1a canzone al giorno

Daniele con l'argento vivo


Penultimo o terzultimo appuntamento con la serie dedicata al Festival di Sanremo, vedremo..... Torna per la terza volta in poche settimane Daniele Silvestri che ha presentato al Festival il brano "Argentovivo" sui disagi degli adolescenti sempre più legati a monitor e display e sempre meno alla vita "reale". Questa è una delle canzoni che a riascoltarla piano piano mi sta convincendo. Se poi l'avesse fatta da solo senza Rancore forse mi avrebbe convinto anche prima. Scritta con Manuel Agnelli ha vinto diversi premi collaterali tra i quali il premio della critica intitolato a Mia Martini che Daniele si porta a casa per la terza volta e per il quale è candidato d'ufficio già dal momento in cui si sa della sua partecipazione al Festival. Buon ascolto e a domani!Argentovivo (Daniele Silvestri)Ho sedici anniMa è già da più di dieciChe vivo in un carcereNessun reato commesso làFuoriFui condannato ben prima di nascereCostretto a rimanere seduto per oreImmobile e muto per oreIo, che ero argento vivoSignoreChe ero argento vivoE qui dentro si muore.Questa prigione corregge ePrepara una vitaChe non esiste più daAlmeno vent’anniA volte penso di farla finitaE a volte penso che dovrei vendicarmiPerò la sera mi rimandano a casa Lo saiPerché io possa ricongiungermi a tutti i miei cariCome se casa non fosse una gabbia anche leiE la famiglia non fossero i domiciliariHo sedici anni ma è già da più di dieciChe vivo in un carcereNessun reato commesso làFuoriFui condannato ben prima di nascereE il tempo scorre di lato maNon lo guardo nemmenoE mi mantengo sedato perNon sentire nessunoTengo la musica al massimoE voloChe con la musica al massimoRimango soloE mi ripetono sempre che devo darmi da farePerché alla fine si esce e non saprei dove andareMa non capiscono un cazzo, noIo non mi ci riconoscoE non li voglio imitareAvete preso un bambino cheNon stava mai fermo L’avete messo da solo Davanti a uno schermoE adesso vi domandate se sia normaleSe il solo mondo che apprezzo È un mondo VirtualeIo che ero argento vivoDottoreIo così agitato, così sbagliato Con così poca attenzione Ma mi avete curatoE adessoMi resta solo il rancoreHo sedici anniMa è già più di dieci Che ho smesso di credereChe ci sia ancora qualcosa làFuoriE voi lasciatemi perdereCosì facile da spiegareCome si nuota in mareMa è una bugia, non si può imparareA attraversareQuel che saròNella testa girano pensieriChe io non spengoNon è uno schermoNon interagiscono se li tocchiNella tasca un apparecchioSpecchio di quest’infernoDove viaggio, dove vivo, dove mangioCon gli occhiSono fiori e scarabocchi in un quadernoUno zaino come palla al piedeUn’aula come cellaSuonerà come un richiamoPaterno il mio nome dentro l’appelloE come una voce materna laCampanella suoneràÈ un mondo nato dall’artePer questo artificialeIn fondo è un mondoVirtuosoForse per questo virtualeNon è una specie a renderloSpecialeE diconoChe tanto è un movimentoChimicoUn fatto mentaleIo che non mentivoChe ringraziavo ad ogni mioRespiroAd ogni bivio, ad ogni brividoDella naturaIo che ero argento vivo inQuesto mondo vampiroMercurio liquido se leggi laNomenclatura.Ho, sedici anni ma già daPiù di dieci vivo in unCarcereE c’è un equivoco nellaStrutturaE fingono ci sia una curaUn farmaco ma su misuraE parlano parlano parlanoParlanoMentre mio padre mi spiegaPerché è importante studiareMentre mia madre annegaNelle sue stesse paroleTengo la musica al massimoAncoraMa non capiscono un cazzo, noE alloraTi dico un trucco perComunicareTrattare il mondo interoCome un bambino distrattoCon un bambino distrattoDavveroÈ normaleChe sia più facile spegnereChe cercare un contattoIo che ero argento vivoSignoreIo così agitatoCosì sbagliatoDa continuare a pagare inUn modo esemplareQualcosa che non ricordo diAvere mai fattoHo sedici anniHo sedici anni e vivo in un carcereSe c’è un reato commesso làFuoriÈ stato quello di nascere