1a canzone al giorno

Il Quartiere


Per chi, come me, è nato e cresciuto per 30 anni in un quartiere popolare è facile capire l'attaccamento a luoghi e persone. Il mio è quello di San Giusto a Scandicci. Dalla scuola elementare al campetto dove si giocava a pallone, a guardia e ladri o a nascondino (per noi "barattolo" con la palla, uno spettacolo!), alla gelateria e via dicendo, ogni posto ha la sua bella manciata di ricordi. Le persone poi sono qualcosa di particolare. L'edicolante che ti ha venduto le prime figurine dei Calciatori, la signora dell'emporio che dopo trent'anni è ancora lì e se vai a vedere nel retrobottega.... ci trovi ancora i quaderni di trent'anni fa! Ieri l'altro è venuto a mancare uno di questi personaggi. Conosciuto da tutti è stato per anni l'accompagnatore di tante squadrette di calcio del quartiere (e anche il principale della mamma quando lavorava vicino a casa). Dedico a lui la canzone di oggi che è "Quartiere" di Luca Barbarossa e anche a tutti quelli che leggono e possono condividere queste parole. Addio mitico Gazzini!Un anno fa la canzone del giorno era questa (click).Quartiere (Luca Barbarossa)I ragazzi del mio quartiere li ho visti nascere coi loro musi da lavare li ho visti crescere e i pantaloni sopra il ginocchio e le scarpe quelle buone non gridare che lì c'è quel vecchio che c'ha bucato già un pallone E i ragazzi del mio quartiere li ho visti nascere e con i calci nel sedere li ho visti crescere crescere C'è tua madre che ti sta cercando se ti prende t'ammazza per quanto ti ama c'è tua madre che sta piangendo che tuo padre ha bevuto e quando beve mena è giù al portone che si sta dannando che tua sorella non è tornata e com'è bella peccato che è fidanzata Quando diventerò grande sarò famoso sarò pieno di grana tornerò qui nel mio quartiere con una macchina americana comprerò fiori per tutti quanti scenderemo in strada come a carnevale ed un anello pieno di brillanti che a tua sorella me la voglio sposare I ragazzi del mio quartiere sanno combattere hanno imparato a non avere niente da perdere e stacci attento al cappotto di lana t'avevo detto di non sudare certo i grandi però che fortuna non vanno a scuola ma a lavorare C'è qualcuno che sta partendo ha una foto e un cappello e vent'anni da fare c'è una donna che sta pregando di vederlo in licenza per poterlo abbracciare c'è tua sorella la sento che canta quando porta in terrazza i panni ad asciugare starei la vita nascosto in silenzio a guardare Quando diventerò grande farò il giro del mondo con un aereoplano passerò sopra il mio quartiere salutandolo con la mano e getterò fiori per tutti quanti e per i bambini panna da montare ed un vagone di confetti bianchi che a tua sorella me la voglio sposare