CARLO PARLANTI FREE

Italia-USA: ora basta, loro possono uccidere e noi dobbiamo tacere


Mario Lozano ha ucciso a sangue freddo Nicola Calipari ma la giustizia italiana non lo può perseguire, nel frattempo Carlo Parlanti, in perfetto stile Guantanamo, da quindici giorni è letteralmente incatenato ad un letto, tanto che non può nemmeno andare al bagno, tenuto sequestrato e nemmeno il Consolato Italiano lo può vedere. Attenzione perché non si sta esagerando. Ieri, grazie a una solerte religiosa, siamo riusciti ad avere una lettera scritta da Carlo e, se pochi giorni fa credevamo che il termine “incatenato al letto” fosse solo un modo di dire ora sappiamo che non è così. Carlo è letteralmente incatenato al letto, tanto da non poter nemmeno andare al bagno. Hanno portato Guantanamo in California?No, è tutto regolare, la più grande democrazia del mondo questo lo può fare. Se può impunemente uccidere un funzionario italiano, tanto meglio può incarcerare un innocente, fabbricare prove false, torturarlo, non curarlo, incatenarlo, proibire una visita diplomatica e calpestare qualsiasi diritto, umano e civile, senza che nessuno possa obbiettare, senza che nessuno osi obbiettare. Beh, scusate se noi osiamo, scusate se noi non ci stiamo a questa cosa. Lo abbiamo detto chiaramente durante la conferenza stampa al Parlamento e lo ribadiamo ancora una volta e con tutta la voce che ci è concessa qui, in questo luogo forse meno importante ma che speriamo possa veicolare meglio il nostro disgusto, perché di disgusto si tratta.Disgusto prima di tutto per la facilità con cui vengono calpestati i diritti di un uomo che oggi si chiama Carlo Parlanti ma che potrebbe chiamarsi con qualsiasi nome, che potrebbe essere uno qualsiasi di noi, disgusto soprattutto perché questo viene permesso in modo assolutamente passivo da chi, quei diritti, avrebbe il dovere di difendere, da chi è stato eletto anche e soprattutto per questo.Non voglio ribadire l’innocenza provata di Carlo Parlanti, questo lo faremo nelle giuste sedi, voglio sottolineare il disprezzo con cui vengono trattate le autorità italiane da uno Stato che si definisce amico e “democratico”, un disprezzo che proprio ieri è stato contraccambiato con un atto di amicizia, di amore sfrenato, ma soprattutto di garantismo portato all’estremo. L’Italia ha detto “a chiare lettere” agli USA che loro possono uccidere, che possono torturare, che possono calpestare i diritti di un cittadino italiano, impunemente e senza condizioni, che loro possono fare tutto quello che vogliono senza che noi si possa o si voglia reagire. Ancora una volta noi non ci stiamo, non ci stiamo ad accettare passivamente questi schiaffi in faccia senza reagire, non ci stiamo a rinunciare alla nostra dignità, alla prerogativa di non accettare passivamente qualsiasi sopruso. Pretendiamo il rispetto del diritto, non lo chiediamo, lo esigiamo. Esigiamo che il Consolato Italiano di Los Angeles faccia il suo dovere senza accampare ridicole scuse atte solo a salvaguardare i “buoni rapporti” con l’amico americano. Loro non sono nostri amici e lo hanno dimostrato più e più volte, ci hanno derisi e insultati calpestando i nostri diritti e quelli di un nostro concittadino. Pretendiamo che Carlo Parlanti venga al più presto visitato e che venga immediatamente riportato in Italia onde garantirgli quel diritto alla salute che è garantito anche all’ultimo degli uomini ed è sancito dalla Carta dei Diritti Umani. Esigiamo che venga rispettata la sua dignità di uomo prima ancora che quella di uomo innocente, esigiamo che la diplomazia italiana faccia il suo dovere, fino in fondo e senza compromessi, senza umilianti genuflessioni e che faccia valere i propri e i nostri diritti. Ripeto ancora una volta, non insisto sull’evidenza dei fatti che dimostrano l’innocenza di Carlo (ultimo il rapporto ufficiale sulle fotografie consegnato al nostro Consolato), insisto sul fatto che è ora di finirla di piegarsi senza reagire e che i diritti di qualsiasi cittadino italiano devono essere garantiti e difesi da chi è preposto a farlo, a prescindere dal nome che porta. Esigiamo dal Ministero degli Esteri un atto di dignità, prima ancora che un atto di coraggio, quella dignità che riteniamo di poter pretendere incondizionatamente. Esigiamo che il Ministero degli Esteri si attivi immediatamente per verificare cosa sta succedendo a  Carlo Parlanti e quali siano i veri motivi di tanto disprezzo nei nostri confronti, nei confronti dell’Italia, perché di disprezzo si tratta, puro e semplice disprezzo. Elisa Arduinihttp://www.secondoprotocollo.org