dal mio blog: l'opinionista opinabile.Voglio tornare a parlare di Carlo, a
costo di rompere le scatole ai miei pochi ma fedeli lettori. Il garante
dei detenuti del Lazio si è attivato per tentare di gestire la sua
situazione. E' la prima volta che ho, forse grazie al fatto di aver
conosciuto i componenti, che ho un po' di fiducia nelle istituzioni e
nel loro operato.Sarà
che questi ultimi giorni per Carlo non sono stati il massimo, sarà che
con l'intervento del garante nasce una nuova speranza di risoluzione di
tutto condita dalle ovvie ansie che la accompagnano, ma sono giorni,
mentre parlo con Katia, mentre tento di lavorare sul myspace e sul
resto che ho in mente due foto che Katia mi ha mandato tempo fa dove Carlo sorride e si trova con amici. Ovviamente per postarla qui e non ledere la privacy di nessuno le ho tagliate ed
ho tentato di oscurare gli occhi delle persone che non ho potuto tagliare.Sono
foto che mi sono rimaste impresse perchè, fino a quel momento di lui
avevo solo l'immagine ovviamente triste delle foto in prigione. Queste
foto mi hanno fatto in piccolo lo stesso effetto che mi ha fatto (in
maniera più pesante) l'averci parlato: l'averlo reso di colpo una persona reale, una persona vicina.E secondo me sono delle immagini fortissime messe a contrasto con le ultime foto della prigione. Sono uno dei tanti tasselli dell'ingiustizia che ha colpito quest'uomo. Uno degli effetti più evidenti.
Chi mi conosce, nonostante io sia cinica, ma molto emotiva, sa che non
mi esprimo mai sull'onda dell'emozione. Ma in casi come questi dove
l'ingiustizia è palese e le prove dell'innocenza di quest'uomo così
lampanti, io mi rendo conto... che il sentimento più forte che provo è
la rabbia. Quando sento Katia triste, quando vengo a conoscenza dei
continui dispetti che fanno a Carlo, quando penso che potrebbe avere un
cancro al polmone e che la maggior parte delle persone e delle
istituzioni se ne fottono allegramente... be la cosa mi manda
letteralmente in bestia.