Ancestralstigmata

Post N° 18


Io che ho sempre adorato le spoglie del futuroe solo del futuro, di nient’altroho qualche volta nostalgiaricordo adesso con spaventoquando alle mie carezze smetterai di bagnarti,quando dal mio piaceresarai divisa e forse per bellezzad’essere tanto amata o per dolcezzad’avermi amatofarai finta lo stesso di godere.Le volte che è con furiache nel tuo ventre cerco la mia gioiaè perché, amore, so che più di tantonon avrà tempo il tempodi scorrere equamente per noi duee che solo in un sogno o dalla corsadel tempo buttandomi giù primaposso fare che un giorno tu non vogliada un altro amore credere l’amore.Un giorno o l’altro ti lascio, un giornodopo l’altro ti lascio, anima mia.Per gelosia di vecchio, per pauradi perderti – o perchéavrò smesso di vivere, soltanto.Però sto fermo, intanto,come sta fermo un ramosu cui sta fermo un passero, m’incanto…Non questa volta, non ancora.Quando ci scivoliamo dalle bracciaè solo per cercare un altro abbraccio,quello del sonno, della calma – e c’ècome fosse per sempreda pensare al riposo della spalla,da aver riguardo per I tuoi capelli.Meglio che tu non sappiacon che preghiere m’addormento, quali,parole borbottandonel quarto muto della golaper non farmi squartare un’altra voltadall’avido sonno indovino.Il cuore che non dormedice al cuore che dorme: Abbi paura.Ma io non sono il mio cuore, non ascoltoné do la sorte, so bene che mancarti,non perderti, era l’ultima sventura.Ti muovi nel sonno. Non girarti,non vedermi vicino e senza luce!Occhio per occhio, parola per parola,sto ripassando la parte della vita.Penso se avrò il coraggiodi tacere, sorridere, guardartiche mi guardi morire.Solo questo domando: esserti sempre,per quanto tu mi sei cara, leggero.Ti giri nel sonno, in un sogno, a poca luce.(Giovanni Raboni)