CARLO PARLANTI FREE

Da Prigionieri del Silenzio, ennesimo sopruso ai danni di Carlo


Ennesimo sopruso ai danni del nostro connazionale, Carlo Parlanti, rinchiuso indebitamente da quattro anni nella prigione di Avenal CA. La vicenda del connazionale, discussa negli ultimi anni in sedi parlamentari e non, ogni giorno prende aspetti sempre piu’ sconvolgenti a mentalita’ civile. Negli ultimi mesi ICAA (International Crime Analisys Association) ha analizzato i fatti, portando alla luce particolari difronte ai quali sono evidenti e certificate le violazioni piu’ elementari, potete averene visione qui. Le angherie e violazioni nei confronti del Parlanti, non accennano a fermarsi. In questi giorni sara’ processato per aver rispettato le regole carcerarie. I FATTI: Gia qualche mese fa, nella prigione di Avenal, tre delle guardie dello yard 310, dove e' rinchiuso indebitamente il nostro connazionale, hanno cominciato a dare un interpretazione inappropriata al DOM (manuale dei regolamenti carcerari), limitando le chiamate telefoniche del connazionale. Al tempo, il consolato di Sanfrancisco ha stabilito con la prigione delle telefonate private con il signor Parlanti, a cadenza settimanale. Dopo qualche settimana, la prigione ha avvisato il consolato che tali chiamate non potevano piu essere effettuate e che il signor Parlanti, era libero di chiamare il consolato dai telefoni pubblici destinati alle chiamate familiari. E' da chiarire che tali telefoni, non sempre disponibili, sono controllati con telefonate registrate, sono alla portata di tutti gli altri detenuti, quindi qualsiasi conversazione puo essere ascoltata, e' necessario avere dall'altra parte del ricevitore un utente che risponda alla chiamata, nel caso di segreteria o risponditore automatico la chiamata viene persa, e hanno un limite di 15 min. Tutto questo, considerando chiamate verso il proprio consolato, e' in violazione alla convenzione di Vienna, e qualsiasi convenzione riguardante i diritti umani.A seguito di interpretazioni volutamente errate del DOM, e' stato imposto al nostro connazionale di eseguire solo le telefonate prenotate, e non piu di due al giorno. Il DOM recita che se un detenuto ha prenotato una chiamata, ma il telefono su cui l'ha prenotata e' libero, perche' chi avesse prenotato la chiamata prima di lui, non l'ha effettuata, puo' usufruire del telefono, la parola esatta e' : E' permesso usufruire del telefono;lo scorso giovedi, 31 luglio, il nostro connazionale aveva una chiamata prenotata alle 21.49 (Italiane) verso la sua famiglia, essendo libero il telefono, ha effettuato la chiamata alle 21:36. Questo non e' piaciuto alla guardia di turno, certa signora Stocton, che gia da mesi perseguita il nostro connazionale, con piccole torture che messe una accanto all'altra diventa una vera e propria violazione di tutte le convenzioni umane. Parlanti e' stato interrotto nella sua chiamata, e minacciato di un 115. la punizione 115 puo prevedere diverse cose, dall'allungare la pena detentiva di altri 3 mesi, a destinare il detenuto in situazioni ancora meno vivibili, a togliere privileggi come l'uso del telefono o la doccia giornaliera. Carlo Parlanti, ha cercato di trattare con la guardia, evidenziando che sulle regole carcerarie diceva chiaramente : se il telefono e' libero perche' il detenuto precedente non ne ha usufruito, e' permesso chiamare prima della propria prenotazione; la guardia in questione ha voluto interpretare il termine "permesso", con "avresti dovuto chiedere il permesso e noi non abbiamo dato alcun permesso" e altre giustificazioni, varie, dopo comunque aver detto che del regolamento non le importa e che loro hanno un regolamento interno. Regolamento interno, del resto, sempre richiesto non solo dal connazionale e dalla nostra associazione ma anche da parte del consolato Italiano, e mai fornito.A giorni, o forse oggi stesso il signor Parlanti sara' "processato" per aver rispettato le regole ufficiali delle prigioni Californiane. La nostra associazione si e' attivata nel richiedere l'immediata presenza di un avvocato che possa discutere la punizione, si auspicano riscontri dalla Farnesina al fine di evitare questo ennesimo sopruso ai danni del notro connazionale Carlo Parlanti