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Cronache di Palazzo
Annuale visita del Codazzo Cardinalesco
La Regina, prontamente ripresasi da notturna regale cavalcata, ha ricevuto ieri in udienza straordinaria, il Guardasigilli e un codazzo di cardinali dello Stato Cosificio, addivenuti , in prona processione, per la consueta annuale consegna dei sigilli legatari dell’Abbazia SanctaSanctorum del Regno.
Inizialmente mansueta e formale, l’atmosfera si presto surriscaldata, allorché sua eminens porporata, arqueveque Anselmi (congiunto di Anselma???) citava in ablato latinensis, sensibile lamentatio adversus pelicula dolens: “ Subbuglio tranquillo” in questi giorni in programmazione al supercinema del regno “RegaliumPeliculae”
Il cardinals mostrando segni di patimento, lacrimando e sussultando il petto e il crine, dopo aver descritto per filo segno e longitudine la scena di sesso insita in film, fotogramma per fotogramma, aggiungeva paonazzo: ” Mi sarei aspettato una scena romantica, soffusa, tenera, magari un momento d’amore aperto alla vita, ad un figlio..E invece no! More pecorum cum pudendam exibitio et sussurebus vergognosis!!! Chiedo a SAR la sospensione ecce homo et ecca foemina, nonché il sequesto della pellicola”. La regina, Isabeau I, che aveva smesso da qualche minuto lo scettro (causa fastidiosa borsite a gomito regale, post cavalcata), prontamente riagguantava sacro simbolo di governo e maestà, indi con esso, procedendo in senso longitudinale e trasversale, poneva a fendere l’aria versus eminens che, oltremisura paonazzo, subitamente guadagnava l’uscita, lasciando dietro se stallatica aura et penne porporate.
SAR, nonostante i miei tentativi di arrotolare la srotolata ira, continuava imperterrita a menar scettro, descrivendo “ics” su tendaggi damascati, suppellettili in laminatio dorato, poltronibus di rappresentantia et cortigiani malcapitati. Solo lo scocco di ora sesta quetava Sua Maestà (o forse un rigurgito di borsite dolens).
Odore stallatico persisteva sino a ora nona.
il segretario personale di SAR
Hidalgo Nuraxi Vals
Festina Mox Nox
Io ti ho nominato regina.
Ve n'è di più alte di te, di più alte.
Ve n'è di più pure di te, di più pure.
Ve n'è di più belle di te, di più belle.
Ma tu sei la regina.
Quando vai per le strade
nessuno ti riconosce.
Nessuno vede la tua corona di cristallo, nessuno guarda
il tappeto d'oro rosso
che calpesti dove passi,
il tappeto che non esiste.
E quando t'affacci
tutti i fiumi risuonano
nel mio corpo, scuotono
il cielo le campane,
e un inno empie il mondo.
Tu sola ed io.
tu sola ed io, amor mio,
lo udiamo.
(Pablo Neruda)
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