come le nuvole

ho fatto figli


  
Il pensiero successivo è immancabilmente più saggio. (Euripide)     I miei blog amici sono, per me, una fonte di continua ispirazione…Essi mi conducono a profonde considerazioni esistenziali, metafisiche, a tratti filosofiche, nonché ad intraprendere avvincenti viaggi nella memoria, portando a galla reminescenze varie e libere associazioni di idee ….                                                             
 Or dunque, leggendo alcuni di loro, ho avuto modo di ripensare al concetto di maternità e a quello che esso ha significato e significa per me….  
 Premetto che non ho mai ritenuto che l’essere madre e il possedere spirito materno, fossero fenomeni coincidenti ed inoltre, pensavo e penso, che la maternità non sia “destino” per una donna, bensì libera scelta, consapevole, ponderata ed accettata….. Raggiunta, pertanto, l’età per esercitare, in forma ufficiale, una sana attività sessuale, (oltretutto con la benedizione materna, essendo passata attraverso confetti e bomboniere), mi resi conto che, se potevo scegliere tra arredare una stanza con peluche, culle e carta da parati dipinta a nuvolette o, invece, attrezzarla come luogo in cui dedicarmi alla cura dello spirito ( libreria, scrivania, computer, stereo, ecc) e del corpo ( tapis roulant, ciclette, step, specchio,ecc.)  ero decisamente incline sulla “seconda che hai detto”….Concezione decisamente epicurea, mi rendo conto….                                                                         
 Non vi dico e non vi conto le critiche feroci che tale convinzione, incautamente verbalizzata, mi ha comportato…si oscillava tra l’opinione di chi trovava “innaturale”, soprattutto per una donna, il non volere bambini  a chi, più malignamente, sospettava che dire “non voglio” fosse alibi per non ammettere “non posso”…. Solo una fisiologica impermeabilità, unita alla solidità delle mie convinzioni, mi hanno salvato dal provare dolore per tale clima di biasimo universale….                                                      
 Comunque sia, poi la vita ha finito per decidere per me e una serie di eventi concomitanti, nonché un congruo lasso di tempo in cui riflettere, hanno portato ad una radicale inversione di rotta…. Ho, quindi deciso, occhi chiusi e naso turato, di “gettarmi” senza tanti se ne tanto meno ma, a testa  in giù, nel mare agitato e confuso del rischio di mettere al mondo un bambino….                                        
 Com’è tipico del mio carattere una volta tratto il dado, sono andata avanti come un caterpillar e quindi, tempo quattro mesi di intensa attività, ecco che si è compiuto il primo miracolo, di cui non mi sono pentita nemmeno per un attimo….                                                   
                           Dopo qualche anno, “il primo miracolo” ha cominciato a proferire frasi stappacore, chiedendo esplicitamente di avere qualcuno che, a dirla come lo disse lei, le tenesse compagnia nella stanza mentre giocava, “anche se dorme e stà in silenzio, mamma….”, per cui la famiglia si è allargata…                                               
  Adesso, tranne episodici momenti di esasperazione, in cui mi pento di non aver comprato una coppia di feroci, fedeli ed obbedienti Doberman , non rimpiango di essere stata travolta dall’onda oceanica della vita che, senza consentirmi paralizzanti riflessioni sull’opportunità o meno di perpetuare la specie, mi ha sommerso e trascinato con sè….                                                  
 Oltretutto, al contrario dei Doberman, non debbo nemmeno portarle fuori, le sere d’inverno, per far la pipì….