la vita è1 abbraccio

Dalla timidezza è meglio non guarire…


Dalla timidezza è meglio non guarire. I timidi sono la minoranza etnica del nuovo secolo. Realizzare un vecchio sogno? indire la Crociata dei Timidi. Un manifesto in difesa del pudore e della sensibilità, che la società dell’ìmmagine considera una malattia, Partiamo da qui. Dalla patente di inadeguatezza che viene affibbiata a chiunque non possegga la faccia tosta richiesta da quell’enorme villaggio turistico che è diventata la nostra vita. Le qualità più gradite sul mercato sono la risposta pronta (magari vuota purché brillante ), la disponibilità a raccontare in pubblico i fatti propri e a propalare con voluttà quelli degli altri, il non provare vergogna mai e tantomeno imbarazzo. Ogni volta che vedi qualcuno passarti davanti in coda senza chiedere neppure permesso. Mettersi a favore di qualsiasi telecamera con la dimestichezza di un attore. Indugiare con sovrano menefreghismo al casello dell’autostrada per sistemare con calma il biglietto nel cruscotto, mentre tu ti senti gli occhi del mondo addosso se solo il macchinario ritarda un attimo a sputarti fuori la ricevuta. Ecco, ogni volta che assisti a uno di questi episodi, non puoi non pensare che un po’ di vecchia, sana timidezza farebbe bene a tutti. Anche all’amore. Sì, è vero! Sono uno di quelli che ha passato l’adolescenza nell’illusione che fosse vero quel che vedeva al cinema, dove Dustin Hoffman conquistava la donne con lo sguardo basso, il sorriso frenato e gli improvvisi rossori del viso. Quando invece alle feste del liceo i ragazzi più gettonati erano quelli che si buttavano in scioltezza, a costo di fare una figuraccia, ma non la facevano mai. Abbordavano le ragazze parlando del tempo e quelle ridevano. Mentre io davanti a una sconosciuta, dopo il “ciao” di rito non riuscivo a spiccicare più nulla, se non qualche confusa allusione ai miei dischi preferiti, che ovviamente a lei facevano schifo. Dalla timidezza non si guarisce, ed è meglio, credetemi. Il problema, come in tutte le cose, è di trasformare una debolezza in un punto di forza. L’emotività è un bene se ti rende più gentile e disponibile a capire gli altri: due qualità che non possono non piacere alle donne, specie quando si è superato il tempo delle mele. Diventa però un disastro se ti paralizza i movimenti, traducendosi in una forma sottile di egocentrismo. Parlo di quel tipo di timidezza che ti fa pensare di essere sempre al centro dell’attenzione universale e che gli esseri umani non abbiano altro pensiero che quello di giudicare proprio te. Quando ti accorgerai che il prossimo non ha questa attenzione viscerale nei tuoi confronti, forse ci resterai un po’ male, ma sarai guarito. Perché il passo successivo sarà la crescita di uno scudo interiore che ti permette di vivere: con il freno a mano tirato da mille complessi, certo. Ma vivere. I primi successi, poi, ti scioglieranno ancora di più. Non troppo però. E anche se, per reazione al tuo disagio, diventerai un chiacchierone disinibito, timido resterai nel profondo dell’anima e ogni volta dovrai farti forza per superare il muro delle tue insicurezze. Non odiarlo, quel muro. Ringrazialo, perché è grazie a lui se non correrai mai il rischio di diventare carne da talk show. Felice veek end, con tanta sana timidezza :=)))))