1a canzone al giorno

C'è IVA e... Iva....


Da domenica l'argomento del giorno è il raddoppio dell'IVA sugli abbonamenti per la pay-tv. Da abbonato Sky la cosa mi fa un po' girare le scatole sinceramente... Qualcuno parla di ennesima dimostrazione del conflitto di interessi, qualcuno di privilegio tolto alla tv satellitare. Fatto sta che alla fine sarà un costo che subiranno gli abbonati e basta. La storia dell'Iva agevolata viene fatta risalire al Governo Dini del 1995. Sul sito di Dagospia ho letto invece un interessante articolo che vi riporto ripreso dall'Espresso:«Ma quale conflitto di interessi. La sinistra ha concesso a Sky per i rapporti che aveva con quella televisione il privilegio del 10 per cento dell'Iva. Abbiamo tolto quei privilegi e abbiamo fatto ritornare l'Iva a Sky uguale a quella di tutti gli altri».E' proprio questa la vera storia del trattamento fiscale agevolato per la pay tv? "L'espresso" ha fatto una piccola inchiesta per ricostruire la vicenda dello sconto dell'Iva a Telepiù, il primo nome della tv a pagamento che fu fondata dal gruppo Fininvest per essere ceduta prima a una cordata di imprenditori amici, poi ai francesi di Canal Plus e infine nel 2002 a Murdoch che la denominerà con il nome del suo gruppo: Sky.Si scopre così che l'Iva agevolata sugli abbonamenti della pay-tv italiana è stata un trattamento di favore risalente al 1991 fatto dal ministero retto dal socialista Rino Formica e dal governo Andreotti a Silvio Berlusconi in persona. Non solo: dietro questo favore, secondo la Procura di Milano, c'era persino stato un tentativo di corruzione.Nel 1997 Il pubblico ministero Margherita Taddei chiese il rinvio a giudizio per Berlusconi. Lo chiese anche sulla base di un fax che fu trovato durante una perquisizione. La missiva era opera di Salvatore Sciascia, allora manager Fininvest e oggi parlamentare del Pdl nonostante una condanna definitiva in un altro procedimento per le mazzette pagate dal gruppo alle Fiamme Gialle.Nel fax, diretto a Silvio Berlusconi, Sciascia chiedeva di spingere per far nominare alla Corte dei Conti il dirigente del ministero delle Finanze Ludovico Verzellesi, meritevole perché in precedenza si era speso per fare ottenere l'agevolazione dell'Iva al 4 per cento per Telepiù. In pratica, secondo la ricostruzione dei magistrati, la raccomandazione era il ringraziamento di Fininvest per il trattamento ricevuto.Il fascicolo processuale però fu trasferito nella Capitale per competenza nel 1997. Nel 2000 il Gip Mulliri, su richiesta del procuratore di Roma Salvatore Vecchione e del pm Adelchi D'ippolito (oggi capo dell'ufficio legislativo del ministero dell'economia con Giulio Tremonti) archiviò tutto. Nessuna rilevanza penale, quindi.Ma restano i dati oggettivi sulla trattativa tra la Fininvest e il ministero per l'abbassamento dell'Iva sulla pay tv: dal 1991 al 1995 quando era controllata o partecipata dal gruppo Berlusconi, Telepiù ha goduto di un'aliquota pari al 4 per cento. Un'agevolazione che allora Berlusconi non considerava scandalosa. Mentre oggi definisce "un privilegio" l'aliquota più che doppia del 10 per cento.L'innalzamento dal 4 all'attuale 10 per cento fu introdotto alla fine del 1995 nella legge finanziaria del Governo Dini. All'epoca i manager di Telepiù, scelti dal Cavaliere, salutarono così il provvedimento: «È l'ultimo atto di una campagna tesa a mettere in difficoltà la pay tv».Il 25 ottobre del 1995, Mario Zanone Poma, (amministratore di Telepiù sin dalla sua fondazione) dichiarava alle agenzie di stampa: «L'innalzamento dell'aliquota Iva:1) contraddice la sesta direttiva della Comunità Europea;2) contraddice l'atteggiamento degli altri paesi europei verso aziende innovative quali le pay tv;3) crea una grave discriminazione tra la pay-tv e il servizio televisivo pubblico».In pratica il manager scelto da Berlusconi diceva le cose che oggi dicono gli uomini di Murdoch.Effettivamente un ruolo dei comunisti ci fu. Ma a favore del Cavaliere.Il Governo Dini voleva aumentare l'Iva fino al 19 per cento (come oggi vorrebbe fare Berlusconi) ma poi fu votato un emendamento di mediazione che fissò l'imposta al 10 per cento attuale. L'emendamento passò con il voto decisivo di Rifondazione Comunista: il suo leader dell'epoca, Fausto Bertinotti, in un ribaltamento dei ruoli che oggi appare surreale, fu duramente criticato dall'allora responsabile informazione del Pds (e attuale senatore del PD) Vincenzo Vita: «È squallido che Bertinotti abbia permesso un simile regalo a questo nuovo trust della comunicazione, figlio della Fininvest».Passiamo adesso alla canzone del giorno e.... Citazione da "Il Ciclone" "Levante, come la si chiama la Zanicchi?" "Iva la si chiama!". Esatto, oggi vi tocca l'unica Iva della canzone italiana. Ebbene sì.... Oggi metto proprio la Zanicchi e la sua "Zingara". Casomai prendetevela con Tremonti, senza tutto questo casino non mi sarebbe mai venuta in mente! Ciao ciao!Un anno fa la canzone del giorno era questa (click). Zingara (Iva Zanicchi) Prendi questa mano, zingara, dimmi pure che destino avrò parla del mio amore, io non ho paura perché lo so che ormai non m'appartiene. Guarda nei miei occhi, zingara vedi l'oro dei capelli suoi. Dimmi se ricambia parte del mio amore, devi dirlo questo tocca a te. Ma se è scritto che lo perderò, come neve al sole si scioglierà un amore. Prendi questa mano, zingara Ma se è scritto che lo perderò, come neve al sole si scioglierà un amore. Prendi questa mano, zingara, leggi pure che destino avrò Dimmi che mi ama, dammi la speranza, solo questo conta ormai per me.