Andrea Carancini

Un pensiero inaspettato di Leopardi sulla Chiesa cattolica (e sulla sovranità)


Oggi vorrei richiamare l'attenzione su Giacomo Leopardi, pubblicando un pensiero che ho trovato sullo Zibaldone, pensiero che mi sembra di particolare interesse, e questo per due motivi:Per l'inaspettata, almeno per l'immagine consueta che si ha del poeta, considerazione della Chiesa cattolica;E per il paragone tra il depositum fidei di quest'ultima e la cura con cui i politici inglesi conservano la loro Costituzione, segno questo, di un ben diverso concetto della propria sovranità rispetto, ad esempio, agli attuali politici italiani!«Alla p. 223. Le dottrine non rimontano mai  verso la loro sorgente, e la Riforma invano si sforzava di arrestare il corso del fiume che la trascinava, dice l' Essai sur l'indifférence en matière de religion, a poco più di un terzo del capo 6. Così tutte le sette, istituzioni, corporazioni, ogni cosa umana si guasta e perde quando s'allontana da' suoi principii, e non c'è altro rimedio che richiamarvela, cosa ben difficile, perché l'uomo non torna indietro senza qualche ragione universale, necessaria ec. come  sovversioni del globo, o di [359] nazioni, barbarie simile a quella che rinculò il mondo ne' tempi bassi, ec.: ma di spontanea volontà, e ad occhi aperti, e per sola ragione e riflessione non mai; non essendo possibile che la causa del male, cioè la corruzione, la ragione, i lumi eccessivi ec. siano anche la causa del rimedio. Del resto la religion Cattolica non si mantiene meglio delle altre, dopo tanti secoli, se non per la somma cura dell'antichità, e del conservare lo stato primitivo, e bandire la novità, nello stesso modo che dice Montesquieu (l. cit., nel pensiero, a cui questo si riferisce) della costituzione d'Inghilterra custodita e osservata e protetta e richiamata sempre gelosamente dalla camera».Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri, Oscar classici, Milano 1994, Volume primo, p. 234.