Il mio mondo

La spazzatura di Napoli


Ieri sera per la prima volta dopo non ricordo quanto, ho seguito una trasmissione di approfondimento e dibattito senza innervosirmi per le idiozie ascoltate.Su Matrix, infatti, hanno parlato della situazione di Napoli in mezzo alla spazzatura e, Mentana e in sostanza anche tutti gli altri, domandavano: COME MAI E' ACCADUTO SOLAMENTE A NAPOLI? Come si fa a non pensare che ci sia davvero qualcosa che non funziona con i cittadini del capoluogo campano?Del resto è solo a Napoli che si è vista la polizia insultata perché arrestava un borseggiatore e, ora, viene fuori che Napoli, in cui in proporzione al numero di abitanti, ci sono più netturbini che a Milano, è sommersa dalla spazzatura.Non mi si venga a parlare di pregiudizi nei confronti dei napoletani perché, chi non fosse d'accordo dovrebbe rispondere a queste semplici domande:1. Perché se la spazzatura viene prodotta in tutta Italia, il problema c'è solo in Campania?2. Perché si calcola che a Napoli ci sia un addetto alla nettezza urbana ogni 400 abitanti mentre a Milano 1 ogni 8000 abitanti e la città sommersa dall'immondizia è Napoli?3. Perché mentre le altre regioni hanno costruito impianti e individuato siti di stoccaggio, in Campania non lo hanno fatto?4. Perché, se gli stessi campani, non vogliono ricevere la spazzatura di Napoli la dovrebbero ricevere le altre regioni?Colpa della camorra? Com'è che è così forte prorio in Campania e non in Lombardia?!Colpa dei politici? Beh, qualcuno li ha votati.Chi è causa del suo mal pianga sè stesso.Personalmente ho l'impressione che una parte di Napoli si sia convinta che è normale che le cose non funzionino, che ci sia l'illegalità, che il politico serve solo a raccomandare... Sicura è una cosa. Se i napoletani vogliono uscirne con un po' di orgoglio, è ora che si tirino su le maniche e si diano da fare per cambiare le cose. Chiedere aiuto fuori non solo non è giusto, ma non li aiuterebbe nemmeno a risolvere i problemi, senza contare che darebbero un motivo in più a chi ne parla male di continuare a farlo.