BRESCIAOGGI, 23 GENNAIO 2009 Le reti idriche? Largo ai consorzi, ma solo pubblici di Pietro Gorlani Ben 154 comuni lombardi, e tra questi cinquanta bresciani, hanno ottenuto una importante vittoria politica: da tempo si battevano per mantenere pubbliche al 100% le reti idriche e la distribuzione dell'acqua ai propri cittadini, e 1'altroieri, la commissione Ambiente della Regione hanno modificato la legge regionale 18 del 2006, permettendo di fatto ai municipi di affidare la gestione diretta del sistema idrico integrato (captazione, distribuzione e depurazione) a una società completamente pubblica. L'importante emendamento andrà a fine mese in consiglio regionale per l'approvazione definitiva. Il Pirellone ha così scongiurato l'ipotesi referendum che proprio tante cittadine lombarde (con in testa 40 agguerrite amministrazioni camune e una decina di realtà bassaiole) volevano chiedere per trattenere la gestione di un bene primario, mentre oggi la legge Galli ne impone l'affidamento a terzi per rispondere a standard qualitativi generalizzati. La pdl 291 di modifica della legge 18 del 2006 sul servizio idrico integrato è stata emendata accogliendo le richieste dei sindaci fatte proprie dall'opposizione di centrosinistra in Regione. La commissione Ambiente l'ha quindi votata in modo unanime, col consenso di Pd, Prc, Sinistra democratica e Verdi. Poi la giunta regionale ha presentato quattro emendamenti che recepiscono le istanze dell'opposizione e dei primi cittadini. «Nello specifico, alle amministrazioni locali è stato concesso di scegliere la gestione diretta (in house) del servizio di erogazione dell'acqua, eventualità precedentemente esclusa dalle leggi regionali in vigore e dalle successive modifiche. A stato inoltre affermato il principio secondo cui le reti devono rimanere di proprietà interamente pubblica», fanno sapere Prc, Verdi, Sinistra democratica, e Pd. E ora l'Autorità d'ambito bresciana(presidente Enrico Mattinzoli, direttore Marco Zemello) ha preso atto della decisione, e precisato che il provvedimento prevede la «possibilità di affidare l'assegnazione del servizio alla medesima società di gestione se questa è tutta pubblica (cioè partecipata dai comuni), fatto che la precedente norma vietava. È invece esclusa la possibilità di perpetuare la cosiddetta gestione in economia (da paste dei singoli municipi) o di decidere autonomamente e singolarmente a chi affidare il tutto».
Le reti idriche? Largo ai consorzi, ma solo pubblici
BRESCIAOGGI, 23 GENNAIO 2009 Le reti idriche? Largo ai consorzi, ma solo pubblici di Pietro Gorlani Ben 154 comuni lombardi, e tra questi cinquanta bresciani, hanno ottenuto una importante vittoria politica: da tempo si battevano per mantenere pubbliche al 100% le reti idriche e la distribuzione dell'acqua ai propri cittadini, e 1'altroieri, la commissione Ambiente della Regione hanno modificato la legge regionale 18 del 2006, permettendo di fatto ai municipi di affidare la gestione diretta del sistema idrico integrato (captazione, distribuzione e depurazione) a una società completamente pubblica. L'importante emendamento andrà a fine mese in consiglio regionale per l'approvazione definitiva. Il Pirellone ha così scongiurato l'ipotesi referendum che proprio tante cittadine lombarde (con in testa 40 agguerrite amministrazioni camune e una decina di realtà bassaiole) volevano chiedere per trattenere la gestione di un bene primario, mentre oggi la legge Galli ne impone l'affidamento a terzi per rispondere a standard qualitativi generalizzati. La pdl 291 di modifica della legge 18 del 2006 sul servizio idrico integrato è stata emendata accogliendo le richieste dei sindaci fatte proprie dall'opposizione di centrosinistra in Regione. La commissione Ambiente l'ha quindi votata in modo unanime, col consenso di Pd, Prc, Sinistra democratica e Verdi. Poi la giunta regionale ha presentato quattro emendamenti che recepiscono le istanze dell'opposizione e dei primi cittadini. «Nello specifico, alle amministrazioni locali è stato concesso di scegliere la gestione diretta (in house) del servizio di erogazione dell'acqua, eventualità precedentemente esclusa dalle leggi regionali in vigore e dalle successive modifiche. A stato inoltre affermato il principio secondo cui le reti devono rimanere di proprietà interamente pubblica», fanno sapere Prc, Verdi, Sinistra democratica, e Pd. E ora l'Autorità d'ambito bresciana(presidente Enrico Mattinzoli, direttore Marco Zemello) ha preso atto della decisione, e precisato che il provvedimento prevede la «possibilità di affidare l'assegnazione del servizio alla medesima società di gestione se questa è tutta pubblica (cioè partecipata dai comuni), fatto che la precedente norma vietava. È invece esclusa la possibilità di perpetuare la cosiddetta gestione in economia (da paste dei singoli municipi) o di decidere autonomamente e singolarmente a chi affidare il tutto».