Colonnello Kurtz

Tickets


A farci caso, se c'è una cosa che ricorre ovunque dentro casa mia, sono i biglietti. Biglietti dell'autobus, della metro, abbonamenti di auto e metro, tesserine magnetiche dei bus di Firenze, biglietti in cartoncino lunghi e stretti della stessa città, quelli della metropolitana di Milano, quelli più quadrati di Bologna, bianchi e celesti con striscia argentata per Napoli, quelli della corriera Pesaro Urbino e tanti altri biglietti di altre città, piccole o grandi. Qualche carta d'imbarco, ma poca roba. E poi, un'infinità di biglietti ferroviari. Eurostar, intercity, regionali, dall'aeroporto a Roma o viceversa, linee locali. Li trovo dappartutto: infilati a mazzetti in buste di carta lunghe, negli astuccini delle agenzie di viaggio. Sui piani della libreria, dentro la scatoletta lunga di legno, sulla cassettiera, sui comodini del letto. Nell'armadio. Talvolta sul piano di lavoro della cucina. Spesso un paio nella tasca interna di una giacca, in un cappotto, quasi un giacimento di ricordi di viaggio. Ah, sì, qui era Bologna, quando sono andato per lavoro qualche settimana fa. Andata e ritorno nella stessa giornata, c'è anche lo scontrino della cena da McDonald's che a pranzo non avevo mangiato nulla. Ogni biglietto è un piccolo pezzettino di una storia. Alcuni biglietti che sono una parte di questa mia storia recente. Da quando ho fissato un centro, messo una radice e tutto il mondo ha iniziato a muoversi più velocemente intorno a me. E non è finita. Credo che presto le cose cambieranno ancora. Altre città, altri mezzi. Aerei, navi, e  mare tutto intorno. Manco se fossi una specie di commesso viaggiatore. O forse si?