Creato da LORISMANIA il 19/05/2012
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Troppo belle ma bambole di gomma…

Post n°37 pubblicato il 15 Settembre 2012 da LORISMANIA
Foto di LORISMANIA

 

Mi viene alla memoria la famosa battuta di Woody Allen: “L’altra sera ho incontrato per caso la mia ex moglie, ho fatto un po’ il brillante e poi le ho flautato: - facciamo l’amore, stasera? – Lei, glaciale: - sul mio cadavere, piuttosto – ed io: - Perché no, tesoro? È  come l’abbiamo sempre fatto”. Rifletto ancora che aveva ragione Oscar Wilde quando diceva “lasciate le donne belle agli uomini senza fantasia”. E qualcuno soleva dire che a lume di candela e con mezza bottiglia di buon vino in corpo qualsiasi rospo ti sembra una principessa. Bon! Il problema della frigidità femminile è troppo serio per essere liquidato in due battute, specie oggi che la donna non si rassegna più a subirla, consapevole d’aver conquistato il diritto di godere pienamente l’atto sessuale. E poi è sempre difficile stabilire di chi è la colpa. Però, se è vero che Uto Ughi riesce a cavare melodie superbe da un violinaccio crepato, è altrettanto vero che un violinista anonimo e mediocre, con uno Stradivari fra le mani, sembra Ughi.

Ricordiamoci la teoria del “recupero”. La donna bella è talmente abituata ad essere corteggiata, adulata, ammirata, che spesso quando è a letto pensa sinceramente che il fatto che sia lì, pronta a concedersi, sia già di per sé sufficiente.

La racchia, invece, sa bene che deve “recuperare”. E così, dovendo disputarsi ogni volta i maschietti non solo con le belle, ma anche con le altre cozze come lei, affina altre armi.

La simpatia, lo spirito, l’eleganza, la cultura, fuori. Il resto a letto. Per quello le “brutte” meritano sempre un secondo sguardo. Di solito nelle località di vacanza si mangia meglio ( e si paga meno ) nei ristoranti dell’entroterra che in quelli “bord de mer”.

 
 
 

LUSSURIA, L’AMORE SENZA AMORE

Post n°36 pubblicato il 13 Settembre 2012 da LORISMANIA
Foto di LORISMANIA

LUSSURIA, L’AMORE SENZA AMORE

 

 

Nel nostro viaggio attraverso le patologie dei rapporti, che la tradizione chiama vizi capitali, dopo la gola e strettamente connessa ad essa troviamo la lussuria: voracità di cibo e voracità sessuale affondano infatti le radici nello stesso terreno. L’ingordigia è madre della lussuria, notava già Evagrio nel IV secolo: come la gola, anche la lussuria è un vizio del corpo in cui sono coinvolti tutti e cinque i sensi, attraverso una preparazione che inizia con la vista, l’odorato, l’udito e si conclude con la gola e il tatto. Ciò non di meno, sono entrambi vizi dell’anima, che nascono dal cuore e che a partire dal cuore vanno contrastati.

Gola e lussuria sono passioni che indicano uno scadimento della percezione e un conseguente atteggiamento che porta a ricercare il piacere per se stesso, il godimento fisico avulso dallo scopo al quale è legato.

Il piacere sessuale, in particolare, ha quattro caratteristiche: è il più intenso piacere fisico; è un piacere complesso che investe tutto il corpo e la psiche; è un piacere legato al tempo, alla storia di un uomo e di una donna, dalla pubertà alla vecchiaia; è un piacere che è inerente all’atto sessuale, pur essendone solo un aspetto. Si comprende perciò che se l’incontro sessuale viene ridotto al piacere fisico e all’orgasmo, non ci si interessa altro che all’organo specificamente implicato in esso, senza aprirsi ad alcuna finalità. E così finisce per essere ristretto a un solo scopo:Tu possederai il tuo prossimo.

L’altro è ridotto al suo corpo, alle sue parti erotiche e desiderabili, diventa un oggetto, addirittura un elemento feticistico… Ma l’energia sessuale è unificante quando è rivolta all’amore, alla comunicazione, alla relazione, cioè a una storia d’amore; ridotta all’erotismo, invece, essa frammenta, divide, dissipa il soggetto. Imparare ad amare significa dunque ordinare il desiderio, assumere il proprio corpo sessuato, acconsentire alla distanza, rinunciare all’abuso, a dominare sull’altro, a possederlo.

Chi è preda della lussuria assolutezza la propria pulsione e nega la relazione con l’altro, compiendo così una scissione della propria personalità e una cosificazione dell’altro.

Le pulsioni erotiche, non più ordinate e armonizzate nella totalità del sé, sfogano la propria natura caotica e selvaggia fino a sommergere l’altro, indotto nella fantasia o nella realtà – quasi sempre con prepotenza – all’atto sessuale.

In altre parole, la lussuria si manifesta là dove il piacere sessuale è incapace di sottostare alle elementari regole della dignità propria e altrui. Se non si accede a tale disciplina, il dono diventa possesso, l’attrazione violenza, l’unità del corpo e della psiche viene tragicamente spezzata; quel che è ancora più grave, il partner finisce per essere trasformato da soggetto di relazione a mero oggetto di consumo, ridotto addirittura a una sola parte del suo corpo.

Eppure questa passione nasce nello spazio della sessualità che è dimensione umana positiva, invito a un cammino verso la comunione tra uomo e donna: il piacere sessuale è un fenomeno complesso, che non riguarda solo la genialità e l’orgasmo, ma la persona intera, con tutti i suoi sensi. Esso è linguaggio d’amore, epifania del dono di sé all’altro, è coronamento dell’unione e, come tale, è iscritto nella storia di un uomo o di una donna: appare nella pubertà ed è accompagnato dalla fecondità, per poi conoscere una stagione di sterilità, fino alla sua estinzione. Al contrario, la lussuria consiste nell’intendere il piacere come qualcosa che è scisso dai soggetti, dalla loro storia d’amore ed è perciò una ferita inferta a se stessi,all’altro e, in definitiva, a quel Dio di cui l’essere umano è immagine. Insomma, l’esercizio della sessualità si sfigura quando si separa il corpo dalla persona: allora degenera, trapassa in aridità, diventa ripetizione ossessiva, obbedisce all’aggressività a alla violenza. L’amore, che è dono di sé e accoglienza dell’altro, è smentito radicalmente dalla lussuria, che vuole il possesso dell’altro; e così il rapporto sessuale, che dovrebbe essere un linguaggio “altro”, sempre accompagnato dalla parola ma anche eccedente la parola stessa, diventa la morte del linguaggio, della comunicazione, impedendo di fatto ogni comunione.

Il contesto culturale in cui oggi viviamo, costruito ad arte da molti mass media e sfruttato dalla pubblicità, è quello di un universo erotizzato: la nostra è una società in cui l’unica realtà non oscena è quella dell’erotismo, al punto che è ormai inevitabile imbattersi in immagine erotiche, che si imprimono nella nostra mente per riemergere in seguito e stimolare le nostre fantasie perverse. Una via elementare per reagire a tale clima che si respira, è quella di riflettere sul fatto che, come l’ingordigia, anche la lussuria toglie la libertà: chi ne è schiavo finisce per asservirsi all’idolo del piacere sessuale, che lo ossessiona e crea in lui una pericolosa dipendenza. Chi è preda della lussuria è come malato di bulimia dell’altro, lo cosifica realmente nella prestazione sessuale o virtualmente nell’immaginazione.

La vera perversione in atto nella lussuria è infatti quella che conduce a concepire l’altro come semplice possibilità di incontro sessuale, come mera occasione di piacere erotico. Come non notare oggi il fenomeno della senescenza precoce dell’esercizio sessuale nelle nuove generazioni? Come ignorare l’esercizio di un eros virtuale? Vie che conducono presto a un libidogramma piatto. Sì, chi non conosce l’ascesi dello sguardo, dell’ascolto e perciò dell’immaginazione, facilmente cade preda della lussuria.

Ora, per affrontare e vincere questo vizio che imbarbarisce il rapporto con il corpo, è necessaria una disciplina in vista di una umanizzazione: occorre un’igiene dei pensieri, una lotta per dominare nel cuore e nella mente fantasie sessuali distorte e deviate, e così poter accedere alla percezione del mistero e della bellezza del corpo, il proprio o quello altrui.

Né si dimentichi che essere continente è altra cosa dall’essere casto: si può praticare la sessualità restando casti, così come ci si può astenersi dall’esercizio della sessualità senza per ciò stesso essere casti. Casto /cactus) è infatti colui che rifiuta l’incesto (in-castus) e rispetta radicalmente l’alterità e la differenza, rifiutando la fusione della coincidenza, dell’assorbimento dell’altro nell’altro. La vera castità comporta la rottura del cordone ombelicale, la presa di coscienza di un corpo sessuato, la volontà di incontrare l’altro nella differenza e nel rispetto dell’alterità. Castità è anche integrazione della sessualità nella persona, attraverso l’unità interiore della persona nel suo essere corpo e spirito

Essa comporta una padronanza di sé che è pedagogia alla vera libertà umana. Sì, c’è un’alternativa chiara: o l’essere umano domina le sue passioni oppure si lascia da esse alienare, rendere schiavo. Per questo la disciplina interiore, anche nello spazio della sessualità, è sempre opera di libertà e, quindi, di ordine e di bellezza, è opera di umanizzazione perché anche l’esercizio della sessualità sia un’opera d’arte, un capolavoro nelle storie d’amore.

 
 
 

Per chi si perde ancora nelle favole ...

Post n°34 pubblicato il 12 Settembre 2012 da LORISMANIA
Foto di LORISMANIA

C’era una volta una ranocchia con gli occhi che cambiavano colore...verdi se splendeva il sole fuori e dentro lo stagno, marroni se invece c’era brutto tempo e l’acqua scivolava lenta...La ranocchia si era trasferita da poco in uno stagno nuovo e ci abitava da sola...A volte un drago cattivo che le aveva fatto tanto male tornava ad importunarla per telefono e con le sue lingue di fuoco in un attimo distruggeva il lavoro di mesi...così la ranocchia decise di costruirsi una corazza per difendersi. Un giorno conobbe un principe con gli occhi azzurri e il cuore buono...Entrambi erano spesso tristi e preferivano stare soli piuttosto che con chi non riuscivano a farli sorridere, perché come diceva il principe “ i sorrisi sono gli utensili migliori per aprire le porte più spesse e non bisogna farseli mancare mai “. Il principe confidò alla ranocchia che a volte gli succedeva di trasformarsi in un orso quando ritornava nel suo castello e questo gli sembrava diventare una caverna buia, silenziosa e triste. La ranocchia con gli occhi verdi non voleva che il principe ritornasse un orso e...magia delle magie...a volte cominciava a sentirsi lei stessa una principessa. Il principe, con i suoi sorrisi, i suoi silenzi ma anche con le sue parole dolci e sincere, aveva fatto un incantesimo! La ranocchia aveva un ritratto del principe, nel suo stagno, lo guardava e pensava che era proprio carino...quegli occhi azzurri sembravano trapassare il ritratto e la ranocchia avrebbe voluto poter leggere dentro quell’azzurro...

La ranocchia aveva ancora la corazza, ma si sentiva un po’ più forte rispetto a prima e addirittura riuscì a non aprire la porta al drago cattivo un giorno che egli bussò. Una sera il principe e la principessa andarono insieme a mangiare fuori e poi a teatro...Un bacio del principe avrebbe trasformato definitivamente la ranocchia in principessa ma era ancora troppo presto per entrambi, troppe ombre affollavano ancora lo stagno e il castello. Nei giorni successivi qualcosa cambiò e il principe era sempre più distante...La ranocchia con gli occhi verdi non sapeva se aveva detto o fatto qualcosa che non gli aveva fatto piacere... Il principe era sempre molto impegnato con il suo lavoro e preoccupato per la sua mamma che non stava bene...la ranocchia con gli occhi verdi aveva paura di dargli fastidio telefonandogli o scrivendogli, del resto se lui non si faceva vivo il messaggio era chiaro...forse lei aveva capito male fin dall’inizio, si era sentita principessa per sbaglio oppure il principe aveva incontrato qualche altra fanciulla che non fosse stata ranocchia...però la ranocchia aveva il forte dubbio che il principe fosse chiuso nella sua caverna e non volesse ascoltare né vedere nessuno, che avesse buttato via la chiave del suo castello e non volesse essere aiutato a cercarla di nuovo...Così la ranocchia provò a raccontargli una favola...

 

C’era una volta un orso che desiderava l’amore di una principessa per poter diventare un principe anche lui. Ma non la trovava ed era sempre triste. O non la trovava perché era sempre triste, vedi tu. L’orso viveva al buio, avventurandosi di rado fuori dalla caverna. Finché conobbe una ranocchia che gli scaldò il cuore, ma non glielo incendiò. Non ebbe la forza di interrompere un’amicizia che gli stava facendo tanto bene. Preferì illudersi che anche la ranocchia si sarebbe accontentata di un rapporto fraterno, utile a entrambi per riprendere fiducia nel genere umano ( scusa:animale ) e nella vita. Ma quell’orso era un ingenuo o un irresoluto. Non sapeva, o fingeva di non sapere, che quando una ranocchia sorride con tanta dedizione a un orso, non è per accompagnarlo a fare scorta di miele, ma perché si sta innamorando di lui. Appena se ne accorse, l’orso trasalì. Si commosse e poi si spaventò. Non essendo innamorato, si sentì inadeguato. E non essendo coraggioso, si nascose nella caverna. Di mettersi con la ranocchia proprio non se la sentiva. E neanche di vederla soffrire. Meglio fare finta di non averla mai conosciuta. Ci rimase male anche lui, perché l’amore della ranocchia era un balsamo che per la prima volta dopo tanto tempo lo aveva fatto davvero sentire un principe. Ma il prezzo da pagare per quel balsamo era diventato troppo alto. Così l’orso imparò a fare…l’indiano  e la ranocchia rimase sola e si sentì più ranocchia che mai. Intanto però il suo cuore freddo era tornato per un attimo a pulsare di passione e quell’energia misteriosa penetrò fin nei ripostigli più profondi delle sue viscere.  Lei soffriva ancora troppo per accorgersene. Finché un giorno si asciugò le lacrime e guardò nello specchio dello stagno. Quale fu la sua sorpresa nel vedere, dentro le acque limacciose, i contorni di una principessa: solitaria, fragile, confusa, ma non più ranocchia. Rialzò la testa e uscì dallo stagno. Adesso sì che la favola sarebbe potuta cominciare ed ora quell’orso doveva faticare per riconquistare il cuore della ranocchia divenuta Principessa. Non so come andrà a finire ma è sicuramente una delle favole più belle che si raccontano ancora.

 
 
 

un po' di buonumore tra un post e l'altro.

Post n°33 pubblicato il 18 Luglio 2012 da LORISMANIA
Foto di LORISMANIA

Colloquio di lavoro
"Buongiorno, si accomodi e mi parli di Lei"
"Devo informarla che sono portatore di handicap"
"Qualcosa di grave?"
"Sono saltato su una mina e ho perso le palle"
"Non ha importanza. Lei comincerà lunedì, gli orari sono dalle 8 alle 16, ma Lei può venire alle 10"
"Grazie ma non voglio trattamenti di favore, posso venire alle 8 come tutti gli altri"
"No, non se la prenda, noi arriviamo alle 8, ma fino alle 10 ci grattiamo le palle davanti alla macchina del caffè."

 

 

Una bella ragazza si presenta dal medico:
- Dottore, la prego, non mi guardi così... sono molto timida!
- Su, signorina, si spogli tranquillamente. Mi girerò dall'altra parte. E poi sono un medico, non abbia timore!
- Dottore, mi vergogno. Almeno spenga la luce e si giri dall'altra parte...
- Va bene, signorina. Lei proprio non ha fiducia del suo medico. Ho spento la luce e mi sono girato!
Finalmente la ragazza si decide e si spoglia. Lentamente si toglie ogni cosa e quando è rimasta completamente nuda chiede:
- Dottore, dove posso appoggiare i vestiti?
Una voce nel buio le dice:
- Li metta pure sulla sedia... accanto ai miei...

 

 

Due amici si incontrano e uno dei due è tutto fasciato, incerottato e pieno di ematomi:
- Ma cosa ti è successo?
- Niente, di notte non dormo e tutte le notti verso le tre mi diverto a fare dei numeri di telefono a caso e poi dico:
"Ehi... figlio di una grandissima troia, indovina un po' chi sono?
- E allora?
- E allora... uno ha indovinato!!!

  

 

Una sera, dopo 45 anni di matrimonio, una coppia è a letto quando la donna sente che suo marito incomincia ad accarezzarla come non lo faceva più da molto tempo. Incomincia a sfiorarle il collo, poi scende giù nella schiena fino ai reni. Le accarezza le spalle e i seni e si ferma esattamente sul pube. Poi sposta lentamente la sua mano verso l'interno della coscia destra e poi ancora su sul fianco fino a sfiorare il seno e poi giù delicatamente fino al polpaccio. Fa la stessa cosa dall'altra parte ma ad un certo punto si ferma bruscamente e senza dire niente accende la televisione.
Siccome tutte le carezze avevano fatto un certo effetto, la moglie chiede amorevolmente:
"Caro,è stato meraviglioso, perché ti sei fermato?"
E lui:
"Ho trovato il telecomando
"

 

 

Due uomini e una donna avevano fatto domanda per diventare agenti 
dell'FBI 
ed avevano già superato diverse difficili prove attitudinali per questo 
lavoro. Per la prova finale, un agente dell'FBI portò uno degli uomini 
candidati al posto davanti ad una grande porta di metallo e gli mise una 
pistola in mano. 
"Dobbiamo essere sicuri che tu esegua le nostre istruzioni in qualunque 
circostanza. All'interno della stanza troverai tua moglie seduta su una 
sedia. Uccidila!" 
L'uomo disse: "Non starai mica parlando seriamente, io non potrei mai 
sparare a mia moglie." 
L'agente: "Allora tu non sei l'uomo giusto per questo lavoro. 
Prenditi tua moglie e vattene a casa." 
Al secondo uomo candidato dettero le stesse istruzioni. L'uomo prese la 
pistola ed entrò nella stanza. Tutto restó calmo per circa 5 minuti. 
L'uomo uscì dalla stanza in lacrime, "Ci ho provato, ma non posso uccidere 
mia moglie." 
L'agente: "Tu non hai le qualità che cerchiamo. Prenditi tua moglie e 
vattene a casa." 
Per finire, toccò alla candidata donna. Le diedero le stesse istruzioni, 
cioè di uccidere suo marito. Lei prese la pistola ed entró nella stanza. 
Si udirono diversi colpi provenire dalla stanza, uno dopo l'altro. 
Si sentirono urla, rumore di mobili rotti, si sentí battere sulle pareti. 
Dopo alcuni minuti, tutto fu calmo. La porta si aprì lentamente e si vide 
la donna apparire sulla soglia. 
Si asciugó il sudore dalla fronte madida e disse: 
"Questa pistola è caricata a salve, ho dovuto ucciderlo a colpi di 
sedia." 

 
 
 

quando finisce un amore...

Post n°32 pubblicato il 11 Luglio 2012 da LORISMANIA
Foto di LORISMANIA

Ci sono persone che meritano tutto il nostro rispetto e una più approfondita analisi e riflessione. Tu sei sicuramente quella a cui volgere questa particolare attenzione .

Ha vinto il sistema; ha vinto l’assiduità e la costanza, non la chiamerei dedizione. Ha vinto lui ed è giusto così.

Ho la morte nel cuore da quel giorno e non mi vergogno delle lacrime versate. Ma non potevo non vedere, sentire, capire, essere indifferente a tutti quei segnali che mi arrivavano dal tuo mondo per certi versi meraviglioso, fatto di amicizie sincere, mentre per altri invece provavo soltanto rabbia. C’era lui, sempre lui, le sue attenzioni, le sue premure e anche se carinamente per compiacermi mi rassicuravi dicendomi che la cosa ti infastidiva, lui era sempre comunque vigile e presente.

Ma non è poi così importante tutto questo. È importante invece il fatto che io avessi ben poco da offrirti anche sotto l’aspetto materiale che tu rifuggi ed è anche per questo che sei davvero preziosa e unica. Ma all’impasse ci si arriva sempre nella vita e tu devi avere le idee chiare. Ed è qui che va in scena la rappresentazione della fine di un amore, liquidato senza tante spiegazioni, adducendo futili motivi di gelosia comportamentale. Penso di aver dato il meglio o il peggio di me stesso , dipende dalla posizione di chi osserva in sala e dal giudizio che può darne.

Ci siamo detti un giorno che il nostro amore era così immenso che l’avremmo sacrificato per la felicità altrui. Desidero solo che tu sia felice, amore caro, questo è importante per me anche se può sembrarti paradossale.

Non sai quante volte ho desiderato chiamarti al cell. per gridarti ancora che ti amo… ma poi perché aumentare questo dolore, stupido orgoglio!

Non so cosa avrai pensato di me in questi giorni che sembrano non passare mai perché l’infelicità è subdola: sembra lo faccia apposta a trascinarti le ore lentamente per aumentare il peso di un dolore, mentre la felicità spazza via tutto così in fretta che gli amanti ne vorrebbero ancora e sempre di più.  Non m ero reso conto che quell’agenzia di viaggi in cui siamo entrati per volare lontano sulle ali di un amore mai provato prima, non aveva contemplato il fatto che il pacchetto acquistato non era “tuttocompreso”, ma c’erano delle opzioni. Io partivo con il solo bagaglio a mano, poche cose ma tanta speranza nel cuore. Per te invece era diverso: avevi alcune valigie da portarti dietro e non potevo certo dirti: lasciale a casa, ti basto io e poi se manca qualcosa la compriamo sul posto.

Noi leoncini abbiamo bisogno di continue verifiche e segniamo il territorio non per soffocare la nostra compagna ma perché desideriamo amarla con tutto noi stessi, e ci rende estremamente sensibili ma felici  sapere che lei pensa a noi anche quando non siamo presenti fisicamente. Sono dei piccoli atteggiamenti mentali che ci fanno star bene. Credo sicuramente che tu mi abbia voluto molto bene e quando una persona non c’è più ti rendi proprio conto di quanto ti manca, di quanto sia importante il suo saluto e pensiero giornaliero, e la vorresti tirar fuori dai tuoi sogni per stringerla ancora molto forte tra le tue braccia…

Vorrei con tutto il cuore che tu superassi l’amaro di questo momento e pensassi a me  in maniera non ostile, ma lo addolcissi con qualcosa di significativo, di positivo, di un persona che stravede per te ma che si ricorda che appartiene al giorno mentre tu sei la notte.

Sono stato troppo bene con te per dimenticarlo e piano piano si scioglie nel pianto quel dolce ricordo appena sbiadito dal tempo. E così mi perdi , e così ti ho perso; ma ho finalmente scoperto quanto amore sei riuscita a tirarmi fuori e non solo dentro: non sapevo di averne ancora tanto. Lo dedicherò sempre e solo a te, in silenzi di cristallo, che tu mi creda o no, perché non desidero più sofferenze così grandi anche se tornerei sempre e subito indietro perché è troppo bello il tuo amore e tu sei la cosa più bella che c’è.

Si può amare anche in questo modo, non sarà gratificato il nostro corpo ma sarà esaltata l’anima che è eterna.

Ti auguro ogni bene, amore mio, abbi cura di te e della tua splendida famiglia.

Ci sarò sempre per te se lo vorrai, cercami nel tuo cuore e lì mi troverai, sempre…sempre… anima mia.

Un fortissimo abbraccio  e un bacio lentolentolento

 

 

Dimenticarsi di una persona è come lasciare una conchiglia sulla spiaggia. L’acqua la porterà via, ma nel mare ci sarà …sempre.

 

( Un po' di tempo fa... )

 
 
 
 
 

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