sogni incurabili

Si parla tanto di modelli negativi...


E tutti sono pronti a puntare il dito. Genitori assenti. Televisione onnipresente. Caduta verticale dei valori. Scuola fallimentare. E a dire tutto ciò sono genitori, insegnanti, programmi televisivi infiniti sull'argomento. Se ci ferma un attimo a prendere consapevolezza di tutto ciò ci si trova di fronte a un paradosso che, se non rispecchiasse una realtà sociale tutt'altro che allegra, sembrerebbe una candid camera, un 'immenso talk show del ridicolo. Ma dico: genitori contro genitori, scuola contro scuola, tv contro tv, un 'immenso sputarsi contro l'essere un modello negativo, senza fermarsi mai a riflettere: ok, abbiamo sbagliato forse, e adesso? Adesso siamo capaci di rimboccarci le maniche e creare e proporre modelli positivi da contrapporre ai negativi contro i quali ci stiamo scagliando? O combattiamo forse la battaglia del benessere sociale con spade di legno contro i cannoni, nascondendoci dietro le barricate?  Tutti pronti a puntare il dito, a formulare accuse, tutti come i bambini "scaricabarile" che hanno rotto il vaso di fiori della mamma: "è stato lui" "no, è colpa sua", ma sul fronte della propositività, e di una propositività efficace, zero. Nessuno è capace di tirare fuori modelli positivi, ma non modelli standard, banali. Ci sono, lasciano il tempo che trovano. Piuttosto nessuno che trovi il modo di rendere efficace, di colpire l'immaginario, soprattutto quello giovanile, con una pubblicità del positivismo. No. Facciamo i dibattiti. Io ho 36 anni e li seguo, e già non ne penso bene. Ho una dote, o forse un difetto, comune a pochi. Io mi ricordo esattamente com'ero e cosa pensavo vent'anni fa. Se chiudo gli occhi proprio per filo e per segno, come fosse ieri, non pensando alla follia giovanile come a un passato bagliore, ma riuscendo ancora a immedesimarmici. E anche se non ero una pioniera del bullismo non è che fossi manco Santa Maria Goretti. A sentire tutte queste belle balle da uno Sgarbi, da una Gelmini, da un Feltri, da un prete qualsiasi, un papino, una mammina, una maestrina, io ci avrei sbuffato su. Se fossero venuti a dirmi che non tutti i giovani sono bulli e cattivi, che esistono anche i boy scout, io avrei pensato che i boyscout sono dei fessi. Se invece avessi visto Gabriel Garko vestito da boyscout su un manifesto, magari intento a caricare legna nel bosco con tanto di sudore e camicia aperta sul petto, avrei pensato che i boyscout sono il massimo della figaggine. Mi spiego? Potete dare ai giovani i modelli positivi, ma dovete proporli come a loro è possibile riconoscerli tali.