Creato da carlocorallo il 08/04/2008
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« Non ci resta che fare il...Le regole di sopravvivenza »

Dio esiste...da qualche parte!

Post n°5 pubblicato il 08 Aprile 2008 da carlocorallo

La stragrande maggioranza di noi crede fermamente nei valori professati dalla religione cattolica, anche se in fondo si è sostanzialmente poco praticanti: fin quando le cose ti vanno bene è facile dire di essere religiosi e di credere in Dio. I problemi iniziano, invece, quando cominci a chiederti perché va tutto storto proprio a te.

        Quando la domenica andiamo a messa e ascoltiamo la predica che ci viene fatta, quasi sempre ci sentiamo fra i buoni, i giusti, quelli che si comportano bene, stanno sempre dalla parte della ragione e ci convinciamo di non aver niente di cui pentirsi. Poi, appena usciti dalla chiesa, cominciamo a bestemmiare quello che è in macchina davanti a noi e procede più lentamente, oppure si ferma al semaforo giallo invece di accelerare… E di imprecazioni in imprecazioni si procede così per tutta la settimana fino ad arrivare alla messa successiva per chiedere il perdono e la grazia.

        Il momento topico di noi peccatori incalliti si raggiunge sul luogo del lavoro dove, ogni principio di fratellanza, uguaglianza e tolleranza verso il prossimo, si scontra con la nostra naturale predisposizione alla fama, alla gloria, alla voglia matta di esternare la propria supremazia che contraddistingue la razza umana.

        Chi per caso mostrasse, anche per pochi secondi, la sua vocazione ai principi religiosi, cercando di porgere l’altra guancia, sarebbe bollato per sempre come un debole, un illuso, un perdente senza “palle”. Insomma, l’ambiente di lavoro si presenta come una giungla dove sopravvive solo chi aggredisce per primo l’altro e stabilisce così un rapporto di superiorità.

        Malgrado i nostri buoni propositi, la dura realtà quotidiana finisce quindi per essere solo ed esclusivamente la ricerca continua e ostinata di una certa tranquillità economica utile per soddisfare le proprie ambizioni, per realizzare qualsiasi progetto che vada dalla voglia di mettere su famiglia a quella di avviare un’attività lavorativa. Il proprio confessore è più spesso un commercialista o un avvocato che non un prete!

        Dando per scontato che Dio esiste (da qualche parte!), perché sarebbe assurdo pensare che ci sia tanta gente in tutto il mondo che crede in qualcosa che non esiste, anche se poi la stessa gente crede che esiste per esempio la sfortuna, la magia, Bin Laden e Berlusconi (vabbè, no, quest’ultimo pare proprio che sia stato avvistato da qualcuno!) ci si chiede sempre più spesso perché Dio non interviene a mettere un po’ d’ordine in questo grande casino che ha creato.

A tal proposito il mio personale parere è che, con la crescita a dismisura della popolazione umana, quel Dio ormai vecchietto abbia perso il controllo completo delle nostre azioni; essendo aumentato il lavoro da sbrigare è costretto a tralasciare qualcosa o magari si è circondato di collaboratori (forse proprio ragionieri!) incapaci o semplicemente “umani”. Mettiamoci anche le distrazioni sempre maggiori che lo circondano come l’annosa questione musulmana, lo sviluppo di internet, la speculazione in borsa, le scommesse on line, il fantacalcio, eccetera! Insomma, un inferno anche per Dio.

Come ci ha insegnato il grande Manzoni, il Signore ci procura delle sofferenze terrene per prepararci ad una gioia divina immensamente più grande. Ma se continua così neanche la vittoria di uno scudetto dell’Inter potrà ricompensarci.

La difficoltà più grande per noi cristiani veramente credenti è quella di riuscire con equilibrio a vivere serenamente la nostra quotidianità senza dimenticare che prima o poi saremo chiamati a viverne un’altra nell’aldilà: si finisce agli eccessi opposti o di vivere troppo intensamente la vita terrena trascurando completamente quella divina o al contrario di pensare troppo alla vita divina trascurando quella terrena.

Io personalmente mi immagino che quando arriverà il giorno del giudizio, il Signore farà un elenco completo delle buone e cattive azioni compiute nella vita terrena, assegnandomi un punteggio e inserendomi in una graduatoria. Se sarà un giudice severo ma onesto, e ne sono certo lo sarà, sono sicuro che non mi ritroverò in cima alla classifica insieme ai santi ma, senza ombra di dubbio, starò più su di tanti altri. E questo basta per adesso a consolarmi!

Tutte le tensioni e le incomprensioni fra noi esseri umani sono dovute, purtroppo, al nostro maggior difetto che  è quello di sentirsi sempre dalla parte della ragione, senza saperci mettere nei panni degli altri e senza guardare le situazioni con equilibrio e onestà. L’esempio più utile per spiegare questo mio concetto è dato dalla classica situazione dell’automobilista nei pressi dell’incrocio: se abbiamo diritto di precedenza e arrivando all’incrocio vediamo un altro automobilista che cerca timidamente di passare, noi lo fulminiamo con uno sguardo fiero e gli facciamo intendere inequivocabilmente che pretendiamo di usufruire del nostro diritto; ma, se la volta successiva, ci troviamo dall’altra parte, cioè a dover dare la precedenza e tentiamo di chiedere il favore di farci passare, ecco che, dimenticandoci improvvisamente del diritto che l’altro avrebbe, lo imprechiamo e ci meravigliamo del suo atteggiamento ostruzionistico.

 
 
 
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