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Post n°4 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da isabeau_reine
Cronache reali annotate da HNV p.v. di SAR Isabeau I Rientrato da soggiorno forzato su isola Ventòtenis, a seguito deposito credenziali et plichi di supliche per SAR, recomi a suo illuminifico cospetto. Quand'ecco che sovvengono rumori di fruste et novenibus cordae. Il ciambellano, grigio in volto precipita ansante meco, e con disgustoso afflato fecemi resoconto (non dovuto e per una volta gentile quanto spaventato in corda e corporis) Pare che le nuove, giunte ieri da vicino (ahinoi) Stato confinante, abbiano suscitato in modi e alterchi reiterati, sindrome e scoppi irrefrenabili d'ira a Sua Illuminatezza Reale. Avversa sversatamente a postriboli curiali et maneggi sacrestia, SAR ha appreso a ore 10 et 58 di dichiarazioni CEI at Vaticanorum Ecclesiae, et , in contestorum idem, di blitz delle Forze Pubblicae, in basso stato, protese al sequestro di feto morto (corpus reatuum praesuntus). Repentinamente mutato in paonatium coloris l'incarnato, S.M. ha preteso abito da anni non indossato et adeguato corredo accessorio, iniziando di lì a poco la Sua Augusta Persona Medesima a fendere arie et suppellettili come in preparatoria pugna irae. Accostata et ossequiata la Regina, ho cercato, con modi et benevolentie, di porre calmo a srotolata furia. Invano. Irreperito SM il Re, a tarda sera, conto grossolano: tre orologi Amoreux di LaMoges scorticati ante et retro; sei puttini Thum Thum in frantumo sparpagliati; 15 cucchiaini argeant, pour mener le the, perdus ; la chambre à dormir velliquèe par frustades a droit et gauche. Previsto per domani, post albae, visita di prof. Toren De Cardieu. SAR Isabeau ora riposa (per gratia et miracolo sancti). il s.p. Hidalgo Nuraxi Vals
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Festina Mox Nox
Io ti ho nominato regina.
Ve n'è di più alte di te, di più alte.
Ve n'è di più pure di te, di più pure.
Ve n'è di più belle di te, di più belle.
Ma tu sei la regina.
Quando vai per le strade
nessuno ti riconosce.
Nessuno vede la tua corona di cristallo, nessuno guarda
il tappeto d'oro rosso
che calpesti dove passi,
il tappeto che non esiste.
E quando t'affacci
tutti i fiumi risuonano
nel mio corpo, scuotono
il cielo le campane,
e un inno empie il mondo.
Tu sola ed io.
tu sola ed io, amor mio,
lo udiamo.
(Pablo Neruda)
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