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dal Diario clandestino di Hidalgo
(provenienza: il Regno /destinazione: non si sa)
"...es quando venne las tardes que mia Reina avvertì per prima colpi di spingarde en el nord. Dopo, bastante paroles no truevo por escontar i mots de crio e de randelas, colpos duro su puerte et traballamiento de los vetros de uindos. Todo, in pequeno tiempo, se mismo rebaltò. El Regno, el sagro suo Regno perdido, ela, in fuentes fugas con migo e los caballeros, sbirri del cuelpo de estado a nuestre calcagnes mordiendo.
Ahora, estamos juntos in locanda epserdida, in abitos dismetidi, in pover cannae e sinza nada de futuro y poquito de magnar.
Ista la historia, hista l'ausentias, isto el dolores magno. Ma magnana, un caballero fidado, dal pais viendrà a portar novielles e ahora, quien sabe, magara que nostras vendicadera alma torner a sua casa a suo trono a suos sudditus orfanelos....Quien sabe et puerca loca.."
Festina Mox Nox
Io ti ho nominato regina.
Ve n'è di più alte di te, di più alte.
Ve n'è di più pure di te, di più pure.
Ve n'è di più belle di te, di più belle.
Ma tu sei la regina.
Quando vai per le strade
nessuno ti riconosce.
Nessuno vede la tua corona di cristallo, nessuno guarda
il tappeto d'oro rosso
che calpesti dove passi,
il tappeto che non esiste.
E quando t'affacci
tutti i fiumi risuonano
nel mio corpo, scuotono
il cielo le campane,
e un inno empie il mondo.
Tu sola ed io.
tu sola ed io, amor mio,
lo udiamo.
(Pablo Neruda)
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