senza età

XXVII


Lo strano cavaliere sguainò l'enorme spada ricurva che teneva infilata nella sella, e l'acciaio brillòsotto il chiarore lunare. Chi ha osato leggere il volo degli sparvieri?domandò poi con una voce così stentorea che parve riecheggiare fra le cinquantamila palme di El-Faiyum.Sono stato io, rispose il ragazzo. E ripensò immediatamente all'immagine di san Giacomo l'Ammazzamori sul suo cavallo bianco, con gli infedeli sotto le zampe. Era proprio uguale. Con l'unica differenza che, adesso, la situazione era invertita. Sono stato io, ripeté il ragazzo, e chinò il capo, aspettandosi il colpo di spada. Molte vite saranno salvate, perché non tenevate conto dell'Anima del Mondo. La spada, però, non si abbatté rapidamente su di lui. La mano dello sconosciuto cominciò ad abbassarsi piano piano, finché la punta della lama sfiorò la fronte del ragazzo. Era così affilata che provocò l'uscita di una goccia di sangue. Il cavaliere era immobile. E anche il ragazzo, che neppure per un istante pensò di fuggire. Dalprofondo del cuore, uno strano sentimento di gioia s'impossessò di lui: sarebbe morto per la propria Leggenda Personale. E per Fatima. In fin dei conti, i segnali dicevano il vero. Aveva davanti a se il nemico e, perciò, non c'era più bisogno che si preoccupasse della morte, giacché esisteva un'Animadel Mondo. Di lì a poco ne avrebbe fatto parte anche lui. E ne avrebbe fatto parte, l'indomani, anche il Nemico. Il ragazzo si stupì: quell'uomo stava parlando di cose che ben pochi conoscevano. Non bisogna mai rilassarsi, anche se si è giunti così lontano, proseguì. Bisogna amare il deserto, ma non fidarsene mai completamente. Perché il deserto è una prova pertutti gli uomini: controlla ogni passo, e uccide chi si distrae. Le sue parole ricordavano le parole del vecchio re. Se i guerrieri arriveranno, e la tua testa sarà ancora sul collo dopo il calar del sole, cercami, disse lo sconosciuto. La stessa mano che aveva tenuto stretta la spada, impugnò un frustino. Il cavallo s'impennò di nuovo, sollevando una nuvola di polvere. Da dove vieni? gridò il ragazzo, mentre il cavaliere si allontanava. La mano con il frustino indicò verso Sud. Il ragazzo aveva incontrato l'Alchimista. Il mattino dopo c'erano duemila uomini armati fra le palme di El-Faiyum. Prima che il sole giungesse al culmine del cielo, comparvero all'orizzonte cinquecento guerrieri. I cavalieri entrarono nell'oasi dalla parte nord: sembrava una spedizione pacifica, ma le armi erano nascoste sotto i mantelli bianchi. Quando giunsero vicino alla grande tenda che si trovava nel centro di El-Faiyum, estrassero le scimitarre e i fucili. E attaccarono una tenda vuota. Gli uomini dell'oasi circondarono i cavalieri del deserto. Mezz'ora dopo, c'erano quattrocentonovantanove corpi sparsi per terra. I bambini si trovavano all'altra estremità della macchia di palme e non videro nulla. Nelle tende, le donne pregavano per i mariti e neppure lorovidero niente. Se non fosse stato per i corpi sparpagliati, l'oasi sembrava stesse vivendo un giorno come un altro. Fu risparmiato un solo guerriero, il comandante del battaglione. Nel pomeriggio fu condotto al cospetto dei capi tribù, che gli domandarono il motivo per cui avesse infranto la Tradizione. Questi rispose che i suoi uomini avevano fame e sete, erano esausti dopo tanti giorni di battaglia e avevano deciso di impadronirsi di un'oasi per poter riprendere la lotta. Il capo tribù disse che comprendeva le ragioni dei guerrieri, ma che la Tradizione non può maiessere infranta. L'unica cosa che muta nel deserto sono le dune, quando soffia il vento. Poi condannò il comandante a una morte disonorevole: n‚ per acciaio, n‚ per pallottola. L'uomo fu impiccato a una palma, anch'essa morta. E il suo corpo rimase lì a ondeggiare nel vento del deserto. Il capo tribù chiamò lo straniero e gli consegnò cinquanta monete d'oro. Poi ricordò di nuovo la storia di Giuseppe in Egitto e lo pregò di accettare la carica di Consigliere dell'Oasi. Quando il sole scomparve del tutto e cominciarono a spuntare le prime stelle, che tuttavia non erano molto brillanti, perché ancora era tempo di luna piena, il ragazzo cominciò a camminare verso sud. Là vi era soltanto una tenda, e alcuni arabi che passarono lo avvertirono che era un posto popolato di djins. Ma il ragazzo si sedette e attese a lungo. L'Alchimista comparve quando la luna era ormai alta nel cielo. Portava sulla spalla due sparvieri morti.