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Dovevamo arrivare a questo

Post n°276 pubblicato il 22 Maggio 2008 da sparus_rm
Foto di sparus_rm

Il primo Consiglio dei Ministri del IV governo Berlusconi ha deliberato la militarizzazione de facto dei siti per lo smaltimento dei rifiuti, l’apertura in provincia di Napoli di cinque discariche aperte e di quattro nuovi termovalorizzatori. Un vero e proprio colpo di mano. Saranno certamente molti a chiedersi come sia possibile che si sia arrivati a questo, se basteranno i proclami a risolvere l’emergenza munnezza in Campania e cosa farà concretamente il governo per contrastare la principale (ma non unica) causa di tutto questo: la camorra. Scrive l’austero Guardian di Londra «Napoli è la disgrazia dell'Italia e la vergogna dell'Europa»: è una tagliente verità, difficile da digerire per chi conosce ed ama Napoli e impara ad intravedere piccoli ma significativi segni di mutamento nella rassegnazione generale. Come quando a Natale in molti quartieri di Napoli i commercianti hanno rifiutato di arrendersi alle ditte della camorra, che gestiscono il racket degli addobbi natalizi, e hanno messo soltanto quattro lucine, ciascuno per il suo negozio. Un’austerità inconsueta per la chiassosa Napoli, che le conferiva un tocco di essenzialità quasi di una città del Nord Europa. Un’immagine quasi impressionante. E’ forse utile una breve rilettura di quanto è successo in Campania negli ultimi anni per capire l’enormità del vuoto politico che ha concesso a Berlusconi lo spazio di manovra per iniziative così drastiche. Come ormai tutti sappiamo, l’emergenza rifiuti in Campania è il frutto di quindici anni di totale immobilismo politico in materia di smaltimento. Un’immobilità che però è convenuta a parecchi: in primo luogo a quei politici (cito tra i tanti due nomi: Pecoraro Scanio e Caruso) che sono accorsi per diventare i capipopolo del ribellismo capecazz’, i Not In My Back Yard in versione c’a pummarola ‘ngoppa che hanno sabotato ogni tentativo di aprire nuove discariche o impianti di smaltimento; i signorotti della politica locale (leggi: sindaci e assessori) che hanno avuto un ottimo pretesto per scatenare la loro creatività nel cercare rimedi estemporanei, inefficaci e costosi al problema, magari affidando appalti alle ditte degli amici degli amici; ma soprattutto alla camorra, che per ogni chilo di munnezza che veniva smaltito semplicemente sotterrandolo nelle sue discariche abusive incassava dai nove ai dieci centesimi, invece che il prezzo di mercato di ventuno o sessantadue centesimi al chilo. La stessa camorra – tanto per capirci - che in piena rivolta munnezza, a gennaio, mandava i suoi a bussare porta a porta agli abitanti di Pianura per convincerli ad aderire “spontaneamente” alle democratiche manifestazioni a sassate contro la polizia e i vigili del fuoco. La stessa camorra – tanto per capirci – che ha messo le molotov nelle mani dei ragazzini di Ponticelli per andare a bruciare i campi dei Rom, nel segno di quel motto della Regia Marina Borbonica, quel “facite ammuina[1] che è diventato il marchio di fabbrica della politica post-borbonica in Campania. E’ dall’immediato dopoguerra che in questa regione si è governato, per l’appunto, facendo sulamènt ammuina, ovviamente senza mai risolvere uno solo dei problemi che, quasi per una maledizione biblica, devono necessariamente assillarla e impedire di crescere come qualsiasi altra regione. Ma le leggi dell’economia non ammettono eccezioni, e se – come abbiamo spiegato - c’è qualcuno che ci guadagna, c’è pure qualcuno che ci rimette: il principio dei cosiddetti “giochi a somma zero” del nobel Lester Thurow. Ecco una parziale lista di chi ci ha rimesso: i cittadini della Campania, anzitutto, che da anni subiscono una situazione di degrado igienico sanitario che non ha precedenti né casi paragonabili, se non nell’esplosiva situazione del colera del 1973. L’anno scorso, viaggiando in treno verso Napoli era “normale” capire che ci si avvicinava a destinazione perché aumentavano i roghi di spazzatura nei paesi dell’hinterland. Ai primi di gennaio era altrettanto “normale” vedere davanti ad asili e scuole elementari cumuli di spazzatura alti fino a sette metri. E sto parlando solo di alcuni fatti di cui sono stato diretto testimone. Poi ci sono i dati epidemiologici, per esempio quelli che attestano un aumento del 12% dei tumori al pancreas nella popolazione Campana, il triangolo della morte di Nola Acerra Aversa con le sue pecore alla diossina e quant’altro. Ci hanno rimesso gli imprenditori turistici di Napoli, che già hanno perso oltre cento milioni di euro, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della redistribuzione della ricchezza e dell’occupazione. Ci hanno rimesso i turisti, ovviamente, malgrado il maggio dei monumenti e tutti i sarcazzi che si fanno per promuovere l’immagine della Campania,  che esce a pezzi da questa vicenda. Non si può andare in una città ed essere accolti, sin dalla stazione Centrale, da una diffusa e persistente impressione di sudiciume, di olezzi di marcio, di carte sporche jettat’ pe’ mmiez’a via. Palazzo Reale, Piazza Plebiscito, Posillipo, Forte sant’Elmo, il Parco Virgiliano sono isole di bellezza cui si può accedere solo attraverso canali di spazzatura. Ed è ancora peggio se si pensa che Napoli e il suo hinterland sono un passaggio obbligato anche per chi voglia raggiungere le isole o anche proseguire in macchina per la Costiera Amalfitana, la Calabria, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia. La munnezza di Napoli non può essere il viatico che accompagna il visitatore nei suoi viaggi verso Sud. Ci ha rimesso l’ambiente, che in alcune zone è talmente degradato da renderlo insalubre solo il passaggio. I sacchetti galleggiano nel gofo di Napoli e in tutto il Tirreno. Ci ha rimesso anche la politica di sinistra, e in particolare il PD, che pur di non far saltare gli equilibri politici in Campania s’è tenuta per forza un personaggio assolutamente impresentabile come Antonio Bassolino invece di mandarlo via con i calci nel culo che meritava, perdendo una buona occasione per dare un segnale di discontinuità con le amministrazioni del passato e contribuendo in maniera decisiva alla sua disfatta non solo a livello regionale, ma anche nazionale. Ingenui fino al patetico, passando per tutta la gamma di aggettivi che vanno dal criminale all’irresponsabile, passando naturalmente per il mariuolo e per il cecato, hanno lasciato crescere lo strapotere di un establishment oligarchico e la situazione sempre più palese di disagio dei cittadini di tutta la campagna e di logoramento dei rapporti con la classe politica locale. E oggi arriva un trionfante Berlusconi che grazie a questo cumulo di errori, sviste, omissioni può annunciare la nuova operazione Vespri Siciliani per la risoluzione dell’emergenza munnezza. E magari stavolta ci riesce davvero, per sfregio. E quando inizieranno ad arrivare le camionette, vi chiederete perché. Ecco come ci siamo arrivati.

 

 



[1] Ammuìna = confusione, spesso nel senso di confusione artificiosa

 
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Brume di maggio

Post n°275 pubblicato il 19 Maggio 2008 da sparus_rm
Foto di sparus_rm

Scrivo sempre meno, credo tutti se ne siano accorti. Troppi impegni, troppi viaggi, troppa stanchezza, troppo poco tempo per mettermi a scrivere un post. Ma anche meno voglia. Com'è noto, la sinistra ha perso le elezioni e mi sembra un buon motivo per scrivere meno. Com'è noto, dormo poco e anche abbastanza male, tanto per non farci mancare nulla. Com’è noto, in questo periodo la mia vita sentimentale e sessuale è più che soddisfacente e si sa, chi tène a capa fresca e a panza chiena nun tène genio é malincunie. Com’è noto, sono diventato un panzone ma ciò non è una motivazione sufficiente per un post sull’angoscia per l’imminente prova costume. Com’è noto, malgrado la mia vita sia un tourbillon, coltivo sempre l’attitudine a starmene scazzato. Com’è noto, sono metereopatico, il tempo è di merda e ciò ha una relazione negativa con la mia voglia di scrivere. Com’è noto, abbinare gli abiti secondo schemi monocromatici e toni spenti non è bene ed è un certo sintomo di perdita della creatività. Indi per cui, abbiate la vostra pazienza. E per il resto, mi rimetto al vostro buon cuore.

 
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Chi si ferma è perduto?

Post n°274 pubblicato il 06 Maggio 2008 da sparus_rm
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Piccolo bilancio da capodanno ad oggi: ho preso 12 volte l'aereo percorrendo circa 4600km, ho percorso circa 5000km in treno, 4000km in motorino, 1000km in automobile, ho consumato due paia di scarpe, ho dormito fuori casa circa 35 notti, ho fatto circa 15 nottate per lavoro, ho parlato con centinaia di persone, ho avuto 1 nipote, ho prodotto 1 promo per un programma televisivo, ho fatto montare 1 parabola per vedere la satellitare, sono stato ad 1 matrimonio, ho girato 4 giorni per trovare un regalo, ho invitato 1 o più amici a cena circa 30 volte, sono stato invitato a cena circa 8 volte, ho cucinato 1 volta linguine all'astice e 1 volta la minestra di cernia, avrò visto 2 film di prima visione e 1 manco al cinema, sono stato al mare 6 volte, ho avuto mal di testa 26 volte e ho preso circa 30 1/2 bustine di nimesulide, ho dormito di pomeriggio 1 volta, mi sono alzato 3 volte alle 4 del mattino, ho avuto l'insonnia per 4 volte, cambio le lenzuola ogni 7 giorni, innaffio le piante del balcone ogni 2 giorni e gli do mediamente 8 litri d'acqua.

Inizio a sentirmi un po' stanchino.

 
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Workspotting

Post n°272 pubblicato il 28 Aprile 2008 da sparus_rm
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Italia, paese di poeti, santi, navigatori e ispettori del lavoro altrui. Dopo trainspotting ecco il workspotting: la febbrile attività dell'homo faber come sublime forma di spettacolo contemporaneo. Per ogni persona che lavora platealmente ci sono dai sei ai quindici pensionati che osservano. Vieni anche tu, fonda un club territoriale di workspotting, e apriamo un blog. Dì la tua sui lavori pubblici nella tua zona: avranno asfaltato bene la strada? Il tombino del gas è stato richiuso bene? La malta del muretto era quella giusta per un parco giochi? Gioca anche tu: workspotting!!!

 
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Sardinians with attitude

Post n°270 pubblicato il 14 Aprile 2008 da sparus_rm
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Aereoporto. Fila per l'imbarco. Un bambino, avrà tre o quattro anni, tira con fatica un trolley più grande di lui. La mamma gli fa "Paolinno, lascia la valigia a mamma" e lui: "non la lascio"; "Paolinno, lascia la valigia a mamma" e lui: "non la lascio"; "Paolinno, lascia la valigia a mamma" e lui "non la lascio". "Sei testarddo, pperò!" fa la mamma. Arriva il padre, che gongolando, prende Paolinno in braccio e gli fà "Bravo Paolinno, si vede che sei sardo: se eri un bambino continentale da mò che gliel'avevi datta vinta, a mamma!" (storia vera)

La verità? Mi girano le palle. Ma un post sulle elezioni, potete sognarvelo.

 
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Spazio bianco per iniziative di utilità sociale

Post n°269 pubblicato il 14 Aprile 2008 da sparus_rm
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Avendo accidentalmente postato due volte lo stesso messaggio, mi riservo la facoltà di destinare questo spazio a iniziative di utilità sociale. Ad esempio, mettendolo a disposizione dei lettori per indicare quali siano, a loro avviso, i motivi che hanno portato la Sinistra Arcobaleno (detta anche Sinistra Coccolino Silk), a prendere la sonora badilata elettorale che ha preso alle recenti elezioni politiche.

Per i più fantasiosi, viene altresì offerta la possibilità di ampliare l'analisi con un più che mai leninista "che fare?"

Inizio con un piccolo spunto: la "Sinistra Arcobaleno" è l'impossibile tentativo centripeto di fermare la frammentazione centripeta a stadi successivi del PCI, voluta dalla sua ala massimalista:

In principio era PCI

Poi PDS e RC

Poi RC e CI

Poi PRC, CI, PCD'I

Poi PRC, CI, PCDI e SA

Poi PRC, CI, PCDI, SA, Neutroni, Elettroni, Protoni, Bosoni, Neutrini, Quark e Franco

 
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Anatra zoppa (ricorda da dove sei venuto 2)

Post n°267 pubblicato il 01 Aprile 2008 da sparus_rm
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E anche stanotte ho dormito poco e male. Colpa dell’ora legale, che produce su di me un tale sconvolgimento che mi serve almeno un mese per riassestarmi. Colpa dei pantaloni diventati troppo stretti per i chili messi su dopo aver smesso di fumare. Colpa dei pensieri che corrono come nuvole nel maestrale di un'esistenza ancora una volta in rapido mutamento. 
Succede così di aprire YouTube attraverso un link in un blog di una persona a cui sono legato, e di ricordare attraverso un video, una musica, un frammento di emozione, quello che ho dovuto attraversare e da dove sono partito prima di ritrovarmi qui, oggi. Leggero, impertinente, incline alla spacconeria.

E c'è questa struggente Bibo No Aozora di Ryuichi Sakamoto, che mi riporta ad un film, Babel, e ad un personaggio tra tutti, quello della ragazzina giapponese sordomuta. E ad uno stato d'animo: una solitudine colma di disperazione, che ora non c'è più e nemmeno avrebbe motivo di esistere, e che tuttavia è rimasta come una cicatrice dentro di me. Che, malgrado la voglia di girare pagina, rende capaci di sentire dentro di sé la solitudine e la disperazione altrui come una vecchia frattura sente l'arrivo del maltempo.


 
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Treno 2392. Storie precarie

Post n°266 pubblicato il 26 Marzo 2008 da sparus_rm
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"L'Unione si è ora prefissata un nuovo obiettivo strategico per il nuovo decennio: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale."
(Conclusioni del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, articolo 5)

E' passata una settimana da quando per me è iniziato quello che qualche sindacalista chiamerebbe, senza crederci nemmeno troppo, con l'eufemismistica e altisonante locuzione di "percorso di stabilizzazione". Se tutto va bene, per un paio d'anni potrò respirare. Badate, non ho detto respirare costosa aria delle Dolomiti in alta stagione, ma normale aria di città gratis. Per un paio d'anni, si badi bene.
Non starò a raccontarvi delle mie vacanze pasquali, dell'abbacchio,
della pastiera o del freddo, della pioggia o del vento. E' che proprio non ci riesco a dimenticare che fino a otto giorni fa ero più in bilico degli ometti del subbuteo su una puntina da disegno.
Vi racconterò di due ragazzi su un treno regionale qualunque di un qualsiasi martedì dopo Pasqua, che come me per tornare in città, al "lavoro" viaggiano sui treni più lenti, e più a buon mercato. E si sa, nei viaggi lenti la gente tende a parlare di più. Non come sugli Alta Velocità per Milano dove nessuno fiata e la gente passa le quattro ore di viaggio col naso dentro lo schermo del portatile. Questi ragazzi, avranno avuto venticinque o ventisei anni parlano.  Di ragazze, delle vacanze nel paese, del “lavoro” che li attende. Il primo lavoro è che devono trovare “lavoro”. Il che significa spedire decine di curriculum per candidarsi a fare la stessa cosa, ma in posti diversi. Diversi ma anche uguali. Perché il “lavoro”,è sempre lo stesso. Operatore di call center. Che nell’economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo vale a dire fare lo schiavo, insomma. E spesso significa vendere beni o servizi inutili a gente che non ne ha assolutamente bisogno. La loro storia, uguale a quella di tanti altri, si snoda tra una stazione e l'altra. L'università come via di fuga all'assoluta mancanza di prospettive nel paese, poi la laurea triennale, magari con una buona votazione, e poi l'inizio della spirale del precariato. Curriculum - colloquio - call center - altri curriculum - altri colloqui - altri call center. Diversi ma anche uguali. Novecento euro di paga e cinquecento d'affitto. Millecentocinquanta se vai a Milano, dove però l'affitto è seicento. Una generazione senza altra prospettiva davanti se non quella di essere chiamati per un colloquio come funzionari area risorse umane e sentirsi chiedere di vendere porta a porta aspirapolvere o altri salcazzi. Ed è tutto così. Ieri c'è stata all'aula magna della Sapienza l'anteprima dell'ultimo film di Virzì, "Tutta la vita davanti", con Isabella Ragonesi, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Massimo Ghini (e pure la Ferillona). Quella che sembra una favoletta un po' sconclusionata della precarietà mi aggredisce alla bocca dello stomaco. L'aula magna è piena. I ragazzi applaudono, e non solo alla fine del film.

Poscritto volutamente polemico e sgradevole: fin qui tutto bene. A parole, non troverete mai nessuno che apertamente sostenga, appoggi, giustifichi o consideri giusto il ricorso massiccio al precariato in tutti i settori della pubblica amministrazione, dei servizi e dell'industria. E tuttavia, la persistenza e la pervasività di questo bel "fenomeno" non sono la conseguenza della volontà di Gesù, come troppi vorrebbero far credere. E allora, io voglio sapere chi è che deve dire grazie ai precari perché beneficia dei guadagni che non si mettono in tasca, della totale mancanza di diritti che gli consente di fare il bello e il cattivo tempo come manager, di garantire i privilegi a chi non fa un cazzo dalla mattina alla sera pur prendendo quattordici stipendi l'anno, di chi parla di lotta al precariato ma investe soldi nelle azioni delle imprese che lo usano per gonfiare i dividendi e "fare risultato", di controllare tessere sindacali e di partito, di promuovere sistematicamente la precarietà lavorativa e poi di presentarsi in pubblico come difensore dell'occupazione, di quelli che lavorano talmente troppo, ma talmente troppo che tra un caffè e l'altro l'anno scorso ci hanno messo otto mesi per passare in banca un co.co.pro. di poche migliaia di euro. Insomma, mi piacerebbe sentire il parere di quanti traggono profitti dal metterlo nel culo ai precari, tanto per vivacizzare il dibattito. Orsù, fatevi avanti. Parliamone in libertà.

 
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Habemus papam!

Post n°265 pubblicato il 19 Marzo 2008 da sparus_rm
Foto di sparus_rm

Nell'immagine: il vivo entusiasmo della folla scesa in piazza a Roma a seguito della notizia che il Colonnello Kurtz dopo tante tribolationes è passato al concorso e ora può tirare il fiato. Le foto in cui festeggia in una jacuzzi ubriaco e con cinque ballerine oba oba purtroppo non possono essere mostrate per via delle strette restrizioni imposte dagli amministratori di Libero.

 
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Messaggi rassicuranti

Post n°264 pubblicato il 17 Marzo 2008 da sparus_rm
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Ore 13.25. Tra 25 ore, 34 minuti e 13 secondi, si decide della mia vita.

 
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