come le nuvole

E sopratutto...


“La buona educazione non consiste nel non versare la salsa sulla tavola, ma nel fingere di non accorgersi se un altro lo fa!” (Anton Cecov) Sono obsoleta.Questa evidenza mi è balzata agli occhi oggi quando, alla cassa del Mega Super Iper Centro Commerciale, due energumene mi sono passate davanti nella fila con la protervia di chi, se c’era da fare a botte, era pronto senza nemmeno bisogno del ting di un campanello a scandire i round.                             
Non essendomi portata dietro il paradenti ed educata come fui a riordinare la stanza nel maledettissimo caso che “venisse qualcuno” ( nonchè osservante del comandamento materno che impone attenzione al cambio giornaliero delle mutande nell’evenienza di imbattersi in un camion con al volante un alcolizzato assonnato ed allora “cosa mai avrebbero pensato di me i medici del Pronto Soccorso?”), non ho mosso un solo muscolo.Pur con una temperatura sanguigna ottima per calare gli spaghetti e occhi che se collegati ad una centrale elettrica avrebbero garantito luce ed acqua calda ad un condominio di medie dimensioni, non ho mosso ciglio.                                                             
Nel soppesare i pro e i contro di uno scontro fisico ha pesato tutto il galateo ingoiato assieme ai biscotti Plasmon e che prescriveva, e prescrive, tanti di quei “grazie, prego, scusi e passi pure” incompatibili con l’immagine di una me che si prendeva per i capelli con dei siffatti primati. Ciò mi ha impedito di far valere le mie ragioni. 
Sono dunque come quei gatti cresciuti in una casa fornita di lettiera e ciotola per i croccantini che, nel malaugurato caso di un abbandono in strada, muoiono nel giro di pochi giorni perché non sanno “arrangiarsi”?                         
Di sicuro non sono un bacarozzo che sopravvive ad una esplosione atomica. Mi risulta infatti evidente che non sono in grado di calpestare i miei simili per un iPod  a metà prezzo, né saprei suggerire ad una vecchietta di girarsi a guardare Brad Pitt che le corre incontro per sfilarle la borsetta. Ahimè, fui educata a contenere l’ingordigia e rifiutare il primo invito ad afferrare i biscotti serviti sul vassoio accettandone uno solamente dopo il secondo sollecito della padrona di casa. 
Nei miei anni gagliardi ho lottato contro l’ipocrisia delle forme. Ho combattuto la rigidità di un galateo che imbrigliava, ho desiderato la fantasia al potere e auspicato che ognuno facesse quel che più gli pareva, come più gli piaceva. Ho inneggiato alla franchezza a costo di far sanguinare il cuore e mandato al diavolo le sovrastrutture che impediscono di raggiungere l’essenza delle cose. Speravo così, mandando tutto all’aria, di ottenere un mondo libero, individualista e rispettoso delle diversità. Quel che è ricaduto al suolo è (per fare un solo esempio), Sgarbi che teorizza la nobiltà del lavoro di escort differenziandolo da chi fa il “mestiere” per bisogno (vil puttane, of course!).Quel che  ho avuto indietro è l’ essere considerata obsoleta da coloro che ritengono la Legge della Giungla l’unica e vera grande scoperta scientifica dell’ultimo secolo.Come volevasi dimostrare e come vi avevo preannunciato senza nemmeno il ricorso ad una sfera di cristallo: sono obsoleta!                 
                                                Eppure, in un sussulto di immotivato ed irrazionale orgoglio vi confesserò che, obsoleta come una canzone dei Beach Boys, voglio restare per i giorni che rimangono!