Rottweiler-Pitbull

ESTATE. Via libera ai cani sui treni (anche i pitbull)


Possono viaggiare, debitamente protetti, anche gli appartenenti alle ex razze pericoloseTutti i cani possono viaggiare liberamente sui treni italiani, compresi i pitbull, i rottweiler, gli american bulldog, i dogo argentini e gli altri inclusi nella lista delle razze pericolose, ormai abolita. Ovviamente, devono avere la museruola e vanno tenuti al guinzaglio (corto). Lo sostiene l'Aidaa, Associazione Difesa Animali e Ambiente. Le restrizioni previste dalle Ferrovie riguardanti le 17 razze pericolose, spiega l'Aidaa, «sono illegali e illegittime in quanto si riferiscono ad una ordinanza non più in vigore e sostituita con l'ordinanza del sottosegretario alla salute Martini del 3 marzo 2009 che abolisce l'elenco delle razze pericolose». Pertanto, continua l'Aidaa, «seguendo le norme previste dalle Ferrovie in materia di prenotazione dei biglietti, sui treni in cui sono ammessi i cani, possono viaggiare liberamente anche tutti i cani (ovviamente muniti di museruola e guinzaglio corto) anche quelli appartenenti alla lista delle ex-razze pericolose. Qualora in biglietteria - continua l'associazione - dovessero rifiutarvi i biglietti ferroviari per viaggiare con i vostri cani, vi chiediamo di denunciare immediatamente al più vicino ufficio di polizia ferroviaria o delle forze dell'ordine sia la società Ferrovie Italiane che il responsabile del servizio di biglietteria, che nel caso specifico commette il reato di truffa, rifiutandovi un biglietto in base ad una normativa non più in vigore».«Se le Ferrovie applicano ancora l'ordinanza Turco che è decaduta devono essere denunciate per truffa e per abuso di potere - afferma Lorenzo Croce, presidente di Aidaa - una volta che vengono rispettate le regole previste per la prenotazione dei biglietti nessuno può vietare di farvi salire in carrozza con il vostro cane, quale sia la sua razza e la sua taglia. È ora di smetterla con questi divieti illegali e illegittimi quando una legge o un'ordinanza non esiste più la sua applicazione forzata diventa reato».