Colonnello Kurtz

Capitolo X: la Nemesi


La nèmesi accade quando tutte le traiettorie dei nostri destini si incontrano in un unico punto d’intersezione, quando gli eventi pongono gli uomini di fronte alle conseguenze delle loro scelte e delle loro paure. Ed è come una struggente canzone yiddish suonata da due zingari nella metropolitana, che risuona da un vagone all’altro incrociando le solitudini senza volto che popolano le carrozze dopo il lavoro. Ciò che era inevitabile è accaduto. In un attimo mi trovo solo, un’altra volta. Ma stavolta sono solo come non lo ero da tempo. Due storie che si chiudono nell’arco di poche ore. Una, chiusa ufficialmente due anni fa, e diventata solo una terribile fucina di rancori reciproci; l’altra, e la più importante, che tra su e giù durava da un paio di mesi. E non si può descrivere quello che sento di aver perso. Ed è cominciato tutto per una stronzata, o meglio per una serie sinergica di stronzate che hanno acceso la miccia, innescando catene incontrollabili di eventi. Ed è crollato tutto, come quei palazzoni minati ad arte che vengono giù senza sollevare un solo filo d’erba. E’ rimasto soltanto il dolore, e l’ultima immagine di questi due momenti fissata nella retina. Sono stanco, persino di parlarne. Ho commesso degli errori, e non era solo irritazione legittima o semplice sbadataggine. Fatico persino a capire come abbia potuto farli, come sia stato possibile, quasi che mi fosse impossibile pensare che sia stato io. Non intendo più ferire nessuno con i miei sbagli. E’ il momento di fermarsi a ragionare, a capire perché ogni volta è un incastro sbagliato tra tessere di puzzle diversi. Ci si prende, ci si trova, ci si lascia come se ogni volta si ricominciasse tutto daccapo, ma ogni volta fa più male. Io non ne posso più.