Colonnello Kurtz

Sunset flight


C’è umido e puzza di cherosene in questo aeroporto. Aspetterò invano l’autobus, stasera, per due ore. E’ stato il mio volo numero 20, per quest’anno e ne ho abbastanza. Stavolta però ho volato in un acquarello, nei colori pastello dell’ora in cui il sole è appena tramontato. A 8000 metri di quota l’orizzonte è una striscia di nuvole color rosa su cui si appoggia una striscia sottile di colore blu intenso, entrambe racchiuse tra due lenzuola d’indistinta foschia color carta da zucchero, in cui svaniscono i contorni di coste, isole e impervie montagne. Mentre aspetto alla fermata, stremato dalla stanchezza, ragazzi con grossi zaini armeggiano con un portatile e ascoltano musica. E io mi intontisco di liquori approssimativi sapendo che anche stanotte non riuscirò ad addormentarmi facilmente, fuori dal mio letto. E’ ora di fermarsi. E di far scendere i troppi pensieri che mi abballano per la capa.