CARLO PARLANTI FREE

comunicato stampa


Carlo Parlanti tenuto bloccato a Wasco senza poter parlare con la famiglia dal 3 ottobreWasco - Carlo Parlanti (Condannato al massimo della pena per crimini impossibili fisicamente e biologicamente, News ITALIA PRESS n° 244 del 22 dicembre 2006) è ancora a Wasco. Contro l'ordinanza del giudice californiano della contea di Ventura che il 1 ottobre ne sancì l'obbligatorio ritorno ad Avenal, sua prigione di provenienza. Questo, quanto in una nota, fanno sapere oggi i volontari che attorno al caso si sono raccolti per sostenere la famiglia del Parlanti nel percorso che dovrebbe condurre a dimostrare l’innocenza del cittadino italiano condannato a 9 anni per stupro e violenze domestiche da un tribunale californiano “Ogni due giorni a Carlo viene detto di preparare la sua roba, che il successivo trasporto sarà anche il suo. E' un mese quasi che questo gioco di forza va avanti. Gioco di forza perchè è quasi sicuramente, a dispetto delle rassicurazioni semi ufficiali che la famiglia ed il Consolato italiano a Los Angeles continuano a ricevere, questo continuo tira e molla sembra essere solo una cosa: l'ennesimo tentativo di imbavagliare il Parlanti per evitare che gridi la sua innocenza. L'ennesimo tentativo di umiliazione” si legge nella nota. “Sono due mesi che la prigione californiana di Wasco rassicura il Consolato italiano di Los Angeles” che attivamente si sta occupando del caso, anche a seguito dei ripetuti interventi politici che negli ultimi 11 mesi dall’Italia ci sono stati “sul trasferimento di Carlo Parlanti ad Avenal, che va ripetuto, è un inferno in terra, dove i detenuti dormono in 400 in uno stanzone su dei letti di ferro con un materasso di comma piuma alto forse due centimetri, ma che rispetto all'isolamento di Wasco, diventa quasi sopportabile. Due mesi di rassicurazioni e promesse non rispettate. Due mesi in cui gli unici contatti con l'esterno, a dispetto di ciò che sanciscono per i detenuti le leggi americane, sono state delle sporadiche lettere da lui ricevute. Sporadiche non perchè nessuno gli scrivesse: decine e decine di lettere sono state spedite dall'Italia, ma stranamente, a lui non sono state consegnate. Secondo la legge carceraria americana, Carlo avrebbe diritto a telefonare: nessuno ancora glielo ha concesso”, Perché, si chiedono nella nota gli attivisti. “E' necessario ricordare che Carlo non ha contatti telefonici con i suoi cari dal 3 ottobre scorso”. “Nonostante l'impegno che il consolato spende sul caso di Carlo, nulla cambia: possibile che una prigione statale americana si arroghi il diritto di non rispettare dei rappresentanti esteri ufficiali? Milioni le domande, quasi nulle le risposte. Ed intanto si attende una risposta ufficiale, governativa, politica, italiana (soprattutto) e statunitense che stenta ancora ad arrivare”. Il 10 dicembre prossimo, dopo una serie di rinvii, è prevista la risentenza del caso Parlanti. Intanto sia la compagna Katia Anedda, sia gli attivisti, si stanno adoperando per assicurare a Carlo Parlanti un nuovo avvocato, già per altro individuato, grazie all’interessamento del Consolato italiano, lo stesso che assisterà il parlanti durante la risentenza. “Trovare i soldi per confermarlo, è dura, ma grazie all'Onorevole Marco Zacchera (n.d.r. Responsabile Esteri di Alleanza Nazionale), al Comune di Montecatini (città natale di Carlo) e al contributo personale di altre fantastiche persone, pian piano si stanno raccogliendo fondi a tal riguardo. La strada è ancora, purtroppo lunga”. Concludendo la nota, gli attivisti sottolineano come “assoluta priorità, che le nostre autorità ministeriali contattino al più presto ufficialmente quelle statunitensi e si facciano spiegare i motivi per i quali Carlo Parlanti viene sottoposto a tale inumano trattamento”. News ITALIA PRESS