come le nuvole

Post N° 208


L'Omicidio è sempre un errore...non si debbono fare cose di cui non si possa parlare in un dopo cena! (O.Wilde)Debbo riconoscere che, cominciano proprio bene…. Delimitano l’area, la recintano, indossano inquietanti tute, goffe soprascarpe, guanti da forno e ridicole cuffie, per non provocare il minimo inquinamento…                                                                                                
Portano con se, valigette professionali, si muovono cauti e sicuri, prelevano, (e poi sequestrano), ogni elemento che, successivamente analizzato, potrà fornire lumi sulla dinamica dei fatti… 
Parlo dei RIS, ( Reparti d’investigazione Scientifica), l’alter ego del CSI (Crime Scene Investigation), serie televisiva di cui sono fedele ed assuefatta spettatrice.                                     
Tuttavia, succede che, mentre la visione del  telefilm, và nella direzione di un rafforzamento della fede nel trionfo della giustizia  e conduce alla convinzione che esista una verità appurabile, la visione, dei RIS in azione produce l’effetto opposto… 
Questo perché, dopo aver raccolto ogni prova…( tracce organiche, impronte, diari, hard disk, scarpe, mestoli di cucina, mutande, saliva, cacca del cane, ecc. ecc. dopo aver esaminato la vittima, rilasciato indiscrezioni ai giornali, fotografato ogni pietra, stazionato per giorni sul luogo, ecc, ecc) ecco che, passano le settimane, i mesi ed infine gli anni, ma non si ha il ben che minimo lume, scientificamente certo, su chi sia il cattivo di turno…                                         
Quando poi, a distanza di mesi, li si vede tornare, sempre in perfetto assetto da “Ebola è tra noi”,
 nella casa del delitto, (dove, nel frattempo, abbiamo visto transitare torme di turisti del macabro, giornalisti locali, l’intera troupe di Cocuzza e Vespa,  avvocati e periti di parte e, ad ogni TG,  li abbiamo visti  passare e ripassare), beh, qualche perplessità, fosse anche nel meno appassionato di gialli e thriller , comincia a insinuarsi! …..                                                                                   
A questo punto, nell’animo degli italiani, si incunea e poi si rafforza, la convinzione che, oltre a navigatori, poeti e santi, noi, popolo italico, possiamo fregiarci anche  del titolo di assassini, o killer, di un certo spessore e vocazione… fossimo pure al nostro primo scannamento…                             
 Pare, infatti, che riusciamo a non lasciare, tracce organiche del nostro passaggio, ne sulla vittima ne nei luoghi che attraversiamo, pare che i nostri alibi, oltre che incontrollabili, siano “perfetti”, e pare che, se riusciamo a non far trapelare motivazioni particolari che spieghino l’efferato gesto, beh, praticamente l’abbiamo sfangata alla grande!                                                                
                             La suddetta convinzione stà prendendo tanto campo che, persino il TG delle 20,00, ha ritenuto opportuno dare, ai meno dotati tra di noi, delle dritte circa l’atteggiamento da assumere quando ti hanno “beccato”….Veniva testualmente consigliato :  “E’ opportuno attenersi sempre alla versione ideata, non cambiarla mai neanche di fronte alle contestazioni degli inquirenti, fornire meno particolari possibile, per non cadere in contraddizione, avendo dimenticato i particolari, mantenere i nervi saldi e parlare poco”….Geniale! Il maestro Manzi, quello di “Non è mai troppo tardi”, non avrebbe saputo fare di meglio…. 
Se Poirot e Sherloc Holmes,  fossero nati in Italia e si fossero imbattuti nel misterioso caso della mammina di Cogne o nell’intricata vicenda del Peynet bocconiano, in quel di Garlasco, hai voglia di lenti d’ingrandimento,  di cellule grigie in movimento e deduzioni logiche supportate dalla cocaina….
sarebbero finiti, di sicuro, a lavorare come lavapiatti…