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NON CHIAMATECI MORALISTI

Post n°15 pubblicato il 30 Maggio 2012 da LORISMANIA

Si può scegliere di star fuori dagli schemi, ma non si deve aver paura di rimanere soli. Ero fidanzato da tre anni con una persona che passava le sue serate secondo l’assioma sacro. Io gli ho fatto vedere ciò che piaceva a me, e lei ha scelto  se seguirmi o no. All’inizio, era estate, partivamo per il mare con l’intenzione di camminare sulla riva fino all’alba, ci sdraiavamo sui prati per guardare le stelle cadenti, abbracciati così forti da non avere zone di vuoto fra i due corpi, andavamo in cima alle colline per guardare in basso e sentirci liberi da tutto, parlavamo per intere notti, fra la serietà e le risate, la tenerezza e l’ardore.

Poi è venuto il freddo e allora andavamo nei pub, dove non si può parlare talmente la musica è rumorosa e assordannte, e di nuovo qualcosa dentro di me si sentiva soffocare. Abbiamo litigato per questo, lei faceva fatica a capire perché provavo sempre quel senso di noia e io mi arrabbiavo perché non sentiva quello che provavo io. Poi ho capito che si potevano avere belle emozioni semplicemente scegliendo luoghi più tranquilli dove la musica fa da sottofondo alle parole...

Ma la nostra non era una storia sdolcinata, né semplice: l’importante è essere consapevoli di quel che si vive e condividere questa consapevolezza con l’altro. Allora si può anche tenere il cellulare attaccato e rispondere a una telefonata, ma con lo sguardo segui la persona che ami, lo fai sentire presente, sempre. Quando vedo uomini e donne sole che si guardano intorno alla ricerca di un paio di occhi che trasmettono un’emozione, mi rendo conto che la solitudine dilaga ovunque, anche nelle schiere dei cosidetti vincenti, che hanno l’auto giusta e i vestiti giusti. Anche a me piace la bella vita, le belle vacanze, la macchina che va come una dea, ma queste cose sono corollari, ci va l’essenziale invisibile agli occhi.

L’amore implica la resa dell’egoismo, ma quel che vedo è che si pensa troppo a se stessi e ci si ama troppo poco. Che paradosso!

 

 

 

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