L'Arcadia di Harlock

Avvampando gli Angeli caddero… [BLADE RUNNER]


 …profondo il tuono riempì le loro rive, bruciando con i roghi dell’Orco… Questa piccola, inutile, straordinaria poesia di William Blake riecheggia in una pellicola cupa e senza speranza come Blade Runner  Blade Runner è più di un semplice film!Per molti fans è un mito della fantascienza futuribile: niente spade laser e stellari guerre al salvataggio di principesse;  quello che la pellicola mostra può essere decisamente plausibile.Come per Atmosfera Zero e la saga di Alien ci viene riservato per il nostro futuro un avvenire da minatori, militari o camionisti spaziali. Se però questo probabile avvenire è solo accennato nel claustrofobico spazio infinito, la coreografia della Los Angeles del novembre 2019 è molto più dettagliata, caoticamente settaria, dannatamente piovosa, eccentricamente e svariegatamente multietnica. Se la pellicola di Riddley Scott fece  breccia nei cuori degli appassionati fu anche grazie a una decisa sfumatura filosofica che non lascia indifferenti. Infatti, con la scusa della “data di scadenza” dei replicanti, il regista (gli sceneggiatori e lo scrittore) prendono spunto per andare a rivangare alcuni dei temi che,assillano il genere umano: chi siamo? qual è il nostro destino? è possibile prendere nelle mani la nostra vita?...e, soprattutto, quanto ci rimane da vivere?Ebbene sì: anche per dei replicanti, degli esseri sintetici, esplicitamente fabbricati a nostro uso e consumo, la Morte è un’incombente incognita che spaventa e inquieta.“Siete stati costruiti al meglio delle nostre capacità” dice a un certo punto il signor Eldon Tyrrel (Joe Turkel); Roy Batty (Rutger Hauer) ribatte “…ma non per durare…”; lapidario il suo creatore, suo padre, conclude: “La luce che arde col doppio di splendore brucia in metà tempo. E tu hai sempre bruciato la tua candela da tutte e due le parti.”.La morte ha sempre terrorizzato gli uomini, perché non dovrebbe spaventare esseri costruiti a loro immagine e somiglianza?  Blade Runner è un anelito all'immortalità, la nostra debolezza di fronte ad eventi più grandi di noi, ma è pure  la capacità di dar prova di una grande, quanto inaspettata, generosità. Nella pellicola l’immortalità s’insinua tra i fotogrammi, anche in dettagli marginali, all’apparenza insignificanti. La partita a scacchi fra Tyrell e J.F. Sebastian riproduce la conclusione di una partita realmente giocata nel 1851 a Londra fra Anderssen e Kieseritzky; questa partita è considerata una delle più brillanti mai giocate ed è universalmente conosciuta come "The Immortal Game" (La Partita Immortale).  Per questi, e per mille altri motivi, Blade Runner divenne un vero cult…Un successo talmente grande che, dieci anni dopo, qualcuno si ricordò della versione originale e decise di farla uscire con l’appellativo di “Director’s Cut”: il “Taglio del Regista”. …e le cose si complicarono dannatamente! È vero: non c’era più la vox-off che ci guidava per mano, il finale era molto più improvviso e raggelante, ma quei pochi secondi eliminati dalla prima versione si potevano finalmente vedere. Cosa mai poteva sconvolgere una pellicola al punto da modificarne completamente contenuto e significato? Oltretutto, quei pochi secondi eliminati nella prima versione mostravano soltanto un sogno fatto da Deckard: un unicorno che corre… Il 9 Luglio 2000 arrivò finalmente una dichiarazione ufficiale direttamente da Riddley Scott: i sospetti erano fondati, tutto era rimesso in gioco ed il finale cambiava totalmente le carte in tavola.Prestate una particolare attenzione agli origami di Gaff; male che vada sarà un’occasione in più per sentir mormorare “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione; e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.   È tempo di morire"(questo è lo stralcio di un articolo pubblicato su bazarmagazine.ch