1a canzone al giorno

Gaberiana (2 di 5)


Dallo spettacolo "Libertà obbligatoria" stagione 1976/1977I reduci (Giorgio Gaber)E allora è venuta la voglia di rompere tutto le nostre famiglie gli armadi le chiese i notai i banchi di scuola i parenti le  centoventotto trasformare in coraggio la rabbia che è dentro di noi E tutto che saltava in ariae c'era un senso di vittoriacome se tenesse conto del coraggio la storia. E allora è venuto il momento di organizzarsi di avere una linea e di unirsi intorno a un'idea dalle scuole ai quartieri alle fabbriche per confrontarsi decidere insieme la lotta in assemblea. E tutto che sembrava pronto per fare la rivoluzionema era una tua immagine o soltanto una bella intenzione. E allora è venuto il periodo dei lunghi discorsiripartire da zero e occuparsi un momento di noiaffrontare la crisi parlare parlare e sfogarsie guardarsi di dentro per sapere chi sei E c'era l'orgoglio di capiree poi la certezza di una svoltacome se capir la crisi voglia direche la crisi è risolta. E allora ti torna la voglia di fare un'azionema ti sfugge di mano e si invischia ogni gesto che faila sola certezza che resta è la tua confusione il vantaggio di avere coscienza di quello che sei Ma il fatto di avere la coscienza che sei nella merda più totale è l'unica sostanziale differenza da un borghese normale. E allora ci siamo sentiti insicuri e stravolti come reduci laceri e stanchi come inutili eroi Con le bende perdute per strada e le fasce sui voltigià a vent’anni siam qui a raccontare ai nipoti che noi Noi buttavamo tutto in aria e c'era un senso di vittoria come se tenesse conto del coraggio la storia. Noi buttavamo tutto in aria e c'era un senso di vittoria come se tenesse conto del coraggio la storia.