come le nuvole

Post N° 202


“Il male dell’Università italiana, è nei genitori!” (Aforisma gentilmente concessomi da Sir  Up, secondo Conte di Marinchester, Gran Cavaliere della Contea d’Expression, Chimico illustre, entrato in facoltà quando ancora vi si accedeva pur arrivando 25° su 20 posti a sedere) ovvero "Sulla scuola e sul diritto/dovere all'istruzione".
 Nonostante Sir Up pensi a me come ad una rammollita sessantottina
 (figuriamoci, all’epoca non ero nemmeno “nella mente di Dio”….o forse un tantino appena…adesso non ricordo bene….), ho la sensazione, in talune occasioni, di essermi trasformata in una moralista  bacchettona o, in alternativa, di essere, ahimè, oramai decisamente “adulta”....                                 
Ciò si verifica quando, ad esempio, ritengo sacrosanto, ed elementare buon senso, sostenere l'argomentare del Fioroni, dove afferma che la scuola, prima di focalizzare la propria attenzione sulle tre “I” ( o su qualsiasi altra vocale), si debba preoccupare di trasmettere le regole della grammatica italiana, le tabelline e la storia (compresiva delle oramai dimenticate gesta di Muzio Scevola, Attilio Regolo, della madre dei Gracchi, di Enrico Toti, Nino Bixio e similari, correlate alle loro, eticamente ineccepibili e lapidarie frasi, da tramandare ai posteri.    “Il dado è tratto”, Vae victis”, “Qui, o si fa l'Italia o si muore”, “Tirem innanz”, ecc., ecc.)
            
Solo su tali robuste basi concettuali, unite ad un allenamento giornaliero della memoria a forza di brani tratti dai “Promessi Sposi”, dalla “Divina Commedia”, poesie del Foscolo, del Leopardi e di Ungaretti, si potrà costruire l'intellettuale del futuro, che maneggia l'inglese, l'informatica e l'arte del decoupage o della pasta di sale, con elegante nonchalance....                              
Ma temo, ahimè, di essere proprio “anticaaaaa!”.....