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IO NO

Post n°22 pubblicato il 14 Marzo 2010 da purceddduzzzi
 

CIRCA IL DIVINO

 

Alba che strilli più forte della storia

con i suoi sorridenti monumenti e leggende ammiccanti,

storia che sembra un chicco di riso marcio.

Che lasci un insetto  equilibrista a sbeffeggiare le filosofie,

in te vidi piegare l’imperfezione, la mente superba!

Mi apparse la verità come una gigante rosa.

Gli occhi di fuoco del fanciullo avrò per sempre,

non paradiso o inferno perché la terra sa a chi appartiene,

è che l’umanità intera sembra un pesce sul fondo

di una barca,che inconsapevole si dibatte, di fronte al tuo poema alba.

Ovviamente solo il sogno disumano sarà la mia firma!

Lascerò la mia eredità stregata a chi sa cosa vedrà appena risorto.

A chi non ha come mistero l’immenso ma voi flaccidi umani!

Certo avrò sempre gli occhi di fuoco di chi non si è vergognato del paradiso,

ci vuole un cimitero per le chimere.

Ci vuole un armadio per le anime.

Infine durante lo sfavillare notturno

vidi che come un elfo l’umanità si mosse, illuminata dal divino,

ma poi troppa paura ebbe delle vecchie comari, dell’essere considerata pura!

A voi che vi siete chiesti cos’era quella cosa che ha mille nomi, l’anima,

vi lascio la mia fantasia che si arrugginisce a capire

dov’è che l’universo sbaglia, a dare il colpo di coda stellato alla terra,

per scagliarla in paradiso.

Si perché noi perfezioniamo fasci di luce, parliamo la lingua dei ruscelli

e tentiamo solstizi.

Circa il divino ti dico mondo che mi è stata più utile

una stella che non ho mai visto che tu.

Tu che sei stato in grado di distruggere città d’incenso,

maledire il paradiso e svegliare i bambini dal sogno

per avere un sacro graal senza più significato.

Circa il divino mondo spiegami tu che senso hai,

il sole sicuramente ti vede ormai illegittimo,

le stelle possono argomentare in altri universi!

Dammi una risposta ai miei occhi di fuoco,

e al mare intoccabile degli innocenti,

fammi urlare di gioia tu come l’arcobaleno e godere come i miracoli!

Circa il divino posso dire almeno mondo che non sono tuo figlio.

Certe sere era l’unica via tutto l’amore del cielo

mentre spintonavo sogni allegramente, mentre completavo un sospiro!

Circa il divino mondo senza giudizi universali e pentimenti

Siamo stanchi di farci incoronare come eroi per esorcizzarti,

non siamo apostoli! Siamo solo amanti!

vogliamo stare con la nostra innamorata in prati di luce,

c’è un sussurro bollente da sempre nel deserto che dicono riveli l’impensabile,

perché lo sappiamo tutti fra cinque minuti ci sarà una apocalisse

di cui i pazzi ne hanno tenuto il segreto,

a tutti logica come uno stipendio ad un lavoratore,

o se ci fosse, nessuno darebbe del folle a chi l’aveva chiesta

ma come dicevo senza apocalisse comunque

c’è qualcosa circa il divino nell’ondeggiare dei rami

che rende pietose le tue intenzioni e vocazioni mondo e le renderà per sempre.

E’ come l’invulnerabilità della bellezza, la spietatezza dell’estasi,

l’impassibilità delle virtù,

si mondo come se non fosse casa tua ma dei miei tormentati brividi.

Perché se non è così brinda con me

che mi sento un alieno, che mi sento vivo

e dimmi che non esisto nemmeno io,

che hai brindato con un fantasma e che i fantasmi non esistono

e che una prostituta, fra cinque minuti,

ti farà scordare l’ultimo colore dell’anima che ricordavi.

 

ALESSANDRO IDISIUM

 

 

C'è chi dice no

 

C'È QUALCOSA...
CHE NON VA
IN QUESTO "CIELO"
C'È QUALCUNO...
CHE NON SA
PIÙ CHE ORE SONO!

C'È CHI DICE QUA
C'È CHI DICE LÀ
IO...NON MI MUOVO!

C'È CHI DICE QUA
C'È CHI DICE LÀ
IO NON CI SONO!

TANTA GENTE È CONVINTA CHE CI SIA NELL'ALDILÀ...
QUALCHE COSA...CHISSÀ?!...
QUANTA GENTE COMUNQUE CI SARÀ...
CHE SI ACCONTENTERÀ!!!

C'È QUALCUNO....
CHE NON SA....
....PIÙ COS'È UN UOMO

C'È QUALCUNO
CHE NON HA...
....RISPETTO PER NESSUNO!!!

C'È CHI DICE NO
C'È CHI DICE NO
IO NON CI SONO

C'È CHI DICE NO
C'È CHI DICE NO
IO NON MI MUOVO

TANTA GENTE È CONVINTA CHE CI SIA NELL'ALDILÀ...
QUALCHE COSA...CHISSÀ?!...
QUANTA GENTE COMUNQUE CI SARÀ...
CHE SI ACCONTENTERÀ!!!

 

VASCO ROSSI

 

 

 

Stairway To Heaven

 

C'è una signora che è sicura che sia oro tutto quel che luccica
e sta comprando una scala per il paradiso
quando vi arriverà sa
che se tutti i negozi sono chiusi
con una parola può ottenere ciò per cui è venuta
e sta comprando una scala per il paradiso

c'è una scritta sul muro
ma lei vuole essere sicura
perchè, come tu sai, talvolta le parole hanno due significati
su un albero vicino al ruscello
c'è un uccello che canta
talvolta tutti i nostri pensieri sono sospetti
e questo mi stupisce
e questo mi stupisce

c'è una sensazione che provo
quando guardo a Ovest
e il mio spirito grida di andarsene
nei miei pensieri ho visto
anelli di fumo attraverso gli alberi
e le voci di coloro che stanno in piedi a osservare

oooh e questo mi stupisce
ooooh e questo mi stupisce davvero

e si mormora che presto
se tutti noi intoniamo la melodia
il pifferaio ci condurrà alla ragione
e albeggerà un nuovo giorno
per coloro che aspettavano da lungo tempo
e le foreste risponderanno con una risata

e questo mi stupisce

Se c'è trambusto nella tua siepe
non ti allarmare
è solo la pulizia di primavera per la festa di Maggio

si, ci sono due strade che puoi percorrere
ma a lungo andare
c'è sempre tempo per cambiare strada
e ciò mi stupisce

la tua testa ti ronza e il ronzio non se ne andrà
nel caso tu non lo sapessi
il pifferaio ti sta chiamando per unirti a lui
signora cara, può senitre il vento soffiare?
che la sua scala è costruita sul vento mormorante?

e scendiamo in strada
le nostre ombre più grandi delle nostre anime
là cammina una donna che noi tutti conosciamo
che risplende di luce bianca e vuole dimostrare
come qualsiasi cosa si tramuti in oro
e se ascolti molto attentamente
alla fine la melodia verrà da te
quando tutti sono uno e uno è tutti
per essere una roccia e per non rotolare via

e sta comprando una scala per il paradiso

 

LED ZEPPELIN

 

                                                                 

 
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MAGIA O VERSI?

Post n°21 pubblicato il 27 Febbraio 2010 da purceddduzzzi
 

 

EMILY DICKINSON

 

Destatevi nove muse, cantatemi una melodia divina,
dipanate il sacro nastro, e legate il mio Valentino!

Oh la Terra fu creata per amanti, damigelle, e spasimanti disperati,
per sospiri, e dolci sussurri, e unità fatte di due,
tutte le cose si vanno corteggiando, in terra, o mare, o aria,
Dio non ha fatto celibe nessuno eccetto te nel suo mondo così bello!
La sposa, e poi lo sposo, i due, e poi l'uno,
Adamo, ed Eva, sua consorte, la luna, e poi il sole;
la vita fornisce la norma, chi obbedisce sarà felice,
chi non serve il sovrano, sia appeso all'albero fatale.
Il superbo cerca l'umile, il grande cerca il piccolo,
nessuno non trova chi ha cercato, su questa terrestre sfera;
L'ape fa la corte al fiore, il fiore risponde al suo appello,
ed essi celebrano nozze gioiose, i cui invitati sono cento foglie;
il vento corteggia i rami, i rami si fanno conquistare,
e il padre affettuoso cerca la fanciulla per il figlio.
La tempesta si aggira sulla riva mormorando un dolente canto,
il frangente con occhio pensoso, volge lo sguardo alla luna,
i loro spiriti si fondono, si scambiano solenni giuramenti,
mai più canterà lui dolente, e lei scaccerà la sua tristezza.
Il verme corteggia il mortale, la morte reclama una sposa viva,
la notte al giorno è sposata, l'aurora al vespro;
la Terra è un'allegra damigella, e il Cielo un cavaliere tanto sincero,
e la Terra è alquanto civettuola, e a lui sembra vano implorare.
Ora l'applicazione pratica, al lettore dell'elenco,
per portarti sulla retta via, e mettere in riga la tua anima;
tu sei un assolo umano, un essere freddo, e solitario,
non avrai una dolce compagna, raccoglierai ciò che hai seminato.
Non hai mai ore silenti, e minuti sempre troppo lunghi,
e un sacco di tristi pensieri, e lamenti invece di canti?
C'è Sarah, ed Eliza, ed Emeline così bella,
e Harriet, e Susan, e quella con la chioma arricciata!
I tuoi occhi sono tristemente accecati, eppure puoi ancora vedere
sei vere, e avvenenti fanciulle sedute sull'albero;
accostati a quell'albero con prudenza, poi arrampicati ardito,
e cogli colei che ami di più, non curarti dello spazio, né del tempo!
Poi portala tra le fronde del bosco, e costruisci per lei un pergolato,
e dalle ciò che chiede, gioielli, o uccelli, o fiori;
e porta il piffero, e la tromba, e batti sul tamburo -
e da' il Buongiorno al mondo, e avviati alla gloria casalinga!

 

 

LA MAGIA

 

Di polvere cavalcata da miraggi appuntiti,

seguimi amico nell’imbizzarrirsi sbavante delle stelle cadenti,

o in corridoi dove gli spettri non contano,

corridoi dove cogli l’attimo, anticipi la luce,

corridoi stretti dove puoi far accadere una profezia o tradire la tua nascita,

vieni nelle piazze a vedere che fine ha fatto la magia,

nel nero dell’amore,

nel terrore di aver capito che il cielo vive

ma anche nella sete soddisfatta col sole,

nel sentimento veggente che fa tremare i misteri oscuri,

stracciamo il velo che non ti fa chiamare parente il cielo,

vivisezioneremo le virtù per vedere da dove viene realmente una lacrima sincera,

partire amico perché sappiamo dove colpire l’ingranaggio dell’incertezza infinita,

seguimi nella notte in cui sfidiamo l’universo

con promesse fatte ad un gigante eliotropo,

a nostro agio in essa come fantasmi,

con bianchi denti sfidiamo l’intero ignoto.

Seguimi nei venti magici quando bussano alla porta e crediamo non sia nessuno,

nelle ombre e nei riflessi c’è una mappa nitida al bambino,

muoviti con me amico verso gli affidamenti che facemmo alla luna piena,

raggiungiamo la magia che avvera i segreti del panorama,

che prevede il movimento delle fiamme, che fa passare il tempo con carnevaleschi miracoli,

avremo amico escoriazioni dovute al seguir invulnerabilità mistiche

ma una cicatrice che non ci farà scordare della magia dell’ esistenza,

un orizzonte senza pietà ci sarà per noi,

nuvole mute e occhi socchiusi dalla magia conosciuta,

se credevi che la magia fosse per le risa sbagliavi,

la magia è per far sentire le ragioni dei vulcani

è per accordare il suono del mare, è smascherare sacralità,

è un sacrificio di una libellula brillante che volava pacifica,

è tradurre le parole di una buia foresta,

è la pietà di fronte all’universo che muove i suoi passi

come un eterno neonato che cade in continuazione

sulla magia che conoscono gli angeli devastanti.

La magia è far uscire dal formicaio l’umanità

in questa notte desiderata persino dalle divinità più potenti,

notte stellata carica di odori invidiata da ciò che nemmeno forse esiste,

notte che non può essere migliorata da nessuno,

notte di una perfezione che si contorce d’estasi nella sua brezza scintillante.

 

ALESSANDRO IDISIUM

 

 

sanlorenzowa5.gif

 

 

POETI FUTURI

Poeti futuri! Oratori, cantori, musicisti futuri!
Non l'oggi mi può giustificare e chiarire chi sono,
Ma voi, stirpe nuova, atletica, schietta, continentale,
maggiore d'ogni altra conosciuta,

Sorgete! Spetta a voi giustificarmi.
Io non scrivo solo una o due parole per indicare il futuro,
Non avanzo che un attimo, per poi voltarmi e
Riaffrettarmi nel buio.

Io sono un vagabondo che non si ferma mai, che getta a
Caso uno sguardo su di voi e storna il viso,
Lasciandovi il compito di analizzarlo e definirlo,
Da voi aspettandosi cose più importanti.

WALT WITHMAN

 
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CIRCA GLI ANGELI

Post n°20 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da purceddduzzzi
 

INCONTRO CON UN CHERUBINO

Bere in un solo sorso la saggezza,

visione di tutta la verità all’improvviso

quando mi apparve lo sguardo che veniva dall’ignoto del mio stesso cuore.

Nulla più sarà pace,

i sussurri delle lucciole sono grandi come il cielo notturno,

metamorfosi della salvezza in devozione acerrima e pericolosa,

il sogno diventa missione,

la speranza da scostare e fare il passo nella foresta in fiamme

perché le sue parole fanno imperare la bellezza della compassione.

Un viso intento a lanciare l’aurora,

a squarciare la pesantezza dell’anima,

un viso che non avrà mai una espressione senza l’amore più fondo,

lui fa vegliare le stelle sulle tue spalle,

acconsente alla vita più splendida,

leggero come un fiocco di neve è il sole di fronte al suo cuore,

preferisce le nostre risa all’adorazione.

Tutta la storia dell’umanità è uno dei suoi mille ciondoli,

nella foga della meraviglia dissi:

inspiegabile tutto senza ammettere la sacralità,

fui tirato via dai venti del paradiso,

per dieci anni che sembrarono un attimo nel vociferare delle creature mute,

mi accorsi di una cicatrice di preghiera su me,

vidi l’umanità nelle sabbie mobili per sentimenti piccoli come una lampadina,

nelle sabbie mobili per qualcosa che fa ridere gli scarabei,

il mondo ha lo stesso grande incubo,

che con lei, la mia misteriosa e dolce lei trafiggemmo nel cranio.

Lui è vestito di miracoli e i suoi boccoli sembrano più pericolosi della spada,

se vedi che corre qualcosa di paradisiaco sull’orizzonte,

come un mito d’amore, come un fuoco che attraversa la mente,

che fa fuggire l’umanità e innamorare il devoto

sarà un cherubino?

Altrimenti cosa era lo scintillare dovunque di quell’attimo?

 

ALESSANDRO IDISIUM

 

 

L'ANGELO DI LYON


Fu la visione di Anna Maria con il rosario tra le dita
Ad incantare lo stregone e a fargli cambiar vita
Lasciò la scena in un vestito grigio, lasciò un messaggio con un sorriso
Diceva: "Parto per Lione, e cerco un angelo del Paradiso"

Salì sule treno che portava a Bruxelles, ordinò cognac e croissants
Fece l'elenco dei suoi beni futili nella carrozza restaurant
Pensò alle ville e alle piscine, ai pezzi rari da collezione
E fece un voto come San Francesco per il suo angelo di Lione

E cantò l'Ave Maria, almeno i versi che ricordava
Mentre guardava dal finestrino l'ombra del treno che lo portava
e ad occhi chiusi sognò quei due fiumi, il Rodano e la Saône
Simbolo eterno delle due anime maschio e femmina di Lyon

Restò ad aspettare sul vecchio ponte, pensò all'incontro di un anno fa
Ma i giorni vanno e diventano mesi, quattro stagioni son passate già
Ora il suo abito è tutto stracciato, somiglia proprio ad un barbone
Gira le strade e cerca ad ogni passo il suo angelo di Lione

Stanotte nella cattedrale mille candele stanno bruciando
Le tiene accese suor Eva Maria a mano a mano che si van consumando
E dentro ai vicoli come in sogno trascina il passo lo straccione
Il vecchio scemo fuori di testa per il suo angelo di Lione

E cantò l'Ave Maria, almeno i versi che ricordava
Mentre fissava sui vecchi muri la propria ombra che lo seguiva
E attraversò quei due sacri fiumi, il Rodano e la Saône
E l'acqua scura come il mistero di quell'angelo di Lyon

FRANCESCO DE GREGORI

 

 

SCRITTO SU SAN MICHELE ARCANGELO

 

Principe nobilissimo delle angeliche Gerarchie, valoroso guerriero dell'Altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli angeli ribelli, amore e delizia di tutti gli Angeli giusti, Arcangelo San Michele, desiderando io di essere nel numero dei tuoi devoti, a te oggi mi offro e mi dono.

Pongo me stesso, il mio lavoro, la mia famiglia, gli amici e quanto mi appartiene sotto la tua vigile protezione.

E' piccola la mia offerta essendo io un misero peccatore, ma tu gradisci l'affetto del mio cuore.

Ricordati che se da quest'oggi sono sotto il tuo patrocinio tu devi assistermi in tutta la mia vita.

Procurami il perdono dei miei molti e gravi peccati, la grazia di amare di cuore il mio Dio, il mio caro salvatore Gesù, la mia dolce Madre Maria, e tutti gli uomini miei fratelli amati dal Padre e redenti dal Figlio.

Impetrami quegli aiuti che sono necessari per arrivare alla corona della gloria.

Difendimi sempre dai nemici dell'anima mia specialmente nell'ultimo istante delle mia vita.

Vieni in quell'ora, o glorioso Arcangelo, assistimi nella lotta e respingi lontano da me, negli abissi d'inferno, quell'angelo prevaricatore e superbo che prostrasti nel combattimento in Cielo.

Presentami, allora, al trono di Dio per cantare con te, Arcangelo San Michele, e con tutti gli Angeli lode, onore e gloria /a Colui che regna nei secoli eterni.

Amen.

 

 
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I POETI

Post n°19 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da purceddduzzzi
 

I poeti

Trafugano, i poeti, arcobaleni di fede dal paradiso,

loro lanciano un grillo di preghiera sulla terra,

hanno sfinito la giovinezza fino ad ottenere pozioni magiche,

loro amano le donne, cavalle d’acido che devono essere scalze sulla vertigine di vivere,

loro amano gli uomini, che hanno le stelle nelle vene e liberano sogni indomabili,

i poeti con le loro parole prevedono il volo degli albatros,

i poeti tolgono le catene al miraggio irrimediabile,

il sole calma i poeti che prendono a calci le porte del paradiso,

ogni domanda umana si racchiude nella fedeltà dei poeti ai giorni divini,

i poeti esorcizzano pozzanghere, mettono cattedrali nell’ignoto,

costruiscono chimere, dipingono invisibilità, fanno arrossire le prostitute,

portano umiltà nell’umanità, domano la follia e la lasciano nelle fauci del sacro,

i poeti raccontano di cose solo di altri mondi, da dove vengono le parole dei poeti?

Sicuramente dai momenti che non spendeva nel peccato,

i poeti mettono i cigni a predare ingiustizie e chimere a rubare bambini tristi,

i poeti uccidono il tempo, mettono trappole sui tetti, i poeti sono un ulcera al male,

i poeti strillano più forte della morte lasciando l’umanità sola con la stella polare.

 

ALESSANDRO IDISIUM

 

 

BENEDIZIONE

 


 

Allorché, per decreto delle potenze supreme, il Poeta appare in questo mondo attediato, sua madre impaurita e carica di maledizioni stringe i pugni verso Dio che l'accoglie pietoso:

- "Ah, perché non ho partorito un groviglio di vipere piuttosto che nutrirmi in seno questa cosa derisoria? Maledetta sia la notte d'effimeri piaceri in cui il mio ventre ha concepito la mia espiazione!

Poi che m'hai scelta fra tutte le donne perché divenissi disgustosa al mio triste marito, non potendo rigettare nelle fiamme come un biglietto amoroso questo mostro intristito,

farò ricadere il tuo odio che m'opprime sul maledetto strumento della tua cattiveria e torcerò talmente quest'albero miserabile che esso non potrà innalzare i suoi germogli impestati."

Inghiotte così la schiuma del suo odio e, ignara degli eterni disegni, prepara essa stessa in fondo alla Geenna i roghi consacrati ai delitti materni.

Tuttavia, assistito da un Angelo invisibile, il figlio ripudiato s'inebbria di sole, e in tutto quel che beve e che mangia trova ambrosia e nettare vermiglio.

Gioca col vento, discorre con la nuvola, s'ubbriaca, cantando, del Calvario; e lo Spirito che lo segue nel suo pellegrinaggio, piange al vederlo gaio come uccello di bosco.

Tutti coloro che egli vuole amare l'osservano intimoriti o, rassicurati dalla sua tranquillità, fanno a gara a chi gli caverà un sospiro, sperimentando su di lui la propria ferocia.

Mescolano al pane e al vino destinati alla sua bocca cenere e sputi impuri; con ipocrisia buttano quanto egli tocca, s'incolpano d'aver posto il piede sulle sue orme.

Sua moglie va gridando per le piazze: - "Poi che mi trova tanto bella da adorarmi, farò come gli idoli antichi, come essi vorrò che egli m'indori, e m'indori ancora;

m'ubbriacherò di nardo, di incenso e di mirra, di genuflessioni, di carne e di vino, per sapere se io possa, in un cuore che m'ammira, usurpare, ridendo, gli omaggi destinati alla divinità.

E, stanca di queste farse empie, poserò su di lui la mia forte e fragile mano; le mie unghie, come quelle delle arpie, sapranno farsi strada sino in fondo al suo cuore.

Simile ad un uccellino che palpita e che trema gli strapperò il rosso cuore dal petto e lo butterò, sprezzante, al mio animale favorito perché se ne sazi."

Verso il cielo, ove il suo occhio mira uno splendido trono, il Poeta sereno leva le pie braccia, e i grandi lampi del suo spirito lucido gli precludono la vista dei popoli inferociti:

- "Sii benedetto, mio Dio, che concedi la sofferenza come un rimedio divino alle nostre vergogne e come l'essenza più pura ed efficace per preparare i forti a sante voluttà.

So che tu tieni un posto al Poeta nelle file beate delle tue Legioni, e che tu l'inviti all'eterna festa di Troni, Virtù e Dominazioni.

So che il dolore è la sola nobiltà cui mai potranno mordere e terra e inferno; e che per intrecciare la mia mistica corona si dovranno tassare tutti i tempi e tutti gli universi.

Ma i gioielli perduti dell'antica Palmira, i metalli ignoti, le perle del mare, montati dalla tua mano, non basterebbero al bel diadema, chiaro, abbagliante;

esso sarà pura luce attinta al focolare santo dei raggi primigeni, di cui gli occhi mortali, al massimo del loro splendore, non sono che specchi oscuri e lagrimosi.

CHARLES BAUDELAIRE

I POETI DI SETTE ANNI

E la Madre, chiudendo il libro del dovere,
Se ne andava soddisfatta e fiera, senza vedere,
Negli occhi azzurri e sotto la fronte piena di protuberanze,
L'anima del suo bambino in preda alle ripugnanze.

Tutto il giorno sudava obbedienza; molto
Intelligente; tuttavia neri tic, e alcuni tratti
Rivelavano in lui un'aspra ipocrisia.
Nell'ombra di corridoi dai parati ammuffiti,
Tirava fuori la lingua, coi pugni all'inguine,
e negli occhi chiusi vedeva punti.
Una porta si apriva nella sera: alla lampada
Lo si vedeva, lassù, rantolare sulle scale
Sotto un golfo di luce che pendeva dal tetto.
Soprattutto d'estate, vinto, sciocco,
Si rinchiudeva nella frescura delle latrine:
Lì pensava, tranquillo, dilatando le narici.

Quando, ripulito dagli odori del giorno, il giardinetto
Dietro la casa, d'inverno, s'illunava,
Sistemandosi ai piedi di un muro, sepolto nella marna,
E schiacciandosi l'occhio per avere visioni,
Ascoltava brulicare le spalliere scabbiose.
Pietà! Suoi compagni erano solo quei bambini
Che, gracili, la fronte nuda, l'occhio spento sulla guance,
Nascondendo le magre dita gialle e nere di fango,
Sotto abiti vecchi e puzzolenti di diarrea,
Conversavano con la dolcezza degli idioti!
E se, avendolo sorpreso in immonde compassioni,
Sua madre si spaventava, le tenerezze profonde
Del bambino si gettavano su questo stupore.
Era bello. Lei aveva lo sguardo blu, - che mente!

ARTHUR RIMBAUD

 
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