new life
non smettere di cercare chi ami altrimenti amerai chi trovi!!!
Post n°63 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da charlottedgl10
Due uomini, uno bugiardo, l'altro sincero, viaggiavano insieme. Camminando giunsero nel paese delle scimmie. Una scimmia del branco, non appena li vide - si trattava di uno scimmione che si era fatto loro capo - ordinò di arrestarli e di interrogarli per sapere che cosa quegli uomini avessero detto di lui; e ordinò che tutte le scimmie a lui simili gli si schierassero davanti, in lunga fila, a destra e a sinistra, e che di fronte gli fosse preparato un trono; fece stare tutti schierati davanti a lui proprio come una volta aveva visto fare all'imperatore. Poi ordinò che i due uomini fossero portati al centro. Il capo delle scimmie domandò: "Io, chi sono?". Il bugiardo disse: "Tu sei l'imperatore". E di nuovo interrogò: "E questi che vedete in piedi davanti a me, chi sono?". Sempre il bugiardo rispose: "Questi sono i tuoi compagni, primicerii, comandanti di campo", e via di seguito con le funzioni militari. E per questa risposta menzognera il capo, che era stato così lodato con la sua banda, ordinò che quell'uomo fosse premiato, perché aveva fatto ricorso all'adulazione e li aveva ingannati tutti. Frattanto l'uomo sincero diceva tra sé e sé: "Se costui, che è un bugiardo e mente su tutto, è stato trattato e premiato così, che cosa riceverò io, se dirò la verità?". Stava riflettendo tra sé su queste cose, quando il capo scimmia, che voleva essere chiamato imperatore, gli domandò: "Dimmi, tu: chi sono io e costoro che vedi davanti a me?". Ma l'uomo, che amava la verità e era abituato a dire sempre il vero, rispose: "Tu sei una scimmia, e tutti questi sono scimmie come te". Immediatamente si ordina di farlo a pezzi con i denti e con le unghie, perché aveva detto la verità. (Fedro - Favole) |
Post n°62 pubblicato il 19 Ottobre 2009 da charlottedgl10
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Post n°61 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da charlottedgl10
"Le parole sono importanti!" diceva qualcuno. E lo sono veramente. L'importanza di una parola giusta, nel giusto contesto, è uno strumento talmente potente da riuscire a cambiare una giornata, un momento, una vita. "Le parole sono importanti". Si perchè se abbiamo una parola (o più) per ogni concetto, perchè utlizzarne di altre, che probabilmente non rendono veramente l'idea di quello che vogliamo esprimere. Ed è molto rischioso, usare la parola sbagliata. Si rischia di confondere il proprio interlocutore, si rischia di farlo cadere nella cosiddetta "ansia della comprensione", l'arrovellarsi cronico alla ricerca di un senso profondo, che poi, tanto profondo alla fine non è. Il ruolo delle parole è quello di veicolare un sentimento, un'impressione, un concetto, in poche lettere, in pochi segni grafici inventati da noi stessi, nel corso del tempo, con l'evoluzione della tecnologia. E allora perchè prendersi la briga di reinventare, di stravolgere, in un delirio di onnipotenza? "Le parole sono importanti". E' importante sentirsi dire "mi ha fatto piacere, sono stata contenta" ma è altrettanto importante sentirsi dire "mi hai deluso". Cosa conta quindi nelle parole? La forma, o il contenuto? Propendo per la prima. "Mi ha fatto piacere, sono stata contenta" scatena in noi un sentimento di orgoglio, quasi narcisistico, la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono per una persona. Un sentimento. "Mi hai deluso" invece fa scaturire dentro un bisogno di capire, un bisogno di ricercare il nodo cruciale, l'esatto momento in cui le tue azioni abbiano smesso di essere positive, per una persona, e sono passate dall'altra parte della barricata. "Mi hai deluso", dicevo, scatena una forsennata ricerca interiore. E non è forse questa una cosa positiva? Non è il vero obiettivo dell'Uomo quello di ricercare, di scavare, di trovare e di piangere, una volta scovato il Senso? Probabilmente le riflessioni sul merito delle frasi e delle parole, sulla loro qualità, sono per chi si ferma ad un livello superficiale, per chi si chiede solamente "cosa?" invece di "come?".
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Post n°60 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da charlottedgl10
Il problema di amare, il problema del né con te nè senza di te…. Non è un problema da adolescenti, come sembrerebbe all’apparenza, ma un problema molto serio: si tratta niente di meno che della dialettica lo/Noi, perché ogni volta che siamo in relazione con l'altro, mettiamo in atto anche il nostro desiderio di non annullarci nell'altro. Vogliamo essere con l'altro, ma nello stesso tempo, per salvare la nostra individualità, vogliamo non esserci completamente. Di qui quell'esserci e non-esserci, quel rincorrersi e tradire, che fa parte della relazione amorosa. Perché l'amore è una relazione, non una fusione. Se infatti non esistessimo come individualità autonome, non solo non potremmo incontrare l'altro e metterci in relazione, ma non avremmo neppure nulla da raccontare all'altro fuso simbioticamente con noi. Quando lei o lui iniziano un viaggio fuori dal "NOI" e che prescinde dal "NOI" solo per i precetti religiosi, tradiscono, in realtà salvano la loro individualità dall’abbraccio mortale del "Noi" che non emancipa, non consente né arricchimenti, e neppure parole da scambiare che non siano già dette o già sapute prima che siano pronunciate. Tutto questo per dire che l'amore non è possesso, perché il possesso non tende al "bene dell’altro" né alla lealtà verso l'altro, ma solo al mantenimento della relazione che, lungi dal garantire la felicità, che è sempre nella ricerca e nella conoscenza di sé, la sacrifica in cambio di sicurezza. Siamo in due, non sappiamo più chi siamo, ma siamo insieme ad affrontare il mondo. Due esistenze negate, ma tutelate. Amore è cosa difficile, perché sempre ci si confonde e non ci si chiarisce se si ama l'altro o si ama la relazione, sé sì soddisfa il nostro bisogno di sicurezza o il nostro bisogno di felicità. Oppure si vuole la felicità. ma non i suoi costi, e in alternativa si vuole la sicurezza, ma non la sua noia. Amore è un gioco di forze dove si decide a quale dio offrire la propria vita: al dio della felicità che sempre accompagna la realizzazione di sé, o al dio della sicurezza che molto spesso si affianca alla negazione di sé. Una cosa però è certa che nella relazione, nel "NOI" non ci si può seppellire come in una tomba, ogni tanto bisogna uscire se non altro per sapere chi siamo senza di lei o di lui Solo gli altri, infatti, ci raccontano le parti sconosciute di noi. Gli altri se li lasciamo parlare, senza soffocarli con il nostro bisogno di conferme che di solito, sbagliando, dissetano una parte di noi…questo è bisogno di amore.
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Post n°59 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da charlottedgl10
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Inviato da: cizou
il 15/02/2010 alle 11:04
Inviato da: cizou
il 15/02/2010 alle 11:03
Inviato da: pantaloniblu
il 02/02/2010 alle 11:40
Inviato da: pantaloniblu
il 01/02/2010 alle 11:50
Inviato da: pantaloniblu
il 25/01/2010 alle 09:26