L'Angelo del Focolar

«VOGLIO UNA CHIESA POVERA PER I POVERI, ECCO PERCHÉ HO SCELTO DI CHIAMARMI FRANCESCO»


«In questi giorni avete lavorato, eh?»Il Papa: «L'idea mi è venuta per le parole del mio vicino di banco in Conclave, l'arcivescovo emerito di San Paolo».«Voglio una Chiesa povera per i poveri, ecco perché ho scelto di chiamarmi Francesco».Mai, a memoria dei 5 mila giornalisti presenti, un Papa ha dato così tante notizie in così pochi minuti. «Per questo mi chiamo Francesco": come Francesco da Assisi, racconta Jorge Mario Bergoglio. Francesco «uomo di povertà, uomo di pace. L'uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una relazione non tanto buona col Creato...». L'IDEA - L'idea gli è venuta dalla reazione del suo vicino di banco in Conclave, l'arcivescovo emerito di San Paolo, il brasiliano Claudio Hummes, «mio grande amico». «Quando le cose sono diventate un po' pericolose per me, mi confortava. Quando poi è stato raggiunto il quorum dei due terzi, è scattato l'applauso. Claudio mi ha abbracciato e mi ha detto: "Non dimenticarti dei poveri". Allora ho pensato alla povertà. Alle guerre. A San Francesco di Assisi. E ho deciso di chiamarmi come lui. Intanto lo spoglio continuava...». Così il Papa ha dato un'altra notizia: ha preso molti più voti dei 77 necessari. Poi ha raccontato i suggerimenti degli altri cardinali: «Chi mi diceva: "Dovresti chiamarti Adriano, come il grande riformatore". E in effetti la Chiesa deve essere riformata...Qualcun altro diceva: "Dovresti chiamarti Clemente. Clemente XV". E perché mai? "Per rivincita su Clemente XIV che abolì la Compagnia di Gesù!"». Risate, applausi. CONCLAVE - Ma Papa Francesco non poteva chiamarsi altrimenti. Al fianco aveva padre Georg, simbolo di continuità. Infatti ha ricordato «il mio venerato predecessore» Benedetto XVI. Ai giornalisti si è rivolto con voce dolce, chiamandoci «cari amici», dicendo «vi voglio tanto bene» e sorridendo spesso: «In questi giorni avete lavorato, eh?». Ma ci ha anche ricordato che dovremmo conoscere meglio il Vangelo e tenere sempre presente che «gli eventi della storia ecclesiastica», a cominciare dal conclave, «non rispondono alla logica delle categorie mondane. Protagonisti sono la fede e lo Spirito Santo. Per questo non è facile comunicare questi eventi a un pubblico vasto. La Chiesa non ha natura politica, ma spirituale. E' il santo popolo di Dio. Con le sue virtù e i suoi peccati. E al centro non c'è il Papa. Cristo è il centro». «Sit nomen Domini benedictum!», e Papa Francesco riserva un’altra, straordinaria innovazione. Una benedizione «per tutti».DA OGNI PARTE DEL MONDO - La prima udienza del Papa, del resto, non è ai fedeli e tra i seimila giornalisti da ogni parte del mondo che hanno seguito il conclave c’è di tutto, non credenti e cristiani, musulmani, ebrei e così via. Alla fine Papa Francesco si avvicina al limite del palco, tutti si attendono il congedo abituale del pontefice ma lui spiega, in spagnolo: «Vi avevo detto che vi avrei dato di cuore la mia benedizione. Molti di voi non appartengono alla Chiesa cattolica, altri non sono credenti. Di cuore imparto questa benedizione, nel silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio». Poi si china appena, nella sala si fa silenzio come la sera dell’elezione, a San Pietro. E il Papa sorride: «Che Dio vi benedica».     
N.b. ancora non sono riusciti a fargli cambiare le scarpe consumate che porta ai piedi da quando era ancora un semplice “cardinale di strada” a Buenos Aires. GRANDE PAPA FRANCESCO!!  N.b.2 Ieri ha chiamato l’arcivescovado di Buenos Aires per fare gli auguri di compleanno a una dipendente. La poveretta, che per poco non ci rimaneva secca, si è commossa, e ha balbettato: adesso non so neppure come chiamarla! E lui: padre Jorge, no? Racconta: quando andavi nel suo ufficio, capitava spesso di vedere i pacchi di spaghetti vicino alla scrivania, perché davvero mangiava là e spesso si cucinava da solo.  (Aldo Cazzullo, Gian Guido Vecchi)