CARLO PARLANTI FREE

COMUNICATO STAMPA


Oggetto: Alla fiera delle Verita’ Prigionieri del Silenzio: almeno 32 000 italiani vivono anche se indirettamente la detenzione oltre confine Il 24 gennaio all'interno del congresso organizzato all'interno della "Prima giornata nazionale per la sovranità' monetaria", si è parlato del "problema giustizia". Tra gli oratori è intervenuta anche Katia Anedda, presidente dell'associazione Prigionieri del Silenzio. La Anedda nel suo intervento ha illustrato il caso del cittadino italiano Carlo Parlanti, detenuto da 5 anni negli Usa: uno tra i casi più contestati e inverosimili degli ultimi tempi. La platea ha reagito con diverse domande sul caso specifico e sulle sorti dei sui 3200 italiani posti in detenzione oltre i confini domestici. Il sentimento diffusosi tra i presenti è stato quello della forte vicinanza alla tematica: la detenzione all'estero è un problema che riguarda tutti. Presente alla conferenza anche Simona Cenni, coordinatrice delle donne di Azione Sociale per la Regione Marche. Simona Cenni ha espresso la sua indignazione per la vicenda Parlanti, prendendola come esempio di manifesto classismo da parte dello Stato Italiano, per il quale esistono cittadini di serie A e di serie B. "La vita umana non dovrebbe essere classificata," come già aveva espresso l'On. Matteo Salvini nel corso di una precedente conferenza stampa organizzata da "Prigionieri del Silenzio" a Palazzo Marino (sede del Comune di Milano, ndr) e maggiori manifestazioni dovrebbero essere intraprese in favore per gli italiani detenuti all'estero. Il caso Parlanti, ricorda Simona Cenni nel suo intervento, dovrebbe far pensare, e ricordare soprattutto a chi lotta contro la violenza, che non esistono solo le violenze contro le donne e che un accusa di falsa violenza e' un crimine di violenza che colpisce chi e' accusato falsamente. Al contempo la falsa accusa ripropone, continua la Cenni, una violenza sulle vere vittime di violenza perché in tal modo vengono loro tolte risorse di cui hanno diritto. "Faccio politica gratuitamente" ha ribadito Simona Cenni, "e lo faccio perché ci credo e appoggerò' sino in fondo la vicenda Parlanti, a costo di promuovere a suo favore una manifestazione sotto l'ambasciata americana a Roma. Questo tipo di ingiustizie", continua, "non devono essere affossate e si deve trovare un rimedio- Le prove di innocenza di Parlanti sono schiaccianti ma soprattutto", sottolinea la Cenni, "ci sono prove di colpevolezza di altri personaggi che non vengono perseguiti e se non lo fa la procura di Ventura, la contea che ha perseguito Parlanti, lo deve fare qualcun altro, per questo ci rivolgeremo all'ambasciatore, al fine di intercedere verso il governo americano". E' stato proposto, dato l'interesse dimostrato per la vicenda Parlanti, la presa in carico del caso al coordinatore nazionale di Azione Sociale, l'avvocato Franco Cardiello, al fine di evidenziare i crimini che sono perseguibili anche a livello europeo. con preghiera di pubblicazioneinformazioni: info@priginieridelsilenzio.it