insanire amava dire Seneca, ma forse nel caso dei travestimenti di carnevale calza meglio la frase del senatore a vita Giulio Andreotti: malignando si commette peccato ma il più delle volte ci si azzecca. Nella maggioranza dei casi è un “vizietto” coltivato nel privato delle case, che esplode in pubblico. Si tratta di quello che gli anglosassoni chiamano fenomeno dei cross-dresser, più o meno gli "scambia vestiti", ben differente dal travestitismo e da non confondere con il transessualismo da marciapiede. I cross-dresser di casa nostra spessissimo hanno moglie, magari figli, un lavoro regolare e un'immagine sociale rispettabile. E non è raro che le loro mogli siano coinvolte nel "gioco" e quando non trovano una compagna comprensiva, c'è sempre una prostituta disposta ad affittare la sua complicità. Non esistono statistiche anche se la sessuolga Alessandra Graziottin sostiene che siano il 2 o 3 per cento della popolazione maschile. E non sono mancati anche nella storia casi famosi, maschili o femminili, che nella storia hanno pescato le loro mise nell'armadio dell'altro sesso come Giovanna D'Arco e tutte le altre "sante travestite" e "sante barbute" medievali. Rodolfo Valentino e la regina Cristina di Svezia. Marlene Dietrich col suo irresistibile cilindro e l'androgina e nera bellezza di Josephine Baker. Oscar Wilde, Elvis Presley, David Bowie, Boy George. Fino a Madonna, la più grande sex-performer di tutti i tempi. Michael Jackson, in transito tra i generi sessuali, le razze e le età anagrafiche. Molti i film di culto del settore: Tootsie, che ha rinfrescato il successo di "A qualcuno piace caldo" con Jack Lemmon e Tony Curtis, indimenticabili Daphne e Josephine. "Victor Victoria". "Tacchi a spillo" di Pedro Almodovar, con Miguel Bose' magistrato di giorno e divina travestita nella notte madrilena. Fino a "Priscilla, la regina del deserto" e alla signora Emma Coriandoli di Arboriana memoria. Perfino la Mattel ha reso a suo modo tributo ai cross-dresser producendo un Ken, storico boy-friend di Barbie, in versione travestita, con tutu' e borsetta. In ogni caso i cross-dresser non sono gay, né tantomeno transessuali, e per nessuna ragione al mondo scambierebbero il loro corpo con quello di una donna pur prediligendo accessori e lingerie per signora ed indossando con estremo piacere mutandine e collant femminili. Solo loro che in tempo di Carnevale pur possenti come un Apollo, si scatenano sulle piste in discoteca fasciati di raso, imparruccati, con reggiseno riempiti di ovatta e con collant di raso per coprire i peli. Così conciati le ragazze li trovano divertenti, forse anche meno aggressivi. Finché l’utilizzo di lingerie femminili rimane circoscritto alla stanze di casa e al periodo di carnevale va tutto bene, ma se diviene una necessità il problema si può far serio. Quando l'equilibrio si è rotto lui non riesce più a eccitarsi se non travestito e l'impulso a farlo diventa quotidiano, ossessivo pena l’incapacità all’erezione. In questi casi l’unica via d’uscita è la terapia. Nei “cosiddetti normali” il problema nasce da una ferita profonda nel rapporto con la propria madre. Il travestimento è un'espediente anti-ansia. Nel ricreare su di sé l'immagine materna, l'ansia si placa. Il reggiseno o la guepiere hanno un po' la funzione della coperta di Linus. Se quanti amano travestirsi da donna a carnevale avessero il dubbio di essere nell’intimo meno maschi, si tranquillizzino. In loro soccorso arriva rassicurante uno psichiatra americano tra i maggiori esperti della patologia (disforia di genere) pronto ad affermare che proprio durante la mascherata che il travestito paradossalmente è più uomo, un maschio intatto. Non importa quanti abiti femminili ci si metta, non si è perso il simbolo supremo della virilità: il pene.
Post N° 15
SESSO: A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE E TANTI APPROFITTANO Molti uomini, all’apparenza normali, si travestono da donna provando un brivido Dicono di farlo solo per divertimento, tanto per ridere. Eppure guardando bene nei loro occhi si può scorgere un filo di malizia, un piccolo autocompiacimento. Sono i tanti uomini che approfittano del carnevale per vestirsi da donna truccandosi vistosamente, indossando una parrucca il più realistica possibile e magari rubando indumenti alle mogli o alle amiche. E’ facile incontrarli nei reparti lingerie dei grandi magazzini, mentre fingono di cercare un regalo per la moglie". Trattandosi di indumenti, la domanda è di rito: cosa ci sarà sotto? Semel in anno licet insanire amava dire Seneca, ma forse nel caso dei travestimenti di carnevale calza meglio la frase del senatore a vita Giulio Andreotti: malignando si commette peccato ma il più delle volte ci si azzecca. Nella maggioranza dei casi è un “vizietto” coltivato nel privato delle case, che esplode in pubblico. Si tratta di quello che gli anglosassoni chiamano fenomeno dei cross-dresser, più o meno gli "scambia vestiti", ben differente dal travestitismo e da non confondere con il transessualismo da marciapiede. I cross-dresser di casa nostra spessissimo hanno moglie, magari figli, un lavoro regolare e un'immagine sociale rispettabile. E non è raro che le loro mogli siano coinvolte nel "gioco" e quando non trovano una compagna comprensiva, c'è sempre una prostituta disposta ad affittare la sua complicità. Non esistono statistiche anche se la sessuolga Alessandra Graziottin sostiene che siano il 2 o 3 per cento della popolazione maschile. E non sono mancati anche nella storia casi famosi, maschili o femminili, che nella storia hanno pescato le loro mise nell'armadio dell'altro sesso come Giovanna D'Arco e tutte le altre "sante travestite" e "sante barbute" medievali. Rodolfo Valentino e la regina Cristina di Svezia. Marlene Dietrich col suo irresistibile cilindro e l'androgina e nera bellezza di Josephine Baker. Oscar Wilde, Elvis Presley, David Bowie, Boy George. Fino a Madonna, la più grande sex-performer di tutti i tempi. Michael Jackson, in transito tra i generi sessuali, le razze e le età anagrafiche. Molti i film di culto del settore: Tootsie, che ha rinfrescato il successo di "A qualcuno piace caldo" con Jack Lemmon e Tony Curtis, indimenticabili Daphne e Josephine. "Victor Victoria". "Tacchi a spillo" di Pedro Almodovar, con Miguel Bose' magistrato di giorno e divina travestita nella notte madrilena. Fino a "Priscilla, la regina del deserto" e alla signora Emma Coriandoli di Arboriana memoria. Perfino la Mattel ha reso a suo modo tributo ai cross-dresser producendo un Ken, storico boy-friend di Barbie, in versione travestita, con tutu' e borsetta. In ogni caso i cross-dresser non sono gay, né tantomeno transessuali, e per nessuna ragione al mondo scambierebbero il loro corpo con quello di una donna pur prediligendo accessori e lingerie per signora ed indossando con estremo piacere mutandine e collant femminili. Solo loro che in tempo di Carnevale pur possenti come un Apollo, si scatenano sulle piste in discoteca fasciati di raso, imparruccati, con reggiseno riempiti di ovatta e con collant di raso per coprire i peli. Così conciati le ragazze li trovano divertenti, forse anche meno aggressivi. Finché l’utilizzo di lingerie femminili rimane circoscritto alla stanze di casa e al periodo di carnevale va tutto bene, ma se diviene una necessità il problema si può far serio. Quando l'equilibrio si è rotto lui non riesce più a eccitarsi se non travestito e l'impulso a farlo diventa quotidiano, ossessivo pena l’incapacità all’erezione. In questi casi l’unica via d’uscita è la terapia. Nei “cosiddetti normali” il problema nasce da una ferita profonda nel rapporto con la propria madre. Il travestimento è un'espediente anti-ansia. Nel ricreare su di sé l'immagine materna, l'ansia si placa. Il reggiseno o la guepiere hanno un po' la funzione della coperta di Linus. Se quanti amano travestirsi da donna a carnevale avessero il dubbio di essere nell’intimo meno maschi, si tranquillizzino. In loro soccorso arriva rassicurante uno psichiatra americano tra i maggiori esperti della patologia (disforia di genere) pronto ad affermare che proprio durante la mascherata che il travestito paradossalmente è più uomo, un maschio intatto. Non importa quanti abiti femminili ci si metta, non si è perso il simbolo supremo della virilità: il pene.