1a canzone al giorno

I figli di Bubba - Sanremo da ridere (2 di 7)


Nel 1988 si presentò a Sanremo un gruppo particolare, già dal nome. Si chiamavano "I figli di Bubba". Bubba era il telecronista che faceva i collegamenti da Genova nel corso di Novantesimo Minuto. Alla voce c'era Franz Di Cioccio, leader della PFM. Nel gruppo suonavano e cantavano i comici Sergio Vastano e Enzo Braschi, a quel tempo molto noti grazie a Drive-in, Gianfranco Manfredi, scrittore e sceneggiatore di fumetti (è suo Magico Vento della Bonelli), Mauro Pagani, autore anche della canzone e due giornalisti, Alberto Tonti e Roberto Gatti, quest'ultimo oggi autore di importanti inchieste sul Sole 24 Ore. Il gruppo si formò solo per fare il Festival e si sciolse dopo il primo album. La canzone era "Nella valle dei Timbales" ed ebbe un discreto successo. Demenziale... ma non troppo. Buon inizio settimana!!P.S.: oltre alla canzone nella versione originale ho deciso di mettere, quando c'è, anche l'esibizione sul palco dell'Ariston. Ho aggiornato anche il post di ieri con l'esibizione di Enrico Beruschi.Nella valle dei Timbales (I figli di Bubba)Dopo una vita di risparmi, di bot e cct Io devo proprio riposarmi, andare via di qui Fanculo all'esclusiva, fanculo alla tivù Saluti a tutti quanti, non vi vedrò mai piùAndrò laggiù nella valle dei Timbales Tra peones, marones, salmones, daiquiri e bon bons Laggiù dove la femmina è procace Vivace, mordace, fugace, vorace lo so Laggiù senza il sette e quaranta, Celentano non canta La Carrà non c'è più Laggiù con le dita nel naso, le lenzuola di raso E il mio amore Mariù Mi mancherete tutti lo so Chissà come farò senza la faccia di Andreotti Non sopravviverò Senza lasagne surgelate, la maschera antigas Le ferie intelligenti, la turbo e l'ananas Andrò laggiù nella valle dei Timbales Tra peones, marones, salmones, daiquiri e bon bons Laggiù dove la femmina è procace Vivace, mordace, fugace, vorace lo so Laggiù senza colpo ferire Sdraiarmi a dormire Laggiù con la man nella mano A guardare lontano Senza sapere perché Laggiù con le dita nel naso, le lenzuola di raso E il mio amico Tommaso Laggiù senza colpo ferire A sdraiarmi e dormire E pensare un po' a voi Laggiù lontano lontano Io vi passo la mano E vi saluto ancora un po'