1a canzone al giorno

Lei non sa chi sono io...


La canzone di oggi...era prevista per ieri! Poi, su suggerimento della mia musa "Johanna", ho messo Cirano in memoria del Maestro Enzo Biagi e così De Andrè è slittato. La cosa buffa è che stamattina, venendo a lavorare, sfogliavo il magazine del Corriere della Sera in cui c'è un servizio proprio su Fabrizio con un accenno proprio alla canzone di oggi, scritta con Paolo Villaggio e per la quale si beccò anche una denuncia di immoralità. Probabilmente allora come oggi non si può dire che chi detiene il potere spesso e volentieri ne abusa anche per prestazioni.... extra.Sono certo che Vincent apprezzerà molto la scelta di oggi e anche il mio amico Don Giovanni (é tuo l'ultimo commento di ieri vero, Annalisa?). Ringrazio tutti quelli che stanno visitando il blog (le visite sono in sensibile aumento) e in particolar modo chi ha rilasciato i commenti chiedendo anche uno scambio di link per il quale sono sempre disponibile. Buon giovedì a tutti.Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers (Fabrizio De Andrè)Re Carlo tornava dalla guerra lo accoglie la sua terra cingendolo d'allor al sol della calda primavera lampeggia l'armatura del sire vincitor Il sangue del principe del Moro arrossano il ciniero d'identico color ma più che del corpo le ferite da Carlo son sentite le bramosie d'amor "Se ansia di gloria e sete d'onore spegne la guerra al vincitore non ti concede un momento per fare all'amore chi poi impone alla sposa soave di castità la cintura ahimè grave in battaglia può correre il rischio di perder la chiave" Così si lamenta il Re cristiano s'inchina intorno il grano gli son corona i fior lo specchio di chiara fontanella riflette fiero in sella dei Mori il vincitor Quand'ecco nell'acqua si compone mirabile visione il simbolo d'amor nel folto di lunghe trecce bionde il seno si confonde ignudo in pieno sol "Mai non fu vista cosa più bella mai io non colsi siffatta pulzella" disse Re Carlo scendendo veloce di sella "De' cavaliere non v'accostate già d'altri è gaudio quel che cercate ad altra più facile fonte la sete calmate" Sorpreso da un dire sì deciso sentendosi deriso Re Carlo s'arrestò ma più dell'onor potè il digiuno fremente l'elmo bruno il sire si levò Codesta era l'arma sua segreta da Carlo spesso usata in gran difficoltà alla donna apparve un gran nasone e un volto da caprone ma era sua maestà "Se voi non foste il mio sovrano" Carlo si sfila il pesante spadone "non celerei il disio di fuggirvi lontano, ma poiché siete il mio signore" Carlo si toglie l'intero gabbione "debbo concedermi spoglia ad ogni pudore" Cavaliere egli era assai valente ed anche in quel frangente d'onor si ricoprì e giunto alla fin della tenzone incerto sull'arcione tentò di risalir Veloce lo arpiona la pulzella repentina parcella presenta al suo signor "Beh proprio perché voi siete il sire fan cinquemila lire è un prezzo di favor" "E' mai possibile o porco di un cane che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane, anche sul prezzo c'è poi da ridire ben mi ricordo che pria di partire v'eran tariffe inferiori alle tremila lire" Ciò detto agì da gran cialtrone con balzo da leone in sella si lanciò frustando il cavallo come un ciuco fra i glicini e il sambuco il Re si dileguò Re Carlo tornava dalla guerra lo accoglie la sua terra cingendolo d'allor al sol della calda primavera lampeggia l'armatura del sire vincitor